Il futuro della memoria | Sfaticati Ep. 18


 

Il podcast integrale

 

 


 

 

Avete appena ascoltato un estratto di Digital Requiem, un podcast prodotto dal Post e realizzato da Nicola Vasini e Francesco Perlini. Con loro abbiamo parlato del rapporto tra tecnologia e memoria, di dati che diventano un mosaico d ricordi, di cosa ne sarà del nostro patrimonio digitale quando non ci saremo più.

 

Pensate a quanti messaggi abbiamo nelle nostre chat di WhatsApp, quante foto e quanti video in galleria, quanti pensieri tra le note del telefono. Ora pensate a qualcosa di più negativo, quando non saremo più in vita e quando di noi resterà solo tutto il materiale che avremo raccolto nei nostri dispositivi digitali. Cosa accadrebbe se un nostro caro volesse accedervi, ma qualche codice, freddo e insensibile, lo impedisse? Questa è la storia di Leonardo Fabbretti, ricostruita ai nostri microfoni da Francesco Perlini, che per il podcast Digital Requiem si è occupato della scrittura.

 

Partendo dalla storia di Fabbretti, Digital Requiem offre interessanti spunti di riflessione su come i dispositivi digitali siano diventati compagni inseparabili delle nostre vite, fino a influenzarne gli aspetti più intimi, come la morte, il lutto e la memoria. Come è nata l’idea di trattare questi temi all’interno di un podcast? Come ha preso forma il progetto Digital Requiem? Ce ne ha parlato Nicola Vasini, che per Digital Requiem ha curato musica e montaggio.

 

 

In questo percorso affascinante, gli autori hanno toccato diverse aree del sapere: dalla filosofia al diritto, dall’informatica alla sociologia. Al centro della loro riflessione c’è il concetto di eredità digitale. Di che si tratta? E perché è importante occuparsi della sua relazione con la morte? Questo il commento di Vasini.

 

 

Questa annotazione sulla tutela delle informazioni sensibili ci permette di approfondire il ruolo di chi per mestiere si occupa di individuare ed acquisire i dati all’interno di un patrimonio digitale. Stiamo parlando degli esperti di informatica forense, cioè di professionisti che lavorano con la tecnologia al fine di trovare prove digitali e risolvere casi di criminalità. Nella vicenda di Fabbretti, che non riguarda la sfera giudiziaria, l’informatico forense Mattia Epifani ha messo a disposizione le sue competenze per entrare nell’Iphone 6 del figlio ed ottenere la sua eredità digitale. Ma quali sono le implicazioni da tenere in considerazione? Ecco il parere di Vasini.

 

 

In un mondo in cui la nostra vita si intreccia sempre più con il digitale, non si può fare a meno di considerare chi spesso detta le regole del gioco, ovvero i cosiddetti colossi del web. I vari Google, Meta ed Apple dominano il flusso di dati su scala globale e usano la raccolta di informazioni personali come il motore principale del loro modello di business. Il tema dell’accesso ai dati e del comportamento delle grandi aziende tecnologiche si era già proposto nel 2015, a causa di un episodio di cronaca nera avvenuto a San Bernardino, in California. 14 persone sono state uccise all’interno di un centro per i servizi sociali da due terroristi ispirati dalla jihad islamica. Cosa c’entra con l’eredità digitale? Ce lo ha spiegato Francesco Perlini.

 

 

🎙 Sfaticati – La risposta dei giovani, a cura di Pierluigi Lantieri