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Ora è chiaro che non è (solo) colpa del Covid


 

Prima puntata del 2022, terzo anno che coincide con la pandemia. Per cominciare diamo uno sguardo alla cronaca.

“In alcuni ospedali i codici rossi sono aumentati fino al 100%. I casi di polmonite sono aumentati dal 3 al 10%, con pari aumento dei casi che richiedono respirazione artificiale. Tra le cause, il calo delle vaccinazioni”.

“Pronto soccorso in tilt, in varie città dal nord al sud dell’Italia, a causa dell’influenza stagionale: forte sovraffollamento e, in vari casi, ambulanze bloccate dal momento che i pazienti sono costretti a sostare sulle barelle del 118 in attesa di un posto per il ricovero”.

Questa cronaca, però, risale agli articoli e alle agenzie Ansa rispettivamente del 2015, 16, 17, 18 e 2019 e sono relativi all’influenza stagionale prima del Covid-19. Fa impressione rileggere lo stato di emergenza che il sistema sanitario viveva fino a 7 anni e che con la pandemia è esploso come vediamo anche in questa nuova ondata.

Ascolta la rubrica Ad Alta Velocità a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale

Buon Natale con la necessità di raccontare ancora


 

Ultimo appuntamento per la rubrica in questo 2021: finiamo come avevamo iniziato a gennaio nel secondo anno di un format che da due anni racconta ogni mattina i fatti principali della rassegna stampa e le notizie che sulla rassegna ci entrano meno.

Sono tante le emergenze che sono state raccontate in questa rubrica nel 2021: l’idiozia no vax che mette a rischio la sconfitta del virus, i morti sul lavoro, il disagio – spesso mentale – di adolescenti e giovanissimi, la povertà sanitaria ed educativa, le persone più fragili spesso dimenticate, il ruolo del non profit. Ed è ancora su questi temi che gli approfondimenti torneranno a partire dal 3 gennaio dopo la pausa natalizia tutte le mattine a partire dalle 8.

Lo stile e l’obiettivo sono sempre gli stessi, quelli del giornale radio sociale: informare in modo oggettivo, fare comunicazione sociale, adottare un “parlare civile” e seguendo il monito di Papa Francesco che spesso si scaglia contro “la gente che sembra laureata nel chiacchiericcio” cerchiamo dare senso e buon senso alla realtà e di raccontare la verità.

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Natale col Covid, atto II. E la “sindrome della fuga” tra i giovani


 

Natale con il Covid, atto secondo. Sono 30.798 i nuovi casi di positività registrati ieri in Italia nelle ultime 24 ore. È quanto emerge dal bollettino del ministero della Salute. Si tratta del dato dei nuovi casi più alto del 2021

Su agenzia Ansa leggiamo che tra le possibili novità – il 23 si riuniranno cabina di regia e Consiglio dei ministri per decidere.

Si diffonde infatti la sindrome del «ritiro» dal mondo che si estende dagli adolescenti fino ai 30-35enni. . Una fuga come via per alleggerire la tensione che rivendica il diritto all’astensione, al silenzio, all’indifferenza, all’irrilevanza, se non addirittura — nei casi più gravi — allo scioglimento del legame sociale.

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L’umanità dimenticata nel Paese delle baraccopoli


 

Parliamo di baracche, tendopoli e di un’umanità dimenticata. Cinque baracche del ghetto di Borgo Mezzanone, dove vivono circa 2.000 braccianti soprattutto nordafricani, sono state distrutte da un incendio divampato all’interno dell’insediamento spontaneo sorto a pochi chilometri da Foggia. Il rogo ha provocato anche l’esplosione di una bombola di gpl. Non ci sono stati feriti, fortunatamente, come leggiamo da agenzia Ansa.

Solo pochi giorni fa nella baraccopoli di Stornara, sempre a Foggia, si è verificato il rogo di una baracca provocato da un braciere rudimentale alimentato a legna, sono morti due fratellini bulgari di 2 e 4 anni. Quello di Stornara è un insediamento di cittadini bulgari con circa mille presenze.

Più a Sud, in Calabria, la situazione non cambia di molto.

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Quanto dura l’indignazione per i morti sul lavoro


 

“Siamo tutti colpevoli, riposate in pace”. Biglietti e rose rosse sulla rete del cantiere di via Genova a Torino, sequestrato dopo la tragedia di sabato, con il crollo della gru e la morte di tre operai: Roberto Peretto, di Cassano d’Adda (Milano), 52 anni, Marco Pozzetti, 54 anni, di Carugate (Milano), Filippo Falotico, 20 anni, di Coazze (Torino). Il giorno dopo la tragedia è il giorno delle lacrime e delle domande.

Questo si legge nell’articolo di Repubblica Torino mentre la notizia è ormai già fuori dall’apertura dei media nazionali, durata giusto quelle 24 ore di indignazione e accantonata da un mondo politico che su questi 3 morti e più al giorno non vuole occuparsi.

Perché in fondo dire siamo “tutti colpevoli” diventa un nessun colpevole, anche se ciò che continua a latitare è un intervento sulla sicurezza.

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Salute negata: aumentano le persone in povertà sanitaria


 

Parliamo di povertà sanitaria in Italia, persona che non hanno soldi sufficienti per curarsi. Nel 2021 ci sono circa 600mila persone povere che non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno. Si tratta di 163.387  in più rispetto al 2020.

Si è registrato, quindi, un incremento del 38% di persone in povertà sanitaria. L’aumento deriva dalla pandemia da Covid-19 che ha arrecato gravi danni alla salute e al reddito di milioni di residenti.

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Nel mondo 488 giornalisti in carcere: dato più alto da 5 anni


 

Parliamo di informazione e libertà di stampa questa mattina. Sono 488 gli operatori dell’informazione che risultano attualmente reclusi nelle carceri del mondo a causa del loro lavoro. Un numero superiore ad ogni stima mai registrata da quando, cinque anni fa, Reporter senza Frontiere iniziò a raccogliere dati sulle persecuzioni contro i giornalisti.​

“Questo aumento significativo del numero delle detenzioni arbitrarie è provocato in particolare da 3 Paesi i cui governi sono indifferenti al desiderio di democrazia dei loro cittadini”, prosegue il rapporto.

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A due anni da “restate a casa” pronti 100mila sfratti


 

 

Parliamo di casa, quella in cui nel 2020 invitavano a stare durante il lockdown con l’ormai storico slogan “restate a casa”.

Due anni dopo, cioè dal primo gennaio 2022 non ci sarà più alcuna ancora di salvezza per chi vive sotto sfratto e rischiano 100mila famiglie che aspetteranno l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. A dirlo sono i sindacati Sunia, Sicet, Uniat e Unione inquilini.

“Siamo preoccupati anche perché c’è stata una ripresa delle richieste di sfratto, dopo il fermo per covid dei tribunali”, spiega Stefano Chiappelli, segretario nazionale del Sunia. “Nel Pnrr non c’è alcun investimento sull’edilizia pubblica e sociale -aggiunge Chiappelli-. Ci sono circa 100mila domande di alloggi popolari inevase. Occorre un piano nazionale di rigenerazione del patrimonio abitativo pubblico. Permetterebbe di recuperare circa 500mila alloggi”.

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Il Sud e la classifica del Sole24ore: messaggio per il Pnrr


 

Ogni anno viene resa pubblica dal Sole24ore la classifica sulla Qualità della vita delle città italiane. E ogni anno porta con sé polemiche perché del Sud non c’è traccia se non verso le ultime posizioni. Spesso si tratta di polemiche sterili che si basano sulla non conoscenza dei criteri con cui viene stilata questa classifica.

Come si formula questa classifica tanto contestata? Prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche. Da questa classifica emerge che Mezzogiorno dovrà essere al centro dei fondi del Pnrr per ridurre il divario. Napoli è solo 90ma, Crotone ultima, come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che scivolano sul fondo.

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Great Resignation: dagli Usa all’Europa la grande fuga dal lavoro


 

Parliamo di lavoro, anzi parliamo di chi abbandona un posto di lavoro. E quando sono davvero tanti i lavoratori e gli impiegati che lasciano un impiego siamo di fronte a un fenomeno.

A raccontarlo è Vita.it  quello che negli Stati Uniti è chiamata “Big Quit” o “Great Resignation”: la grande dimissione. Un’espressione probabilmente coniata da Anthony Klotz, professore di management alla Mays Business School della Texas A&M University. Sempre più persone stanno lasciando il proprio lavoro. Il fenomeno va avanti da mesi. Ad agosto è stato raggiunto il record di 4,3 milioni di lavoratori che si sono licenziati. Soprattutto in alberghi, ristoranti e negozi.

L’Atlantic – scrive vita.it che riprende l’approfondimento del portale Morning future del gruppo Adecco – ha raccontato questo fenomeno in un articolo firmato da Derek Thompson. «Stiamo vivendo un cambiamento fondamentale nel rapporto tra dipendenti e capi, un cambiamento che potrebbe avere profonde implicazioni per il futuro del lavoro».

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