Sanremo, nel Festival “normalizzatore” arriva l’appello di Bove sul primo soccorso


 

[Questa è la reazione della platea del teatro Ariston durante la lettura della classifica finale che ha prodotto non poche proteste anche sui social: l’esclusione di Achille Lauro, Giorgia e delle donne dal podio il tema del contendere. Questa è Ad Alta Velocità oggi 17 febbraio 2025: nello stesso giorno del 1977 il segretario Cgil Luciano Lama viene  contestato e poi cacciato all’università di Roma da giovani extraparlamentari. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di Sanremo. L’evento mediatico nazional-popolare che tiene incollato il Paese per una settimana e oltre davanti a tv e social. Come ha scritto il giornalista Domenico Iannacone: “Un Paese intero in apnea, sospeso tra una strofa e un ritornello, tra un applauso e un coro di polemiche. Ma il vero rischio è un altro: saremo ostaggi della sua lunga ombra mediatica, intrappolati in un eterno dopo-festival che si insinuerà ovunque”.

Cosa resta di questa edizione? Una sensazione di “normalizzazione” attraverso l’escamotage della centralità delle canzoni. I temi di grande dibattito, da quelli sociali e di genere, sono stati pochi sia nei testi che sul palco. Qualche riferimento generico alla pace in Medioriente, una spuntata verso la memoria delle Foibe in piena linea di governo, un po’ di infanzia sul palco tra bimbi geniali e secchioni, qualcosa di più rilevante in alcune canzoni come quella di Fedez che affronta il tema della depressione. Direttore d’orchestra di questo Festival normalizzante è stato Carlo Conti che ha portato sul palco Edoardo Bove: il calciatore della Fiorentina che ha rischiato la vita in campo e che ha sottolineato l’importanza del primo soccorso. Ascoltiamolo

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotitiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale