Il podcast integrale
Avete appena ascoltato un estratto de “La meglio gioventù”, un film del 2003, diretto da Marco Tullio Giordana. Il dialogo tra il giovane studente Nicola e il professore barone universitario continua a offrici uno spietato spaccato del nostro Paese. Un Paese dove rimane tutto uguale, immobile, in mano ai dinosauri.
Che cosa è un Paese senza giovani? O meglio: cosa resta di un Paese in continuo invecchiamento, che oltre alle culle sempre più vuote vede sempre più giovani con la valigia in mano? Il quesito apre scenari preoccupanti in termini sociali, politici, economici. La crisi demografica è una questione esistenziale; la fuga dei giovani è il suo correlato più deprimente. Senza i giovani mancano le promesse di cambiamento, rinnovamento e sviluppo, si perdono quei semi che un Paese pianta nel presente per raccogliere in futuro. L’Italia in questo momento vede andare via i frutti del proprio lavoro formativo ed educativo. Perché continuano ad aumentare le ragazze e i ragazzi che crescono nel nostro Paese e successivamente trovano strade migliori al di fuori di esso. Le propensioni e le motivazioni di queste milioni di persone sono state indagate dalla Fondazione Nord Est, che ha realizzato il rapporto
“I giovani e la scelta di trasferirsi all’estero”, presentato negli scorsi giorni al CNEL. Quali sono le principali evidenze che emergono dal rapporto?
Lo “sfaticato” della settimana è il ricercatore Lorenzo di Lenna. Ecco la sua analisi.
Il quadro che emerge non può che essere preoccupante. Milioni di giovani altamente qualificati che scelgono di andare via, anche al costo di abbandonare la famiglia, gli affetti e i luoghi più cari. Perché gli espatriati stanno meglio all’estero che in Italia? Ne abbiamo parlato con Di Lenna.
Un’altra parola chiave è attrattività. Questo fattore penalizza il nostro Paese e preoccupa gli osservatori. Non può essere altrimenti se si analizza ancora il rapporto. Prendendo in considerazione le prime dieci mete dell’espatrio dei nostri giovani – eccetto il Brasile – il rapporto è otto a uno. Cioè, a fronte di otto giovani che emigrano dall’Italia verso questi Paesi, solo un giovane straniero effettua il percorso inverso e arriva in Italia.
Insomma, la scarsa attrattività non è un fenomeno solo interno, ma riguarda anche chi ci guarda da fuori. Quali sono le conseguenze?
🎙 Sfaticati – La risposta dei giovani, a cura di Pierluigi Lantieri