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Le lacrime di Bucha, il fiume di coca a Milano e una casa rifugio per L.E.I.

di Redazione GRS


 

La voce rotta dal pianto di un sopravvissuto al massacro di Bucha, sobborgo di Kiev, dove i corpi di centinaia di civili giacciono sulla strada.

“Le immagini, le testimonianze dei giornalisti arrivati a Bucha, ci dicono che è il peggiore dei crimini di guerra commessi nei primi 40 giorni del conflitto russo-ucraino. Le immagini di persone con le mani legate, con colpi di arma da fuoco sparati alla nuca – evidentemente a distanza ravvicinata – ci ricordano le peggiori immagini della pulizia etnica in Bosnia nei primi anni ’90”. Così il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury, commenta all’Adnkronos l’inferno di Bucha, vicino Kiev.

Parliamo di droga, o meglio di consumo di sostanze stupefacenti. Sull’agenzia Redattore sociale Gianni Augello accende un focus relativo ai dati dell’Osservatorio di Lisbona su 80 città europee tra cui Milano nel biennio del lockdown. “Le limitazioni imposte dalla pandemia da Covid-19 non hanno fermato il flusso di cocaina a Milano. Il dato emerge in modo chiaro dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio europeo sulle droghe di Lisbona”.

Passiamo, adesso, al nostro ospite di oggi che ci parla di “L.E.I.”, la Casa Rifugio in provincia di Benevento con indirizzo segreto che fornisce accoglienza, protezione e ospitalità alle donne – sole o con figli e figlie minori fino a 6 anni di età- per le quali si rende necessaria l’attivazione di un percorso di protezione, fuoriuscita dalla violenza e ri-conquista dell’autodeterminazione. Parla la psicologa Mafalda Garzone

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo

Un prete nel mirino: nuove minacce a don Maurizio Patriciello sotto scorta

di Redazione GRS


 

La voce di Bono vox che ritirando a Washington il premio Fulbright ha dedicato ai profughi ucraini i versi della canzone di Bob Marley Redemption Song.

Oggi parliamo della guerra di casa nostra, quelle striscianti e non da parte di organizzazioni armate che vogliono controllare interi territori e soffocare la vita civile. Parliamo di don Maurizio Patriciello, parroco del Parco Verde di Caivano, in prima linea per l’ambiente e per la legalità.

Lo scorso sabato dopo il primo giorno di scorta disposta per le minacce nei suoi confronti un’altra intimidazione davanti alla sua chiesa con una scritta che di avviso: “per ora stiamo solo parlando”. Poco dopo il fatto abbiamo raggiunto don Patriciello ai nostri microfoni.

Come ogni lunedì aggiorniamo il numero delle morti sul lavoro con l’Osservatorio indipendente di Bologna: al 2 aprile ci sono stati dall’inizio dell’anno 291 lavoratori morti sul lavoro.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo

Accoglienza e Terzo settore. Un cambio di passo per costruire un laboratorio di prossimità e di cura

di Redazione GRS


 

Bentrovati all’ascolto del Grs Week da Anna Monterubbianesi.

Nei giorni scorsi il Dpcm per la protezione temporanea per la popolazione ucraina e un’ordinanza della Protezione Civile hanno definito l’organizzazione della nuova accoglienza diffusa. Oltre ai sistemi tradizionali di accoglienza ci saranno a disposizione fino a 15mila posti, tramite affidamento diretto al Terzo settore e grazie anche alla disponibilità dei cittadini.

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Caso Montale, pettegolezzi e gossip ossessivo: il corto circuito dei media italiani

di Redazione GRS


 

La voce di Putin che cita il murales di Jorit su Dostoevksy realizzato su una parete di una scuola di Napoli come segnale di speranza e non è un pesce d’aprile.

Oggi non parliamo di guerra. In questi giorni è andata in scena una tempesta di opinioni social e pubblicistica sulla vicenda della scuola Montale a Roma. Nota ormai a tutti, si tratterebbe di una presunta relazione tra una preside e uno studente 19enne. Il fatto non costituisce reato perché sono interessate persone adulte ma una eventuale responsabilità individuale relativa alla propria etica professionale della dirigente scolastica. Ciò che lascia perplessi è la canea mediatica basata sul pettegolezzo spicciolo che conduce alla gogna senza appello alcuno in una sorta di tribunale della morale che calpesta i principi del giornalismo.

Questione di genere? Anche ma va sottolineato che alcuni articoli sono scritti da giornaliste che si insinuano in chat private messe al pubblico ludibrio. Il corto circuito mediatico è ormai consolidato: gossip e non notizie, pettegolezzi invece della verifica dei fatti.

È capitato anche per il caso di un ospedale in provincia di Napoli dove un video è stato diffuso in cui si vedono due operatori sanitari fare sesso in una stanza adibita al personale: via agli insulti social e solo dopo alcuni giorni il dirigente sanitario ha spiegato che quel video risale a 3 anni fa, prima del Covid, e che quella era uno spazio dedicato al personale con la probabile intenzione ritorsiva di chi ha diffuso immagini riprese da una telecamera nascosta.

Tutta colpa del giornalismo cattivo? No, non solo. I media sono in linea con la domanda di pornografia emotiva con cui lo spioncino dei reels con cui si scorrono volti, corpi e vite si traduce nell’interesse ossessivo verso le vite degli altri. Chi fa informazione, oggi, deve porsi la domanda se sull’altare dei click e delle inserzioni si sia sacrificata definitivamente la deontologia e la capacità di essere strumento culturale per chi esercita la professione giornalistica.

Poi parliamo di Aree interne e di Sud con il progetto AppenninoHub e la voce di Katia Scannavini di Action Aid.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo

In viaggio la carovana della pace. Italia, povertà: bando Con il Sud-Action Aid

di Redazione GRS


 

La voce di Papa Francesco che ieri ha ricordato le principali vittime della guerra: i bambini. Il pensiero del Pontefice verso i bambini ucraini che, secondo i dati forniti da Unicef, in 2 milioni sono già rifugiati, hanno lasciato l’Ucraina in cerca di sicurezza. Altri 2,5 milioni di bambini sono sfollati nel paese, il 60% è ora costretto a lasciare le proprie case dato che continuano gli attacchi nelle aree urbane. Per loro e per tutti i civili dal nostro Paese è partita la carovana Stop the war now. Una delegazione di 200 persone, appartenenti alle 89 organizzazioni della società civile italiana che aderiscono al progetto, con una carovana di 50 mezzi, per portare beni di prima di necessità alla popolazione. Tra loro c’è anche il giornalista e direttore di Collettiva.it Stefano Milani che ci racconta il viaggio e l’arrivo al confine. Ascoltiamo

Parliamo di povertà al Sud. Ieri è stato lanciato il bando di Fondazione Con il Sud e Action Aid tramite la collaborazione con la Fondazione Realizza il Cambiamento, promuovono il bando “Realizziamo il cambiamento con il Sud” per contrastare la povertà economica e tutelare i diritti dei più fragili nelle regioni meridionali. Il bando si rivolge alle organizzazioni di terzo settore, che potranno collaborare con istituzioni, università, mondo economico e della ricerca per azioni di contrasto alla povertà economica e marginalità sociale, per migliorare l’accesso ai diritti umani e civili delle persone, prevenire e contrastare la violenza di genere, favorire l’empowerment, puntando sul welfare di comunità. A disposizione complessivamente 1 milione di euro. La prima scadenza è il 30 maggio. Ascoltiamo il direttore generale di Fondazione Con il Sud Marco Imperiale.

Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo