Audio
Edizione del 24/10/2017
Edizione del 23/10/2017
Grsweek 21-22 ottobre 2017 – In campo per lo ius soli
Se anche il calcio italiano giocasse per lo Ius soli? La proposta è partita da Gianni Mura sulla scia degli atleti afro-americani che si inginocchiano all’inno nazionale per la difesa dei diritti civili.
Alla vigilia della manifestazione #nonèreato in programma a Roma sabato 21 ottobre, abbiamo intervistato Riccardo Cucchi, conduttore della Domenica sportiva, la popolare rubrica televisiva della domenica sera. Ma il calcio e lo sport possono dire la loro su un tema così delicato e apparentemente lontano da un mondo dorato come quello del pallone superprofessionistico e superpagato?
Sollecitazioni all’impegno del calcio italiano arrivano da più fronti. La scheda di Francesca Spanò.
A sostegno dell’appello lanciato da Gianni Mura nella sua rubrica domenicale “Sette giorni di cattivi pensieri”, l’associazione “W il calcio” – che organizza il trofeo Arpad Weisz – invita gli azzurri e i giocatori di A a scendere in campo con un simbolo per manifestare a favore dell’approvazione della legge che attribuisce la cittadinanza ai bambini nati in Italia da genitori stranieri. Altre associazioni sportive si sono aggiunte per sostenere l’appello di Mura.
Papa Francesco ribadisce in ogni occasione che ci sono alcuni diritti fondamentali che vanno garantiti a tutti: il diritto alla cultura, alla speranza e alla pace. Se i nostri calciatori condividono queste affermazioni sul diritto di tutti i bambini figli di coppie straniere con regolare permesso di soggiorno, sia nati in Italia sia all’estero e che hanno concluso un percorso scolastico, di essere considerati cittadini italiani, perché non fare qualche gesto?
Razzismo e xenofobia dovrebbero essere concetti già estranei alla nostra società, invece è ancora necessario scendere in piazza e manifestare, sfilare in corteo come succederà il 21 ottobre a Roma, per ricordare che siamo tutti uguali e che l’accoglienza di chi è meno fortunato è un diritto di cittadinanza, come è un diritto essere riconosciuto cittadino di un paese in cui si vive e di cui si condivide la cultura. Sentiamo ancora Riccardo Cucchi.
Edizione del 20/10/2017
Edizione del 19/10/2017
Edizione del 18/10/2017
Edizione del 17/10/2017
Edizione del 16/10/2017
GRS WEEK 14 ottobre 2017 – Giovani e futuro: al Paese serve una Rigenerazione
Bentornati all’ascolto del Grs Week da Giuseppe Manzo
La generazione tradita che sta peggio dei nonni e dei padri. I millennials e i giovani under 35 sono la grande questione sociale del momento perché pone ombre sul futuro del Paese. Le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%. Per quanto riguarda istruzione e formazione solo il 20% degli italiani tra i 25 e i 34 anni è laureato rispetto alla media Ocse del 30%”. E per i pochi laureati diminuisce la qualità della preparazione che è disincentivata da salari legati all’età e non alle competenze.
In questo scenario si è svolto a Bologna Rigenerazione per i Cantieri del Design Sociale, un meeting con 150 giovani impegnati nel non profit organizzato da Fondazione Con il Sud e Forum nazionale del Terzo Settore. All’incontro hanno partecipato diversi esperti, ascoltiamo il sociologo Domenico De Masi
(audio De Masi)
Cosa dicono i giovani impegnati nel volontariato e nel non profit? Cosa pensano? A Bologna gli under 35 hanno riflettuto facendo emergere punti di vista, criticità e scenari desiderabili, in un significativo esercizio di intelligenza collettiva che è stato raccolto in un Instant book. Ricerca, innovazione e sviluppo sono emersi come investimenti necessari per il futuro, accompagnati da una riallocazione dell’economia all’interno delle comunità locali. Ascoltiamo i loro pensieri nella scheda di Giovanna Carnevale
Scheda
(Giovani e lavoro: Come lo vivono nel presente e come lo immaginano nel futuro? La parola è stata lasciata a loro, in occasione dell’evento RiGenerazione Non Profit che si è svolto il 6 e 7 ottobre a Bologna e che ha reso protagonisti 150 under 35 che operano nel Terzo settore. Investire in ricerca, innovazione e sviluppo: questa, secondo loro, la necessità principale oggi in un’Italia che è ferma su progettazioni di breve periodo e che valorizza troppo poco istruzione e lavoratori. I giovani vedono le potenzialità dell’apporto tecnologico allo sviluppo del lavoro, ma la relazione tra economia e persone non può essere messa in discussione: per questo bisogna riallocare i processi produttivi all’interno delle comunità locali e non trascurare l’importanza delle relazioni sociali anche nell’ottica di una maggiore vivibilità del lavoro).
E con questo è tutto. Per notizie e approfondimenti sul socialewww.giornaleradiosociale.it