Podcast
Edizione del 30/10/2017
30 Ottobre 2017GRSWEEK 28 ottobre 2017 – Fake news e cattiva informazione
27 Ottobre 2017
Bentrovati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino.
Nell’epoca dei social network e della post-verità, ci si scontra quotidianamente con il fenomeno delle fake news, le notizie falsate o distorte che alimentano la cattiva informazione. Un tema con cui sia i professionisti del settore che il pubblico sono costretti a fare i conti quotidianamente, e al quale si collegano numerose riflessioni sul ruolo dei media e della professione giornalistica, ma anche quello della politica e del condizionamento dell’opinione pubblica.
Giovedì 26 ottobre a Roma, nell’ambito del Salone dell’Editoria Sociale, si è tenuto un convegno proprio su questo tema, che ha visto confrontarsi diversi addetti del mondo dell’informazione.
Giuseppe Manzo, capo-redattore Economia del Giornale Radio Sociale, ha moderato il dibattito.
[sonoro]
Un tema centrale rispetto alle fake news è quello della verifica delle notizie e delle fonti: una pratica sempre più disattesa che alimenta la disinformazione. Ascoltiamo Paolo Foschi, Corriere della Sera.
[sonoro]
Spesso le fake news sono figlie di una narrazione semplicistica e poco approfondita, e strumentali ad opinioni ben precise. Succede spesso con il tema dei migranti, come spiegato da Eleonora Camilli di Redattore Sociale.
[sonoro]
A servirsi della distorsione delle notizie è in molti casi la politica: il giornalismo abbandona così il suo ruolo originario per diventare uno strumento di propaganda.
Elisa Marincola, Articolo 21.
[sonoro]
Ed è tutto. Approfondimenti e notizie sul sociale su www.giornaleradiosociale.it
Edizione del 27/10/2017
27 Ottobre 2017Bufale e fake news: il workshop del GRS al Salone dell’Editoria Sociale
27 Ottobre 2017Il 26 ottobre 2017 si è tenuto a Roma, presso il Salone dell’Editoria Sociale, il workshop “Bufale e fake news: come smascherare la cattiva informazione”, con gli interventi di Paolo Foschi (Corriere della Sera), Elisa Marincola (Articolo ventuno) ed Eleonora Camilli (Redattore Sociale) e la moderazione di Giuseppe Manzo (Redazione Economia del Giornale Radio Sociale).
Edizione del 26/10/2017
26 Ottobre 2017Edizione del 25/10/2017
25 Ottobre 2017Edizione del 24/10/2017
24 Ottobre 2017Edizione del 23/10/2017
23 Ottobre 2017Grsweek 21-22 ottobre 2017 – In campo per lo ius soli
20 Ottobre 2017
Se anche il calcio italiano giocasse per lo Ius soli? La proposta è partita da Gianni Mura sulla scia degli atleti afro-americani che si inginocchiano all’inno nazionale per la difesa dei diritti civili.
Alla vigilia della manifestazione #nonèreato in programma a Roma sabato 21 ottobre, abbiamo intervistato Riccardo Cucchi, conduttore della Domenica sportiva, la popolare rubrica televisiva della domenica sera. Ma il calcio e lo sport possono dire la loro su un tema così delicato e apparentemente lontano da un mondo dorato come quello del pallone superprofessionistico e superpagato?
Sollecitazioni all’impegno del calcio italiano arrivano da più fronti. La scheda di Francesca Spanò.
A sostegno dell’appello lanciato da Gianni Mura nella sua rubrica domenicale “Sette giorni di cattivi pensieri”, l’associazione “W il calcio” – che organizza il trofeo Arpad Weisz – invita gli azzurri e i giocatori di A a scendere in campo con un simbolo per manifestare a favore dell’approvazione della legge che attribuisce la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri. Altre associazioni sportive si sono aggiunte per sostenere l’appello di Mura.
Papa Francesco ribadisce in ogni occasione che ci sono alcuni diritti fondamentali che vanno garantiti a tutti: il diritto alla cultura, alla speranza e alla pace. Se i nostri calciatori condividono queste affermazioni sul diritto di tutti i bambini figli di coppie straniere con regolare permesso di soggiorno, sia nati in Italia sia all’estero e che hanno concluso un percorso scolastico, di essere considerati cittadini italiani, perché non fare qualche gesto?
Razzismo e xenofobia dovrebbero essere concetti già estranei alla nostra società, invece è ancora necessario scendere in piazza e manifestare, sfilare in corteo come succederà il 21 ottobre a Roma, per ricordare che siamo tutti uguali e che l’accoglienza di chi è meno fortunato è un diritto di cittadinanza, come è un diritto essere riconosciuto cittadino di un paese in cui si vive e di cui si condivide la cultura. Sentiamo ancora Riccardo Cucchi.