Sviluppo sostenibile: ancora molti ritardi per gli obiettivi 2030 nelle regioni italiane


 

Questi sono i suoni della stagione delle piogge a Gaza, allagati i campi profughi e le città distrutte dai bombardamenti israeliani: piove sul bagnato nella Striscia. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 14 dicembre 2023, anno II della guerra, anno 4° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo. 

Oggi parliamo di sviluppo sostenibile. Il Rapporto Territori 2023 dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile presentato ieri mostra le cattive performance di quasi tutte le Regioni rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e un aumento delle disuguaglianze territoriali. Occorre intervenire con urgenza per ridurre i danni dovuti al cambiamento climatico, rivedere in profondità la politica di coesione e dare coerenza agli interventi per le città, le aree interne e la montagna, utilizzando l’Agenda 2030 come quadro di riferimento comune per tutte le politiche pubbliche.

Tra il 2010 e il 2022 gran parte delle Regioni italiane non hanno fatto passi avanti soddisfacenti rispetto ai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile: solo per due Obiettivi, salute ed economia circolare, si registra un miglioramento generalizzato, mentre peggiorano le condizioni di quasi tutte le Regioni per quattro Obiettivi (povertà, qualità degli ecosistemi terrestri, risorse idriche e istituzioni), a fronte di una sostanziale stabilità per gli altri. Eccezione positiva la Valle d’Aosta e la Toscana, mentre tra quelle che mostrano le peggiori performance si segnalano il Molise e la Basilicata. Ascoltiamo il presidente di Asvis Pierluigi Stefanini.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale