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Quell’assordante silenzio sulla povera Saman Abbas


 

“Gli amministratori locali hanno subito espresso solidarietà e sono accorsi, ma a livello nazionale nessuno ha parlato. Da una parte c’è il timore di essere tacciati di razzismo nel condannare l’episodio – spiega -. Dall’altro c’è un razzismo latente nel paternalismo con cui si guarda ai migranti e ai loro figli senza trattarli come pari. Inoltre non credo che nei partiti ci siano figure particolarmente preparate nel riuscire a fare le giuste sfumature quando devono trattare casi come questo e, in generale, di femminicidi”.

Sono le parole di Marwa Mahmoud, consigliera comunale di Reggio Emilia e presidente della Commissione diritti umani e pari opportunità, che risponde a Eleonora Camilli su Redattore Sociale. E spiegano bene l’assordante silenzio di politica, movimenti e opinione pubblica sulla povera Saman Abbas.

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Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Clima: un’emergenza non rinviabile. Intervista a Riccardo Noury di Amnesty Italia


 

“I governi più ricchi del mondo stanno di fatto condannandomilioni di persone alla fame, alla siccità e allo sfollamento attraverso ilproprio ininterrotto sostegno all’industria dei combustibili fossili”. Lo hadichiarato Amnesty international in un nuovo rapporto che valuta la protezionedei diritti umani rispetto al cambiamento climatico, alla vigilia del verticedel G7 in programma dall’11 al 13 giugno.
Ne abbiamo parlato con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

Un lento ritorno alla normalità e la paura dell’autunno


 

Con il progressivo calo dell’incidenza dei contagi su tutto il territorio nazionale, gli italiani stanno oggi progressivamente tornando a vivere con maggior serenità la propria quotidianità.

Rispetto allo scorso giugno cresce la quota di soggetti che prevede un debellamento della pandemia ma, al contempo, oltre 1 cittadino su 3 teme una nuova ondata in autunno.

Questo emerge dal radar di Swg che ha raccolto gli umori degli italiani.

Nell’insieme ci si sente più sicuri nello svolgimento delle principali attività quotidiane come la spesa e lo shopping o la frequentazione di bar e ristoranti. Timori rimangono in particolare rispetto all’uso dei mezzi pubblici e, in parte, nell’accesso a spettacoli al chiuso.

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Ingiustizia climatica: così i Paesi G7 finanziano (ancora) l’industria del fossile


 

I governi più ricchi del mondo stanno di fatto condannando milioni di persone alla fame, alla siccità e allo sfollamento attraverso il proprio ininterrotto sostegno all’industria dei combustibili fossili.

Lo ha dichiarato Amnesty International in un nuovo rapporto, che fornisce una valutazione profondamente negativa dei fallimenti globali relativi alla protezione dei diritti umani rispetto al cambiamento climatico.

Intanto il 5 giugno A Sud Onlus ha presentato la prima causa legale con oltre duecento ricorrenti che citano in giudizio lo Stato italiano per l’assenza di politiche ambientali efficaci nel contrasto al cambiamento climatico.

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Sesso senza consenso è stupro: dopo la Slovenia si aspetta l’Italia


 

“Sì vuol dire sì, no vuol dire no”.  La Slovenia è così il tredicesimo stato dell’Area economica europea a introdurre nella legislazione sullo stupro il criterio dell’assenza del consenso. Gli altri sono Belgio, Croazia, Cipro, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Islanda, Lussemburgo, Malta, Regno Unito e Svezia.

Proposte di legge nella stessa direzione sono in discussione o in preparazione anche in Spagna, Paesi Bassi e Italia.

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Colombia, la piazza e la repressione: verità per Mario Paciolla


 

Nel Sudamerica colpito e devastato dall’emergenza Covid c’è un Paese che da 50 giorni è in piazza. In Colombia una “forza trasformatrice nuova” crea “nuovi modelli di organizzazione comunitaria” e “mette insieme le istanze di classe media, studenti, artisti, giovani e contadini”.

Ed è pesante anche la violenza repressiva. Secondo la ong Temblores, sono oltre 45 gli omicidi “presumibilmente a opera di esponenti” della polizia e dell’esercito e migliaia “gli atti di violenza” attribuibili ai corpi di sicurezza.

È in questo Paese che 11 mesi fa, il 15 luglio 2020, è stato trovato morto Mario Paciolla, giovane osservatore Onu. Ogni giorno il comitato Giustizia per Mario tiene alto il ricordo perché la famiglia pretende la verità.

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Riaperture, relazioni e lavoro: “non sarà come prima”


 

Entusiasmo, voglia di ricominciare, fiducia e sollievo. È ciò che il premier Mario Draghi dice di sentire nel Paese e soprattutto nel mondo produttivo. Se da un lato questi aspetti si trasformano in preoccupazione con la fine del blocco dei licenziamenti per alcuni, ce ne sono altri che vanno considerati.

Secondo Claudio Mencacci, psichiatra e presidente della Società italiana di neuropsicofarmacologia nonostante il graduale ritorno alla libertà, con la fine della pandemia, “non dobbiamo pensare che le cose torneranno come prima”.

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I 75 anni della Repubblica a un nuovo bivio della sua storia


 

Il 2 giugno del 1946 il voto di 25 milioni di italiani cambiò il destino del nostro Paese. A un anno dalla fine della guerra si doveva scegliere tra monarchia e repubblica.

Per la prima volta votarono le donne e il Paese fu attraversato da fortissime tensioni: i giorni successivi alla vittoria repubblicana ci furono scontri e vittime per i disordini di piazza.

Ha, dunque, 75 anni la nostra Repubblica e sono stati tre quarti di secolo a cavallo del millennio vissuti non senza pericoli.

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Zaki, 50 priogionieri e il patrimonio della libertà


 

Una mostra pubblica a Bologna, lungo la cornice dei portici di San Luca, per portare all’attenzione le storie di 50 prigionieri di coscienza di 13 paesi diversi.

L’inaugurazione prevista per il 16 giugno, compleanno di Patrick Zaki. Sarà infatti il giorno del trentesimo compleanno di Zaki, che fino all’arresto, avvenuto al Cairo nel febbraio 2020 frequentava un master presso l’Università felsinea.

Da Sanaa Seif, la regista egiziana condannata a un anno e mezzo di carcere a causa delle sue critiche al governo fino a Idil Eser, difensora dei diritti umani in Turchia accusata di terrorismo; da Aleksei Navalny, in carcere in Russia per aver denunciato la corruzione, ad Ahmadreza Djalali, a rischio di esecuzione in Iran per una falsa accusa di spionaggio.

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Chi sono i 6mila bambini scomparsi in Romania


 

La vicenda di Denise Pipitone ha riacceso dolori e speranza sulla sorte della bimba scomparsa 17 anni fa tra segnalazioni, clamore mediatico e riapertura del caso. Ci sono altri bambini scomparsi di cui non si hanno notizie e sono migliaia.

Li chiamano “children left behind”, in italiano diventano “orfani bianchi”: in Romania sono stati quasi 6 mila solo nell’ultimo anno, i minori scomparsi da casa. 206 di loro hanno meno di 10 anni, 1.453 hanno tra i 10 e i 14 anni e 4.263 hanno più di 14 anni.

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