Mezzogiorno Italia: “con l’autonomia differenziata si torna al feudalesimo del ‘700”


 

[Apertura: Questi sono gli spari all’interno del Crocus city Hall di Mosca dove un commando ha sparato su persone inermi e poi ha dato fuoco alla struttura: sono 133 i morti di un attacco rivendicato dall’Isis ma su cui si adombrano i dubbi della guerra in corso in Ucraina. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 25 marzo 2024, anno III della guerra, anno 5° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di autonomia differenziata. Sabato scorso a Napoli si è tenuta la Conferenza Nazionale di Coesione Territoriale, organizzata dalle Acli. Il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata, approvato al Senato a gennaio, è al centro di grandi mobilitazioni e contestazioni di un ampio schieramento di forze politiche, sindacali e del mondo associativo nel Mezzogiorno e non solo.

“Il rischio – secondo le Acli – è che il principio iscritto nella Costituzione, che agevola la realizzazione di un regionalismo solidale, si trasformi in un processo che legittima il separatismo. È una riforma che, come avrebbe detto don Milani, fa parti uguali tra diseguali”. Questo andrebbe poi ad inserirsi in un pezzo del Paese con i più alti tassi di emigrazione, disoccupazione e dispersione scolastica. Ascoltiamo il vicepresidente delle Acli e portavoce dell’Alleanza contro la povertà Antonio Russo.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale