Bilanci? Un miraggio. I bilanci degli enti locali slittano ancora, questa volta al 30 novembre. La nuova proroga, dopo quella al 30 settembre, è contenuta nella bozza del decreto Imu appena approvato dal governo. La classica scadenza del 30 giugno, ovvero una proroga fissa di sei mesi sui tempi previsti dalla legge, sembra ormai un dolce ricordo. L’ennesimo rinvio è dovuto alle incertezze che riguardano non tanto i conti degli enti locali ma i trasferimenti dello Stato a questi ultimi. Sono gravi le difficoltà dei sindaci nel redigere i preventivi 2013 che oramai andranno a valere sul 2014. Si prevedono gravi ripercussioni sui pagamenti per forniture e servizi e sui rinnovi di appalti e convenzioni: imprese, cooperative e associazioni già al limite della sopravvivenza, nella migliore delle ipotesi rischiano a loro volta di lasciare senza stipendio i lavoratori, se non addirittura la sospensione delle attività o il fallimento. Ma a quel punto ad aver già fallito sarà la politica.
Per la pace. Anche il Forum Nazionale del Terzo Settore aderisce all’Appello al digiuno lanciato da Papa Francesco per la pace in Siria. “Condanniamo ogni forma di violenza e auspichiamo una soluzione politica al conflitto in Siria, che passi attraverso il dialogo e il confronto. Pensiamo ai nostri cooperanti, agli operatori media e a tutti coloro che spendono il loro servizio per la pace e la libertà di informazione e che, in questo momento, stanno pagando un prezzo altissimo. Per loro e per tutti invochiamo il rispetto del diritto di ogni nazione e di ogni popolo alla pace, alla giustizia, alla non violenza e alla libertà”. Così il Portavoce del Forum, Pietro Barbieri.
Agricoltura per rieducare. Questo il principio base di “Ricomincio dal Bio”, il progetto dell’Associazione Italiana Agricoltura Biologica che ha coinvolto circa 70 ragazzi e ragazze negli istituti penali per minorenni di Palermo, Roma, Pontremoli, L’Aquila ed Airola. I giovani detenuti si sono cimentati in un corso di formazione in orticoltura biologica. L’esperimento è stato quello di realizzare sei orti biologici in altrettanti istituti penali per offrire a ragazzi detenuti la possibilità di apprendere i primi rudimenti dell’agricoltura biologica, imparare a coltivare la terra, scoprire un possibile percorso professionale, facendo misurare i ragazzi con la fatica, l’impegno e la costanza del lavorare la terra.
Diamo credito ai giovani. Banca Etica e la Fondazione Antiusura “Interesse Uomo” insieme per la costituzione e la gestione di un fondo di garanzia che consentirà di dare credito alle imprese sociali giovanili. Il nuovo strumento finanziario varato da Banca Etica risponde alle istanze sollevate negli ultimi mesi da parlamentari e consiglieri regionali di diversi gruppi politici che hanno manifestato l’intenzione di rinunciare a una parte dei loro emolumenti per liberare risorse da destinare alla collettività. Sarà uno strumento per finanziare le imprese che impiegano giovani al di sotto dei 36 anni, siano esse già avviate o in fase di start up, con priorità alle imprese cooperative e mutualistiche. Il Fondo di Garanzia sarà alimentato dalle donazioni di rappresentanti eletti delle istituzioni e dai contributi di tutti coloro che vorranno aderire all’iniziativa.
L’esodo in taxi. Da quando la guerra ha costretto migliaia di profughi a lasciare la Siria, i tassisti giordani sono diventati loro malgrado spettatori di una tragedia umanitaria senza eguali. Ogni mattina decine di taxi posteggiati lungo il versante giordano aspettano che i primi profughi varchino la frontiera come rifugiati. Il campo di Zaatri, coordinato dall’Unicef, sorge 20 chilometri più a sud e molti sfollati sono diretti lì. Omar, padre di 7 figli, compie il tragitto tra la frontiera e il campo decine di volte al giorno e racconta che la maggior parte dei siriani giunti in Giordania sono bambini. Mentre i poliziotti seduti ai check point di frontiera non possono fare altro che aspettare e osservare le centinaia di persone che ogni giorno varcano il confine, i tassisti locali nei momenti di pausa si dicono sicuri che se gli americani entrassero in guerra il flusso migratorio aumenterebbe.
Un film per la pace. Ana Arabia di Amos Gitai, alla 70/a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è una finestra sulla vita di una piccola comunità di ebrei e arabi, che vivono, uno a fianco all’altro, in un quartiere povero al‘confine’fra Jaffa e Bat Yam in Israele. Nel film una giovane e bella giornalista, Yael (Yuval Scharf), vero Virgilio di‘Ana Arabia’, va a visitare queste case cadenti, ma dignitose, scoprendo una serie di personaggi che forniscono la dimostrazione di una convivenza possibile e di una umanità straordinaria. Per il regista il film non è altro che‘’una fragile utopia e una metafora sul fatto che possa esserci una convivenza tra i due popoli, ma anche una bomba di pace contro le violenze che scorrono tra ebrei ed arabi’’.