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La strage di Capaci, la voce di Falcone: la verità lontana 30 anni dopo


 

La voce di Giovanni Falcone, nel giorno in cui si ricordano i 30 anni dalla strage di Capaci che uccise lui, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta  Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Nel trentennale di quell’attentato che squarciò la democrazia già debole di un Paese in piena tangentopoli e instabilità politica la sera del 23 maggio 1992 a Palermo oggi si ritrovano mille studenti con il ministro Bianchi e la presidente della Fondazione Giovanni Falcone, la sorella Maria. E in città ci sarà anche il presidente della repubblica Sergio Mattarella. A queste e altre generazioni non ancora nate o appena nate 30 anni serve ascoltare la voce del magistrato

Don Luigi Ciotti sulla Via Libera dice: “Luigi Ciotti: “Non servono parole leggere ma scelte e gesti pesanti: meno celebrazioni sterili e più attenzione all’oggi, col suo carico di ingiustizie e sofferenze”. Infatti oggi serve la verità, ancora lontana e appena percepita dai processi come a Rainews ha detto Roberto Scarpinato: “a decidere le modalità di quella attentato fu un livello più alto”.

Perché Falcone poteva essere ucciso a Roma senza troppo clamore invece si scelse il tritolo che aprì la stagione stragista che continuò con Borsellino e poi con le bombe di Firenze, Roma e Milano contro il patrimonio culturale e religioso. Un biennio di piombo dove Cosa Nostra fu la mano armata di un potere tanto nascosto quanto tutt’oggi potente perché ancora riesce a non scrivere la storia italiana a cavallo tra la prima e la seconda repubblica.

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Il Pnrr e le risorse che servono per difendere i beni confiscati alle mafie


 

Il suono della scossa che 10 anni fa, nella notte del 20 maggio 2012, colpì l’Emilia e una seconda tornò nove giorni dopo aggiungendo distruzioni, morti, feriti e sfollati.

Oggi parliamo di beni confiscati alle mafie. Ieri Libera e la rete delle associazioni nazionali come Arci, Acli, Legambiente, Legacoop, Confcooperative, Avviso Pubblio e sindacati confederali hanno scritto alle Commissioni riunite Affari Costituzionali e Istruzione del Senato per chiedere alcune modifiche all’articolo 22 del decreto legge n. 36, contenente misure urgenti per l’attuazione del Pnrr che istituisce il Fondo per le spese di gestione dei beni confiscati.

Secondo le associazioni è necessario compiere ulteriori passi in avanti. A partire dall’aumento della sua dotazione finanziaria e dall’estensione a livello nazionale dell’ambito di competenza del Fondo, non limitandone l’applicazione soltanto ai progetti che saranno finanziati dall’avviso pubblico dell’Agenzia per la coesione territoriale, viste le numerose progettualità presentate con la specifica misura ‘Valorizzazione dei beni confiscati alle mafie’ del Pnrr, e considerate, altresì, le centinaia di esperienze di riutilizzo sociale già esistenti o che potranno attivarsi nei prossimi mesi in tutte le regioni, promuovendo concretamente percorsi di coesione e inclusione sociale. Ascoltiamo Davide Pati, settore beni confiscati di Libera.

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L’appello di Fabio Ridolfi e a Roma “svolta epocale” per l’inclusione a scuola


 

Il suono del respiro di Fabio Ridolfi che da 18 anni è totalmente immobilizzato. Riesce a muovere solo gli occhi, e grazie a un lettore oculare, rivolge un appello allo Stato italiano in un video diffuso dall’associazione Luca Coscioni: chiede di poter morire con il suicidio assistito.

Oggi parliamo di inclusione scolastica di alunni e alunne con disabilità. Nella seduta del 16 maggio a Roma la Giunta Capitolina ha approvato in via sperimentale per il biennio scolastico 2022/2024, rinnovabile per il successivo biennio 2024/2026, le Linee Guida per la gestione del servizio educativo per il diritto allo studio, all’autonomia e all’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disabilità -servizio OEPAC – e l’istituzione del Registro Unico Accreditati Scuola.

Si tratta di un passo epocale – secondo le associazioni regionali della cooperazione sociale – fortemente voluto dall’Assessora Claudia Pratelli, che di fatto sancisce la messa in opera di un nuovo modello di affidamento dei servizi OEPAC attraverso l’accreditamento.

Non si tratta solo di un mero cambio di rotta puramente amministrativo o di una qualche apparente semplificazione burocratica, a vantaggio della Pubblica Amministrazione o delle imprese appaltatrici. Ce lo spiega Anna Vettigli, responsabile Legacoopsociali del Lazio.

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Una generazione a mano armata all’ombra del Vesuvio


 

Una delle voci raccolte da Arcigay qualche anno fa. Ieri la giornata mondiale contro l’omofobia, un giorno come tutti i giorni per respingere la violenza e a difesa di persone libere di amare.

Oggi parliamo di violenza urbana, nello specifico quella giovanile e minorile. E la cronaca ci riporta a Napoli dove virtualmente siamo stati l’altro ieri per raccontarvi del Patto educativo. Coltelli, risse, rapine violente dove criminali e vittime sono minorenni.

Solo negli ultimi 3 giorni i casi si susseguono: due 16enni accoltellati mentre sono al mare di Posillipo, un 13enne ferito a scuola e una generazione che vive da mattina a sera gli spazi della città a mano armata con troppi coltelli nelle tasche dei ragazzi. A questa violenza si aggiunge quelle bande criminali e della camorra e adesso in città c’è un clima di paura.

Abbiamo chiesto a Giovanni Laino, docente universitario e vicepresidente dell’Associazione Quartieri Spagnoli, una sua analisi sulla situazione.

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Guerre e informazione: come i media italiani devono recuperare credibilità


 

La voce di Luciana Castellina, presidente onoraria di Arci, per il Festival Sabir che si è tenuto a Matera da cui parte la puntata di oggi.

Il Festival Sabir si tiene dal 2014 all’indomani della strage di Lampedusa. Quest’anno nella città dei sassi lo scorso weekend si sono toccati molti temi. Uno di questi è molto attuale, riguarda il rapporto tra l’informazione e i conflitti partendo dalle parole e dalle immagini. Come quelle di un bombardamento o di un funerale attaccato dalla agenti di polizia come avvenuto a Gerusalemme per la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akle. Ciò che oggi è maggiormente a rischio per l’informazione è a credibilità. Ascoltiamo Valerio Cataldi, giornalista Rai e presidente di Associazione Carta di Roma.

Anche il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli ha preso parola e in una battuta ha invitato la categoria in modo chiaro ad assumersi le proprie responsabilità. Ascoltiamo.

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Il Patto educativo che da Napoli vuole contrastare povertà e disagio minorile


 

Il suono delle cariche della polizia israeliana l funerale della giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akle, immagini che hanno indignato il mondo intero.

Oggi parliamo del Patto educativo firmato a Napoli lo scorso 13 maggio e riguarda l’intera area metropolitana della città. A volerlo dallo scorso autunno è stato il vescovo don Mimmo Battaglia e il documento porta la firma della Diocesi napoletana, del ministero dell’Istruzione, delle istituzioni locali, del forum terzo settore della Campania e dell’impresa sociale Con i bambini.

Nell’articolo 1 del Patto è scritto che intende contrastare e prevenire “i fenomeni della povertà educativa, della dispersione scolastica e del disagio formativo, nell’area metropolitana di Napoli, e intende restituire centralità culturale, civile e amministrativa, alla questione educativa intesa come responsabilità dell’intera comunità”.

La durata prevista è di tre anni e sarà soggetto a una fase di monitoraggio mentre nell’ultimo articolo è scritto che “costituisce un documento pilota di riferimento, che potrà essere adottato in altri contesti che presentino significativi fattori di rischio di dispersione e di disagio formativo”.

Per capire qual è l’importanza di questo Patto ascoltiamo Giovanpaolo Gaudino, portavoce del Forum terzo settore della Campania che è uno dei soggetti firmatari.

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Ogni giorno in Italia 165 morti premature legate all’aria inquinata


 

Le voci di protesta che si sono levate in tante parti del mondo dopo l’uccisione della giornalista Shireen Abu Akle da parte dell’esercito israeliano durante gli scontri a Jenin.

Oggi parliamo di ambiente e salute ritorniamo sulla correlazione tra i’inquinamento atmosferico e morti premature: in Italia sono circa 60 mila persone l’anno, 165 in media ogni giorno, secondo i dati dell’Agenzia europea dell’Ambiente.

Tra le zone più colpite ci sono la Valle del Sacco nel Lazio, l’agglomerato di Napoli e Caserta e soprattutto il bacino padano, una delle aree a maggior rischio sanitario d’Europa insieme ad alcune regioni di Polonia e Repubblica Ceca.

Sono alcuni dei dati chiave del Position paper “La qualità dell’aria”, pubblicato da parte del Gruppo di lavoro dell’Alleanza per lo sviluppo sostenibile – Asvis sul Goal 11 (Città e comunità sostenibili), contenente un’analisi aggiornata e una serie di proposte sul fenomeno dell’inquinamento atmosferico in Italia. Ascoltiamo le voci di esperti e amministratori pubblici raccolte da Asvis in un video diffuso su youtube.

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In 10 anni raddoppiato il numero di minori seguiti nei servizi di neuropsichiatria


 

La voce della giornalista palestinese di Al Jazeera Shireen Abu Akleh che è stata uccisa durante il raid israeliano nel campo profughi di Jenin in CisGiordania.

Oggi parliamo di un tema molto delicato e importante. A causa della Pandemia e del suo impatto sulla salute generale della popolazione, il benessere psichico dei minori è diminuito oltre il 10% a livello mondiale, con il raddoppio dei bambini sotto la soglia del disagio, con un aumento di rabbia, noia, difficoltà di concentrazione, senso di solitudine e di impotenza, stress, disturbi del sonno oltre che di patologie anche più severe come disturbi del comportamento alimentare ed autolesionismo.

In Italia i disturbi neuropsichici dell’età evolutiva colpiscono quasi 2 milioni di bambini e ragazzi, tra il 10 e il 20% della popolazione infantile e adolescenziale tra i 0 e i 17 anni, con manifestazioni molto diverse tra loro per tipologia, decorso e prognosi. La loro incidenza è in ascesa, in meno di dieci anni è raddoppiato il numero di bambini e adolescenti seguiti nei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

A diffondere questi dati nell’ambito della settimana europea di sensibilizzazione sulla salute mentale e in occasione dei suoi 50 anni è stata ieri la Società italiana di neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza. Ascoltiamo la presidente Elisa Fazzi, direttore unità operativa degli ospedali civili e università di Brescia.

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Contrastare insicurezza alimentare e povertà: intervista a Licia Casamassima di Azione Contro la Fame


 

“Mai più fame – Dall’emergenza all’autonomia” è il progetto di Azione Contro La Fame per frenare la propagazione di una “pandemia silenziosa” – l’insicurezza alimentare – che mette in ginocchio le famiglie più vulnerabili del Paese. Uomini, donne e bambini che facevano già i conti con la difficile congiuntura economica e che, negli ultimi anni, hanno pure dovuto subire gli effetti del coronavirus sulla propria capacità di generare reddito. Secondo i più recenti dati diffusi dall’Istat, sono 5,6 milioni le persone che vivono una condizione di povertà assoluta in Italia. 1,3 milioni sono bambini.
Ne parliamo con la responsabile programmi di Azione Contro la Fame Licia Casamassima.