Pisa, serve una nuova cultura del dissenso contro il manganello della vergogna


 

Questi sono i momenti delle cariche violente contro gli studenti di Pisa: manganellate contro ragazzini di 13 anni inermi. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 26 febbraio 2024, anno III della guerra, anno 4° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo di repressione e diritto al dissenso dopo i gravi fatti di Pisa. Sabato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella si è mosso nei confronti del ministro dell’Interno Piantedosi con una nota che non ha precedenti per l’ordine pubblico: “l’autorevolezza delle Forze dell’ordine non si misura con i manganelli ma tutelando la libertà di manifestare pubblicamente le opinioni. Con i ragazzi i manganelli esprimono un fallimento”. Queste le parole del Capo dello Stato che esplicita il pensiero della stragrande maggioranza degli italiani rappresentati la sera stessa in piazza a Pisa come risposta a tale repressione contro dei minori. Ascoltiamo

Se per esponenti e giornalisti di destra i manganelli erano giusti e attaccano anche lo stesso Mattarella, Amnesty parla di “un uso ingiustificato e non necessario della forza”. Il terzo settore, dalle Acli all’Arci e all’Auser hanno chiesto subito chiarimenti per i fatti gravissimi. Tra gli studenti picchiati ci sono anche quelli con disabilità in un vortice di violenza senza senso. L’indignazione è partita dai docenti che dal liceo hanno ripreso i poliziotti con i telefonini. Ascolitamoli

Secondo Articolo 21 “il confine ungherese è stato ampiamente superato” in riferimento all’Ungheria di Orban, amico di Salvini e Meloni, e a un brutto clima che si respira se pensiamo alle parole del carabiniere qualche settimana fa su “Mattarella non è il mio presidente”. Queste manganellate per chi manifesta contro il genocidio a Gaza arrivano dopo quelle di Napoli, Torino e altre città all’indomani di Sanremo e la polemica sulle parole di Ghali sollevate dall’ambasciatore israeliano in Italia. Si gioca in questo momento una partita molto importante su libertà di pensiero e del dissenso per fermare l’assuefazione che come una goccia rischia di rendere normale la restrizione degli spazi di democrazia, una cultura partecipativa da far crescere per fermare i manganelli della vergogna.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale