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Cospito, il carcere duro e i diritti umani: il confine tra giustizia e “legalità”

di Redazione GRS


 

Il momento in cui l’attaccante del Napoli Victor Osimhen sale sugli spalti per chiedere scusa a una tifosa dello Spezia per averla colpita accidentalmente durante il riscaldamento: un gesto molto apprezzato dopo tante scene di violenza tra le tifoserie.

Oggi parliamo del caso Alfredo Cospito. È stato un weekend di tensioni con le manifestazioni di Roma e Milano dove ci sono stati cortei contro il 41 bis e a sostegno dell’anarchico. La premier Giorgia Meloni ha chiesto a tutti i partiti, innanzitutto il suo, di stemperare i toni e le polemiche di fronte a una situazione che genera tensioni nel Paese.

Le organizzazioni per i diritti umani A Buon Diritto, Amnesty International Italia e Antigone hanno inviato una lettera al ministro della Giustizia Carlo Nordio esprimendo forte preoccupazione per la vita di Alfredo Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022 per protestare contro il regime speciale del 41-bis a cui è sottoposto continuativamente dal maggio 2022.

“La possibilità della morte di Cospito in custodia dello Stato è drammatica soprattutto alla luce delle condizioni detentive a cui è attualmente sottoposto, che prevedono isolamento prolungato ed escludono ogni contatto umano significativo. La pena, secondo il dettame costituzionale, non deve mai essere contraria al senso di umanità”, affermano le tre organizzazioni che, per tali ragioni, chiedono la revoca immediata del regime di detenzione speciale del 41-bis applicato nei confronti di Alfredo Cospito. Sul caso è intervenuto anche lo scrittore Erri De Luca, dal teatro Bolivar di Napoli dove porta in scena “Le rose di Sarajevo”, che ha parlato del significato di giustizia e legalità, ascoltiamo le sue parole.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Servizio civile, un generatore di competenze

di Redazione GRS


 

 

Bentrovati all’ascolto del Grs Week da Pierluigi Lantieri e Ivano Maiorella

Si fa presto a dire competenze: quando si parla di servizio civile, il tema diventa molto articolato. Ci sono quelle formali e quelle non formali, quelle materiali e quelle immateriali. Poi c’è il percorso e il vissuto di ogni singolo ragazzo o ragazza che sceglie questa esperienza.

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A Roma mille giovani per liberare il futuro dalle armi nucleari

di Redazione GRS


 

I cori delle manifestazioni a sostegno di Alfredo Cospito, ieri occupata la facoltà di Lettere alla Sapienza: il caso infiamma il dibattito politico e parlamentare con l’accusa di un ruolo della mafia contro il regime del 41 bis.

Oggi parliamo di armi, quelle che mettono paura il mondo intero e lo facciamo partendo da tre domande. Come possiamo costruire un mondo libero dalle armi nucleari? Qual è il ruolo delle persone comuni – in particolare dei giovani – in questo scenario? Come si inseriscono in questo dibattito l’informazione, la scienza e la cultura?

Domani 4 febbraio più di mille giovani si incontrano per rispondere a queste domande durante “Senzatomica Revolution Talks: io disarmo il futuro”, un evento gratuito e interattivo in cui i relatori dialogheranno con il pubblico e i giovani presenti stileranno un loro “manifesto” per il futuro. L’appuntamento si svolgerà dalle 10 alle 13, all’Auditorium Parco della Musica di Roma.

L’evento ha lo scopo di promuovere la campagna e la nuova mostra “Senzatomica. Trasformare lo spirito umano per un mondo libero da armi nucleari” volta a creare una nuova consapevolezza sulla minaccia delle armi nucleari. Dal 2011 la prima edizione della mostra è stata allestita in oltre 70 comuni italiani per un totale di 365mila visitatori. Senzatomica è uno dei principali partner italiani della Campagna internazionale per l’abolizione delle armi nucleari- premio Nobel per la Pace 2017.

Ascoltiamo Daniele Santi, presidente Comitato Senzatomica.

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Il vocabolario del Governo: la possibile lettura della Rete EducAzioni

di Redazione GRS


 

 

Queste sono le sirene in California mentre un afroamericano con le gambe amputate e sulla sedia a rotelle è stato ucciso brutalmente dalla polizia.

Oggi parliamo di istruzione, educazione e di parole. La rete EducAzioni — alleanza nata nel giugno 2020 durante la prima ondata di pandemia Covid-19, promossa da 10 reti del civismo attivo, del terzo settore e del sindacato, che si pongono l’obiettivo del contrasto alla povertà educativa e della promozione dei diritti delle bambine, dei bambini e degli e delle adolescenti in Italia ieri ha promosso un confronto sul vocabolario introdotto dal nuovo Governo, in particolare su alcune parole chiave che sono emerse come tratto distintivo, politico e valoriale, dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni.

“Merito”, “natalità”, “autonomia differenziata”, ma anche “povertà minorile”: sono tutti temi entrati nel vocabolario del Governo. Su queste parole, che sembrano toccare più direttamente l’interesse e il destino di bambine/i e adolescenti, la rete EducAzioni propone una possibile rilettura.

In particolare si è discusso molto di merito nell’ambito della crescita di infanzia e adolescenza. Ascoltiamo il presidente dell’impresa sociale Con i bambini Marco Rossi Doria.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale