Il 20 maggio 2012 il terremoto in Emilia spazzò via vite umane e lavoro. A due anni di distanza 200 imprese ripartono con il microcredito. Come nel caso di Fabrizio che si è ritrovato con la fabbrica inagibile. Per non interrompere la produzione e le consegne, decide di spostare i macchinari in giardino, noleggia un container e manda a produrre alcuni ordini presso altre aziende della zona. Quando il calo di fatturato e i ritardi nei pagamenti lo mettono in difficoltà, Fabrizio chiede un finanziamento in banca, ma gli viene negato. Oggi continua la sua attività grazie al microcredito. L’azienda di Fabrizio è una delle 200 aziende sostenute da Microcredito per l’Italia, un’impresa sociale che si occupa di sostegno alla microimpresa, con 6 milioni di euro, di cui 5 messi a disposizione da Renzo Rosso di Diesel e presidente della holding Only the brave. Il 30% delle imprese finanziate sono start up, il 30 per cento ha come titolare una donna, il 15 per cento dà fiducia a un giovane under 35. Pochissime le insolvenza, meno dell’1 per cento.
Oltre a Fabrizio, anche Vittoria ha ottenuto un finanziamento. La sua tipografia (un’attività storico del comune di Finale Emilia, in provincia di Modena) ha affrontato un calo di fatturato a causa dei danni diretti riportati da molti clienti. Mettere in cassa integrazione gli 8 dipendenti (tutti monoreddito e con abitazioni danneggiate) significava ridurre le loro entrate al di sotto della soglia necessaria per vivere del proprio lavoro. Un prestito di 50 mila euro le ha permesso di rilanciare l’attività, tutelando i dipendenti. Il trauma del terremoto e il desiderio di stare più vicino alla famiglia hanno spinto Benedetta, 36 anni e un lavoro sicuro come architetto, a cambiare vita (vedi il lancio successivo).
“Il successo di questa iniziativa dipende da più fattori – ha detto Paolo Nicoletti, presidente di Microcredito per l’Italia – Al primo posto l’intelligenza di un imprenditore come Renzo Rosso, che scegliendo il microcredito ha trasformato un gesto di generosità in un investimento sociale che moltiplica le risorse impiegate e l’impatto sulla popolazione. Questa generosità – ha concluso – ha trovato a livello locale un terreno fertile: singoli volontari, associazioni, enti pubblici che ci hanno aiutato a promuovere l’iniziativa, ad aprire e gestire sportelli d’ascolto, a offrire gratuitamente servizi di supporto e accompagnamento alle piccole imprese