Gaza, dopo la festa per la tregua ora servono gli aiuti per la popolazione stremata


 

[Questi sono i momenti di alta tensione che si sono vissuti a Genova lo scorso weekend: scontri tra antifascisti e forze dell’ordine a difesa della sede del movimento di estrema destra Casa Pound. Questa è Ad Alta Velocità oggi 21 gennaio 2025: nello stesso giorno del 1921 a Livorno nasce il Partito Comunista d’Italia, con Amadeo Bordiga e Antonio Gramsci tra i fondatori. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo della tregua a Gaza. Il primo scambio di prigionieri sancisce l’inizio ufficiale della tregua. Fuori donne detenute e ostaggio da una parte all’altra e anche di bambini palestinesi nelle durissime carceri israeliane. Si fa festa nelle strade e tra le macerie dei palazzi distrutti dalle bombe di Israele.

Con il cessate il fuoco in corso, l’UNICEF “sta trasferendo a Gaza acqua, kit igienici, cibo e vestiti invernali. Altre centinaia di camion sono in attesa di entrare. Le parti devono garantire un accesso sicuro e senza ostacoli agli aiuti e agli operatori umanitari, in modo che i rifornimenti possano finalmente raggiungere tutti i bambini ovunque”. I problemi generati da quindici mesi di violenza sono enormi, la situazione umanitaria è disastrosa e prima di poter raggiungere la normalità sarà necessario un cammino lungo e difficile. Anche il ritorno nel Nord della Striscia per chi ha dovuto abbandonare le proprie case in questi mesi sembra davvero difficile perché gran parte del territorio è stato completamente distrutto dai bombardamenti. Ascoltiamo Francesco Sacchi, capomissione di Emergency a Gaza.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale