Il taglio al Fondo contro la povertà educativa mette a rischio gli orfani di femminicidio


 

[Questo è il pianto di un bimbo in uno dei presidi ospedalieri ancora esistenti a Gaza: Unicef ha comunicato che almeno 74 bambini palestinesi sono stati uccisi nella prima settimana del nuovo anno. Questa è Ad Alta Velocità oggi 10 gennaio 2025: nello stesso giorno del 1946 si tenne la prima Assemblea generale delle Nazioni Unite a Londra. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi è parliamo della povertà educativa e del caso relativo al taglio del fondo dedicato. Le associazioni stanno intervenendo con posizioni e lettere pubbliche in cui condannano questa scelta contenuta nella Legge di Bilancio e chiedono un passo indietro al Governo. Oltre al Forum nazionale del terzo settore che era già intervenuto per denunciare la sforbiciata in manovra, anche Ai.Bi Amici dei bambini sottolinea che si “rischia di compromettere il futuro di centinaia di migliaia di bambini e adolescenti, colpendo i più vulnerabili.

Non si tratta di eliminare semplici bonus, ma di fermare iniziative capaci di dare un reale supporto alle comunità”. Nello specifico da un progetto selezionato da impresa sociale Con i bambini “Respiro” si mette in rilievo come questa decisione danneggi gli orfani di femminicidio: “che ne sarà di tutto questo impegno? Come si potrà portare a compimento questo processo per cui “lo Stato” ci sarà sempre, immediatamente, per gli orfani?”, se lo chiede in una lettera aperta per la premier Giorgia Meloni Fedele Salvatore della cooperativa sociale Irene ’95 capofila del progetto. Ascoltiamolo ai nostri microfoni.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale