Archivi categoria: Audio Extra

La storia di Valentina Petrillo diventerà un film


Ai campionati italiani paralimpici di atletica leggera di Jesolo, disputati venerdì 11 e sabato 12 settembre, Valentina Petrillo ha vinto tre ori: nei 200 metri femminile (la sua disciplina preferita, nella quale ha totalizzato un tempo di 27.47), ma anche nelle lunghezze dei 100 e 400. Ora i Giochi paralimpici di Tokyio 2021 sono più vicini e questa emozionante avventura potremo viverla tutti grazie al documentario sulla sua storia in via di realizzazione. “5 nanomoli – Il sogno olimpico di una donna trans” è il titolo del film, prodotto da Etnhos e da Gruppo Trans, con il sostegno di Uisp e Arcigay- Associazione Lgbti italiana.

L’atleta, nata a Napoli ma bolognese d’adozione, è ipovedente e corre da tanti anni: è passata da vergognarsi per la sua disabilità visiva a vergognarsi della sua identità: “Nella Napoli degli anni ‘80 essere femminiello, come si dice a Napoli, equivale al più basso strato della società”. La decisione definitiva di cambiare sesso è arrivata nel 2017 e, una volta intrapreso il suo percorso, sono ripresi gli allenamenti per partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo 2021. “Lo sport è la mia vita, le gambe sono la mia macchina – afferma Petrillo – Oggi vado a gareggiare nel mio posto, qui sono nel mio posto, con le donne”.

La vita sospesa del Covid: tutto sbagliato, tutto da rifare


 

Tutto sospeso, tutto sbagliato e tutto da rifare. L’84% degli italiani ha rinviato progetti di vita o di lavoro a causa dell’emergenza sanitaria, il 41% ha intenzione (o lo ha già fatto) di ridurre pranzi e cene al ristorante, il 29% prevede che nel 2021 la sua vita personale peggiorerà. Gli italiani vivono sospesi in una sorta di bolla, in cui casa e famiglia rimangono ancore di salvezza.

È quanto emerge dall’anteprima digitale del “Rapporto Coop 2020 – Economia, Consumi e stili di vita degli italiani di oggi e di domani” redatto dall’Ufficio Studi di Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori.

Su cosa l’Italia debba puntare per ripartire, il gruppo di opinion leader intervistati da Coop ritiene che siano prioritarie l’istruzione (42%), il lavoro (36%), la digitalizzazione (36%), le infrastrutture (34%) e la sanità (28%). Il Paese cammina sul filo, si rinchiude in casa e soprattutto nelle sue paure.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Questa Europa è una camera gas: 400mila morti premature da inquinamento


 

Questa Europa è una camera a gas. Parafrasando una vecchia canzone di Gianna Nannini si possono commentare così i dati sulle morti premature per l’inquinamento dell’aria nel vecchio continente.

È responsabile, infatti, di oltre 400mila morti premature all’anno nell’Unione europea. Seguono l’inquinamento acustico, che contribuisce a 12mila morti premature, e gli effetti del cambiamento climatico, in particolare le ondate di calore.

Lo segnala la relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente. ‘Ambiente sano, vita sana: come l’ambiente influenza la salute e il benessere in Europa’. “I cittadini europei, infatti – segnala AEA – sono esposti a molteplici rischi in ogni momento, tra cui inquinamento dell’aria, dell’acqua e acustico, nonché a sostanze chimiche, che si combinano e in alcuni casi agiscono contemporaneamente con conseguenze sulla salute”.

Secondo la commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare anche il Covid-19 è un chiaro “n altro campanello d’allarme e ci ha resi profondamente consapevoli della relazione tra i nostri ecosistemi e la nostra salute”.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Willy ucciso dai figli di Suburra, malati di violenza e agonia narcisista


 

L’esile Willy, 21 anni, ucciso di botte a Colleferro voleva fare il cuoco. Il suo sorriso nelle foto che hanno inondato i social fa da contraltare alle immagini dei suoi aggressori. Sguardi da cattivi, pose con addominali scolpiti, tatuaggi in bella mostra e frasi ad effetto in pieno stile Suburra o Gomorra.

È stata messa in evidenza la motivazione razziale o anche la politica con le idee neofasciste del gruppetto di picchiatori ma non basta: c’è una evidente autorappresentazione che viene da modelli ben precisi. Il mito del boss che incute paura, l’agonia narcisista a suon di photoshop si identificano nel fascino di una certa mafiosità, quel potere che si applica con due strumenti: soldi e violenza.

I fratelli Bianchi somigliano ai carabinieri della caserma di Piacenza e fanno pensare alle parole dello psichiatra Vittorino Andreoli: “L’Italia è un paese malato di mente: esibizionisti, individualisti, masochisti, fatalisti”. E se allarghiamo a tutto il Paese quel monologo dei film i Cento Passi su Peppino Impastato, oggi, avremmo le parole adatte per spiegare come muore di botte un ragazzo: “la mafia la vogliamo. Ma non perché ci fa paura, perché ci dà sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace e quelli come Willy sono “nuddu mischiato con niente”.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Chiacchiere, chiacchiericcio e buona informazione


 

“Le chiacchiere chiudono il cuore della comunità. Il grande chiacchierone è il Diavolo che sempre va dicendo le cose brutte degli altri. Perché lui è un bugiardo che cerca di disunire la Chiesa, allontanare i fratelli e non fare comunità. Facciamo lo sforzo di non chiacchierare. Il chiacchiericcio è una peste più brutta del Covid. Facciamo uno sforzo: niente chiacchiere”

Lo ha detto il Papa ieri all’Angelus, come dargli torto. Il chiacchiericcio si può declinare in tanti modi. È la fake news che in epoca di emergenza sanitaria mira a creare il caos, a destabilizzare gli scenari politici e formare schiere di automi cospirazionisti come quei no mask riuniti a Roma perché non credono al contagio da coronavirus.

E poi il chiacchiericcio uccide comunità e persone. È delazione e diffamazione, sui social e nella vita reale che trasforma le parole in proiettili per colpire, isolare e umiliare chi è oggetto di odio e di bugie. Ecco, con questa rubrica quotidiana che sta per compiere un anno vogliamo seguire il suggerimento di Bergoglio: niente chiacchiere, solo fatti e buona informazione.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale