“Diario di bordo” di Libera: le mani delle mafie e dei gruppi criminali in 29 porti italiani


 

Questa è la voce di uno dei babbi natale in bicicletta per le vie del centro a Roma ieri per la 12esima edizione dell’evento benefico organizzato per sostenere le Case di Peter Pan. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 18 dicembre 2023, anno II della guerra, anno 4° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo di criminalità organizzata e mafie nel business delle aree portuali. Gli scali marittimi rappresentano per i gruppi criminali un’opportunità per incrementare i propri profitti e per rafforzare collusioni. I porti, infatti, possono essere considerati come un punto di arrivo, transito, scambio e intersezione, in cui persone e merci si muovono e vengono movimentate, generando ricchezza: da un lato i business creati dai traffici, dall’altro gli investimenti necessari per mantenere le infrastrutture operative, entrambi possibili campi di espansione degli interessi criminali. Libera ha presentato il Rapporto “Diario di Bordo.  Storie,dati e meccanismi delle proiezioni criminali nei porti italiani”, curato da Francesca Rispoli, Marco Antonelli e Peppe Ruggiero.

Nel corso del 2022 all’interno dei porti italiani- commenta Libera- si sono registrati 140 casi di criminalità, circa un episodio ogni 3 giorni, che sono avvenuti in 29 porti, di cui 23 di rilievo nazionale, che corrispondono al 40%. Il maggior numero di casi di criminalità sono stati individuati nel Porto di Ancona (15 casi) segue il Porto di Genova con 14 casi. Ascoltiamo Francesca Rispoli, una delle curatrici del Rapporto e componente della presidenza di Libera.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale