“Stamattina ho messo le tue scarpe”: quattro passi nei luoghi del disagio mentale

di Admin GRS

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Si svolge a Pesaro un’iniziativa che  invita le persone a “indossare le scarpe” dei pazienti con disturbi psichici.

L’esperienza biennale partecipativa, dedicata alle tematiche del disagio psichico,  è promossa dalla cooperativa sociale Alpha (www.alphapesaro.org) che, dopo la prima esperienza del  2012, torna ad animare  ed arricchire di contenuti nuovi, gli spazi pubblici della cittadina marchigiana, nel corso di due giornate, sabato 20 e domenica 21 settembre. Sarà possibile, infatti, vivere personalmente un percorso di avvicinamento alla malattia mentale attraverso l’esplorazione di storie e luoghi. All’esperienza possono partecipare fino a 100 persone al giorno.

“Stamattina ho messo le tue scarpe” quest’anno è accompagnato da una mappa dai racconti video di Lele Marcojanni e dalle illustrazioni di Giordano Poloni. Sono storie vere che “parlano di distanze, le distanze che separano il mondo della malattia mentale da quello quotidiano e famigliare che siamo abituati a conoscere. Parlano di punti di vista, che ci appaiono distorti perché li leggiamo con la logica comune”. Sono storie che parlano di persone come ad esempio, confida uno di loro: “Tutte le mattine mi sveglio, mi metto gli abiti da lavoro, mi metto le scarpe antinfortunistiche, il gilet con le tasche. Passo in cucina e faccio colazione. Saluto i miei figli e vado a lavorare. Ma il mio vero lavoro è dire che vado a lavorare, anche se in realtà sono al centro diurno”…..

Assenza, scoperta, ritorno saranno rivissuti attraverso un viaggio “induttivo” verso la psichiatria, con l’utilizzo di materiali originali tra cui il documentario, l’illustrazione e la grafica.

La prima fase si svolgerà all’interno della struttura residenziale riabilitativa di Bevano (a pochi minuti da Pesaro e Fano), svuotata il giorno prima dei suoi abitanti, sarà possibile esplorare il suo interno, dalla cucina alla sala da pranzo, dalle stanze private all’ufficio degli operatori, “nell’assenza, sono gli spazi a raccontare attraverso segni e oggetti, pieni e vuoti, le storie e gli stati d’animo di chi li abita”.

Lasciata la struttura, i partecipanti saranno accompagnati nel centro di Pesaro, dove, facciate di palazzi e muri di appartamenti, diventano schermi sui quali è proiettato il documentario “4.920” diretto da Elena Mattioli e Flavio Perazzini in cui gli ospiti della struttura rivelano la propria relazione con il disagio mentale. Il video racconto, è il risultato di un’immersione all’interno della struttura per diversi giorni, i registi hanno lavorato con gli utenti per raccogliere storie e impressioni che riguardano la propria consapevolezza della malattia mentale e la diversa velocità del mondo esterno. A conclusione, verranno ricostruite le sensazioni vissute attraverso un momento di confronto collettivo, con specialisti, rappresentanti delle realtà coinvolte e autori attivi in ambito scientifico e culturale.

“Sono trascorsi oltre trent’anni dall’istituzione della Legge 180 che ha imposto la chiusura dei manicomi e regolamentato il trattamento sanitario obbligatorio attraverso la creazione di servizi di igiene mentale pubblici ma, a tutt’oggi, permane il timore nei confronti del disagio psichico” spiegano gli ideatori del progetto.

Nonostante se ne parli molto, l’ignoranza, l’indifferenza e la non accettazione verso il cosìddetto “male oscuro” non tendono a diminuire, nonostante stiamo già convivendo con un disagio psichico diffuso che colpisce le nuove generazioni, a partire dai bambini e fino ai ragazzi di 20 anni, come denuncia l’ultima ricerca dell’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità (http://www.who.int), condotta in 109 Paesi. L’allarme giunge forte e chiaro: la depressione è la prima causa di malattia e disabilità nella fascia d’età compresa tra i 10 e i 19 anni. Le più colpite dal male oscuro sono le ragazze, che manifestano più facilmente disturbi dell’umore rispetto ai coetanei maschi. Ma non è tutto. Il suicidio, spesso esito estremo di una condizione di grave depressione, è la terza causa di morte tra gli adolescenti, preceduta solo da incidenti e Hiv.