Immersioni senza barriere


564127È il progetto di recupero della riserva di Capo Gallo a Palermo, promosso dall’associazione YouDive Club. L’iniziativa è rivolta a ragazzi con disabilità dell’istituto penale Malaspina e a oltre 600 studenti.

 

Il progetto è stato finanziato dal Consiglio dei ministri con l’avviso pubblico “Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici” e ha avuto il patrocinio della Regione.
Le sue finalità, in particolare, sono state: il mare come luogo di inclusione per chi è con disabilità; il mare come luogo di inclusione per i minori in fase di recupero nelle carceri; il mare come luogo di educazione all’ambiente per le scuole del palermitano; la salvaguardia ed il rilancio imprenditoriale della riserva naturale di Capo Gallo, devastata dagli incendi durante l’estate, e dall’area marina protetta; l’imprenditoria giovanile, il progetto come start up per la valorizzazione del territorio.
Tra questi Gianluca Pellegrino, tetraplegico, che grazie ad un’immersione guidata, ha scoperto la vita sottomarina prima a lui inaccessibile. “Ho 35 anni – racconta – e grazie a questo progetto ho potuto realizzare un sogno che avevo fin da piccolo e che finalmente è diventato realtà. Mi sono detto perché non provare e così, con l’aiuto di esperti, mi sono potuto immergere fino a 10 metri di profondità per conoscere quello che è permesso solo a pochi”.
Il numero maggiore di partecipanti è stato quello di 600 alunni di più di 14 scuole di Palermo che hanno potuto fare escursioni, lezioni di biologia marina e anche loro esplorazione dei fondali. Il progetto ha inoltre offerto una serie di attività gratuite anche a tanti cittadini che hanno raggiunto la sede di YouDive Club Capo Gallo: snorkeling guidato, battesimo del mare, tecniche di immersione ed escursioni. E poi ancora attività di basket acquatico, lezioni di biologia marina.

“Il progetto in uno dei suoi punti è stato dedicato anche ad alcune persone con fragilità sociali. A quattro ragazzi del Malaspina – spiega i presidente ASD You Dive Club Capo Gallo, Francesco Landini responsabile del progetto – infatti, abbiamo dato la possibilità di potere fare il ‘battesimo del mare’ cioè la prima immersione nel fondale marino e poi il percorso in gommone. Inoltre hanno partecipato con noi anche altri tre giovani con grave disabilità: un tetraplegico e due tetraspastici. L’impresa, anche se ardua, è riuscita nel migliore dei modi perché siamo riusciti ad instaurare con loro quella fiducia necessaria a poterli condurre sott’acqua con noi. Addirittura ci sono stati pure dei giovamenti fisici per esempio per i giovani tetraspastici che mentre erano immersi avevano una riduzione notevole degli spasmi”. “Adesso ci auguriamo che dopo il progetto, l’amministrazione comunale – conclude Landini – possa, anche con il nostro ausilio, proseguire in qualche modo questa iniziativa perché la valorizzazione della riserva attraverso l’impegno di tante persone deve continuare proprio per l’enorme valenza educativa che assume”.

 

Foto: Redattore Sociale