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Coronavirus, se #iorestoacasa ma non ho un tetto: allarme per 50mila clochard


 

Contro il Coronavirus lo slogan è #iorestoacasa. Ma per chi un tetto non ce l’ha? Come è la situazione? A Roma, ad esempio, al centro di accoglienza “Binario 95”, hanno già sospeso tutte le raccolte di indumenti, ma l’estensione della zona “protetta” a tutto il territorio nazionale rende l’aiuto ai più deboli ancora più difficile. A Napoli la comunità di Sant’Egidio lancia l’allarme per i 2mila clochard per cui è diventato complicato fornire assistenza.

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Coronavirus, la rivolta nelle carceri al collasso: ecco il provvedimento che si può attuare


 

Non si parte, non ci si sposta, fine di ogni assembramento pubblico. Si resta fermi, si limitano gli spostamenti all’indispensabile. Siamo zona rossa, tutta l’Italia è protetta. Tra domenica e lunedì dopo le misure restrittive del governo nelle carceri è esplosa la rivolta e ha dei numeri drammatici. Da Napoli a Milano, da Roma a Foggia assalti a infermerie, evasioni, detenuti sui tetti.

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Il coronavirus e l’8 marzo silenzioso: più donne uccise, fermare ogni violenza di genere


 

Al tempo del coronavirus, della paura del contagio, delle stazioni deserte e dei vagoni vuoti si ferma anche la celebrazione per l’8 marzo. Niente appuntamento al Quirinale e niente manifestazione Non una di meno dopo il decreto che vieta ogni forma di evento pubblico.

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Ai confini del Covid-19 è in atto la più grave emergenza umanitaria del nostro tempo


 

Al tempo del coronavirus ti puoi aggirare nei luoghi della quotidianità pendolare come Will Smith in Io sono leggenda: un deserto di vagoni e stazioni disabitate. Non è un film invece ciò che sta avvenendo ai confini del Covid 19.

Un uomo eritreo di 26 anni è morto tragicamente in un incendio divampato nel centro di detenzione di Dhar el Jebel, a sud di Tripoli, nella notte tra sabato 29 febbraio e domenica 1° marzo. L’uomo è stato avvolto dalle fiamme mentre dormiva in una delle celle sovraffollate del centro, dove oltre 500 rifugiati e migranti sono detenuti arbitrariamente nella regione montuosa del Gebel Nefusa.

A questo episodio si aggiungono le violenze al confine tra Turchia e Grecia con i rifugiati aggrediti dalla polizia e gruppi neofascisti con la morte di una persone: 40mila profughi siriani da evacuare e 130mila che spingono dal paese turco, 1 milione e mezzo in fuga da Idlib sono la più grave emergenza umanitaria dei nostri giorni.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale