Tra gender gap e violenza economica: l’8 marzo vive nella diseguaglianza di genere


 

[Apertura: Questa è la voce dello studente del Parini colpito da un’ombrellata da un professore durante il tentativo di occupazione: sono arrivate le scuse del docente. Questa è Ad Alta Velocità, oggi 5 marzo 2024, anno III della guerra, anno 4° dalla pandemia. Ben trovati da Giuseppe Manzo].

Oggi parliamo di parità, donne e violenza economica. Verso l’8 marzo si susseguono tante iniziative sul cosiddetto gender gap, il divario economico tra uomini e donne nel nostro Paese. Questa discriminazione è strettamente collegata anche al fenomeno della violenza perché diventa un ricatto da cui è difficile uscire in contesti relazionali tossici.

Poi ci sono le basse percentuali di accesso ai ruoli apicali e dirigenziali nel settore sia pubblico che privato oltre a una differenza salariale e di accesso al lavoro. Ieri è stata organizzata la proiezione del film “C’è ancora domani” per alcune scuole della capitale per promuovere la sensibilizzazione del tema dell’uguaglianza di genere in vista del prossimo 8 marzo, è stata voluta dalla vicepresidente della Camera Anna Ascani. Ascoltiamo le parole di Paola Cortellesi