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Sud e centri urbani: bambini e giovani senza “qualità della vita”


 

La voce del computer con cui Fabio Ridolfi, 46enne di Pesaro, immobilizzato da 18 anni a letto a causa di una tetraparesi, comunica con il mondo in un video diffuso dall’associazione Luca Coscioni.

Oggi parliamo di dati e classifiche che da sempre fanno discutere creando non poche polemiche. Una di queste è quella relativa alla Qualità della vita del Sole24Ore. Dopo le anticipazioni di 1 anno fa ieri è stata diffusa quella definitiva. Sono Aosta, Piacenza e Cagliari le tre province che vincono quest’anno la sfida della Qualità della vita declinata per altrettante fasce d’età: bambini, giovani e anziani.

Concentrandoci su infanzia e giovani emerge un Mezzogiorno sempre agli ultimi posti ma non solo. Dagli indici utilizzati per determinare i dati il Sud non riesce a stare al passo con le esigenze delle famiglie, soprattutto di quelle con bambini, nonostante si confermi il territorio più giovane e più prolifico in base ad alcuni indicatori demografici (come il tasso di fecondità o l’indice di dipendenza degli anziani).

Ascoltiamo il commento di chi vive e lavora al Sud, in Calabria, come Giancarlo Rafele presidente del Consorzio Macramè.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Con i prezzi al massimo perché serve il salario minimo


 

Le grida per le vittime della strage in una chiesa cattolica in Nigeria, nell’Ondo State, dove durante un attacco sono morte 50 persone tra cui molti bambini.

Oggi parliamo di carovita e salario minimo. Prima però aggiorniamo il numero delle morti sul lavoro con l’Osservatorio indipendente di Bologna: Dall’inizio dell’anno sono morti 593 lavoratori, 293 di questi sui luoghi di lavoro i rimanenti in itinere e sulle strade. Vanno aggiunti, però, si legge sempre sul blog di Carlo Soricelli i 6 morti nella sola giornata del 3 giugno. Lombardia, Piemonte e Veneto le prime tre regioni.

Gli aumenti dei prezzi preoccupano le Associazioni dei consumatori spingendole ad una mobilitazione di piazza in tutte le principali città italiane il prossimo 10 giugno, che dà seguito all’Assemblea unitaria on line svolta il 6 aprile scorso, con migliaia di delegati di tutte le regioni. “Non si tratta di un generico né temporaneo aumento dei prezzi, ma di una vera e propria corsa al rialzo, alimentata da ingiustificabili fenomeni speculativi, che sta costringendo le famiglie a rinunce e privazioni che avranno importanti conseguenze sull’intero sistema economico. In questo modo nel Paese crescono disuguaglianze, povertà energetica e povertà alimentare” – affermano le Associazioni dei Consumatori. Più di un quarto delle famiglie si trova già in grave difficoltà e sta riducendo, fino anche a privarsene, consumi essenziali come quelli alimentari, sanitari e di cura della persona.

In questo scenario divampa il dibattito sul salario minimo per fronteggiare quella che l’Ad di Jp Morgan ha previsto come “un uragano economico” in arrivo nei prossimi mesi.

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Il 2 giugno tra guerra e pace: per l’Italia nel 2021 record export degli armamenti


 

La voce di un migrante che ha attraversato il deserto del Niger, nei primi 3 mesi del 2022 17.677 persone sono entrate dal Mali: Medici senza frontiere ne parla in un breve documentario su youtube.

Domani è la Festa della Repubblica, giornata di parata militare all’Altare della Patrica da una parte e di contro manifestazioni pacifiste. Dice la Costituzione: l’Italia è un repubblica fondata sul lavoro. E dai dati riportati nella seconda versione della Relazione governativa sull’export degli armamenti si evince che nel 2021, anno ampiamente segnato dalla pandemia per Covid-19, le aziende militari italiane hanno lavorato a pieno ritmo esportando nel mondo armamenti per controvalore che costituisce un record storico: quasi 4,8 miliardi di euro. Lo ha denunciato nei giorni scorsi la Rete Pace e Disarmo.

Tra i maggiori destinatari di sistemi militari “made in Italy” figurano Qatar, Kuwait, Egitto (paese dove ha perso la vita Giulio Regeni), Turkmenistan (378.470.352 euro) tutti Paesi – dice la Rete pace e disarmo che, come noto, non primeggiano certo per alti livelli di democrazia e di rispetto dei diritti umani.

La stessa rete con Francesco Vignarca già un anno fa chiedeva di vietare il commercio delle armi proprio all’Egitto sul caso Regeni, un anno dopo è cambiato nulla rispetto a quell’appello.

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L’esplosione della violenza urbana e la sfida di prevenire la devianza minorile penale


 

Le voci dei soldati ucraino che cantano e ballano mentre il conflitto prosegue da oltre 3 mesi con oltre 1 milione e mezzo di profughi arrivati in Russia dal Donbass.

Oggi torniamo a parlare della violenza urbana. Il fenomeno che vede protagonisti, spesso, giovani e giovanissimi e che già un anno fa monitoravamo in questa rubrica partendo dalle maxi risse tra ragazzi organizzate in chat in diverse aree del paese.

Sotto la nostra lente di osservazione c’è ancora una volta Napoli, la prima città del Sud che sta preoccupando le istituzioni e soprattutto chi la abita. Un weekend di fuoco nell’area metropolitana dove alcuni giovanissimi sono in condizioni gravi per sparatorie tra la folla nei comuni di Castellammare e Qualiano. Un altro episodio ancora più drammatico è avvenuto in pieno centro dove alcune ragazze insieme a dei ragazzi hanno lanciato acido su due giovani di 24 e 17 anni provocando ustioni.

Una cronaca quotidiana che si è trasformata in emergenza sociale e di sicurezza urbana tra proiettili vaganti e reazioni bestiali anche per un banale litigio. In Campania c’è chi prova a mettere in campo azioni rivolte proprio ai minori dell’area penale come il progetto La mia banda è pop selezionato nell’ambito del bando Cambio rotta del fondo di contrasto alla povertà educativa Con i bambini: coinvolge enti di terzo settore, università e servizi sociali. Ascoltiamo Barbara Pierro, presidente dell’associazione Chi rom e chi no.

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“L’apparenza inganna”: Aism lancia agenda dei diritti per la Sclerosi multipla


 

La voce di una giornalista veneta di Tva all’esultanza di un piccolo tifoso del Cosenza che ha battuto il Vicenza: una battuta colma di pregiudizio e luogo comune sul Sud da parte di chi dovrebbe essere una professionista dell’informazione.

Oggi parliamo di malattie rare e nello specifico parliamo della Settimana Nazionale della Sclerosi Multipla;  è l’appuntamento annuale di informazione e sensibilizzazione sulla sclerosi multipla e patologie correlate promosso da AISM in Italia, che prende il suo avvio, come ogni anno, dalla Giornata Mondiale della SM.

Dal 30 maggio al 5 giugno molte le iniziative in programma: oggi, verrà presentata l’Agenda della Sclerosi Multipla e patologie correlate 2025 sostenuta dai principi di una rinnovata Carta dei diritti e dalle evidenze del Barometro della SM 2022. Per la prima volta, inoltre, AISM promuove una campagna di sensibilizzazione rivolta ai più giovani su TikTok: ‘L’Apparenza Inganna’

Un’Agenda strutturata in linee di missione, priorità, azioni, sostenute dai dati del Barometro della sclerosi multipla 2022 e fondata su diritti ineludibili di ogni persona con SM e patologia correlata, familiare, caregiver, rilanciati da una rinnovata Carta dei Diritti che è anche l’occasione per condividere e aderire dopo che è stata già sottoscritta da oltre 60.000 persone.

Una rilettura che consolida i 7 diritti già sanciti nel 2014: Salute, Ricerca, Autodetermi­nazione, Inclusione, Lavoro, Informazione, Partecipazione attiva, riproposti con ancora più forza, incisività, visione strategica e aspirazione ideale, cui si uniscono altri 3 diritti emersi in modo nitido dalla consultazione diffusa: Educazione e Formazione, Semplificazione, Innovazione, a formare un autentico decalogo.

Ascoltiamo il direttore Affari generali di Aism Paolo Bandiera.

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La casa è in pericolo per metà degli italiani. Lusetti: “serve edilizia sociale”


 

La voce di Papa Francesco dopo la strage in una scuola del Texas: domani è la giornata mondiale del gioco e questa deve essere l’unica arma per un bambino in ogni parte del mondo.

Oggi parliamo ancora della situazione sociale nel nostro Paese dove aver affrontato il tema dello scontro sul reddito di cittadinanza. Se l’Istat dice che gli indici di ripresa e fiducia tornano ad essere quelli prima della guerra, ci sono altri indicatori che raccontano di un’Italia molto preoccupata o addirittura terrorizzata.

Perché dalla questione reddito, salario e lavoro dipendono gli altri diritti a partire da quello della casa. Ci sono i dati del Rapporto Fragilitalia di Legacoop e Ipsos diffusi ieri e con cui apriremo anche il notiziario quotidiano di oggi dove emerge la difficoltà di oltre metà dei proprietari e affittuari di alloggio a pagare la rata del mutuo o il canone di affitti.

Nella sola area metropolitana di Napoli, secondo i dati diffusi da Unione Inquilini, sono arrivati alla fase dell’esecuzione oltre 8.000 sfratti e ben 16.000 esecuzione complessiva di provvedimenti di rilascio pendenti presso i vari tribunali: in totale ogni anno sono 50mila le famiglie sotto sfratto. In questa situazione si annidano nuovi pericoli, come quello dell’ulteriore indebitamento o addirittura dell’usura, se pensiamo che 12% di chi per pagare ha dovuto ricorrere a prestiti di parenti e amici e il 6% di chi ha chiesto una rateizzazione del mutuo. Ascoltiamo l’analisi e le proposte del presidente nazionale di Legacoop Mauro Lusetti.

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Nel Paese che invecchia politiche e (nuovi) metodi per la cura degli anziani


 

La voce di Steve Kerr, coach della Nba americana, che con le lacrime agli occhi grida la sua rabbia per l’ennesima strage in una scuola in Texas da parte di un 18enne armato fino ai denti.

Dall’infanzia negata negli Usa, patria delle armi, passiamo alla terza età nel nostro Paese. Oggi molti, troppi, anziani sono afflitti da un insieme di condizioni (sanitarie, economiche sociali, ambientali, abitative) che rendono l’ultima stagione della loro vita particolarmente faticosa in un Paese in cui l’invecchiamento della popolazione incide in maniera determinante.

Rimuovere questa condizione deve essere, secondo Auser, “impegno prioritario di tutta la comunità. Per farlo è necessario promuovere nel Paese e in Europa un serio programma politico per l’invecchiamento attivo”.

Poi ci sono quegli anziani non autosufficienti. Ad esempio secondo l’OMS la demenza è la 25^ causa di disabilità nel mondo, la 7^ causa di morte negli ultimi vent’anni e rappresenta una condizione che coinvolgerà un numero sempre maggiore di persone e famiglie. Le varie forme di demenza, tra cui l’Alzheimer, non colpiscono solo gli anziani che ne sono affetti, ma incidono in maniera considerevole sull’ambiente di vita della persona, costringendo i familiari a cambiamenti e adattamenti importanti nella presa in carico quotidiana.

La Regione Piemonte ha adottato nella propria normativa il metodo Gentlecare di Ottima Senior che da 10 anni propone un approccio innovativo. Ascoltiamo il fondatore di Ottima Senior Enzio Angiolini.

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Reddito cittadinanza “primo nemico”, non disuguaglianze e povertà da lavoro


 

La voce del giornalista Paolo Mondani che con Sigfrido Ranucci e tutta la redazione di Report ieri ha subito perquisizioni dopo la puntata del 23 maggio sulla strage di Capaci.

Parliamo di reddito di cittadinanza, ieri con Oxfam abbiamo dato i numeri sulle disuguaglianze a livello globale. Nel nostro Paese gli indicatori ci parlano di povertà aggravate con la pandemia e di un rischio anche per chi lavora. Nel mirino di ampi settori della politica e dell’imprenditoria c’è la misura che raggiunge circa 2 milioni di famiglie e complessivamente 3,3 milioni.

Italia Viva vuole addirittura promuovere una raccolta firme per abolirlo mentre associazioni di commercianti e imprese denunciano in varie zone d’Italia la mancanza di lavoratori stagionali additando proprio il reddito di cittadinanza.

Ascoltiamo Roberto Rossini, portavoce dell’Alleanza contro la povertà che ieri è intervenuta con una nota nel dibattito pubblico che si è sviluppato anche sui social.

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Con la pandemia 573 nuovi miliardari: profitti record su cibo, energia e salute


 

Il suono del conflitto in Ucraina giunto al terzo mese di combattimenti da quell’alba del 24  febbraio.

Oggi parliamo di ricchezza, povertà e disuguaglianze. Che affare la pandemia, ha prodotto 573 nuovi miliardari, uno ogni 30 ore, mentre, quest’anno, un milione di persone ogni 33 ore potrebbe finire in condizione di povertà estrema, vale a dire 263 milioni.

La ricchezza dei miliardari è aumentata, in termini reali, più in 24 mesi di COVID-19 che nei primi 23 anni delle rilevazioni di Forbes ed è ora equivalente al 13,9% del PIL mondiale. Sono alcuni dei dati di Oxfam in apertura del World Economic forum di Davos.

Le imprese nei settori energetico, alimentare e farmaceutico – caratterizzati da situazioni di forte monopolio – registrano profitti da record. Chi sono le multinazionali che hanno fatto ingenti profitti in questi due anni? Ascoltiamo Francesco Petrelli, portavoce di Oxfam Italia

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