Archivi categoria: Diritti

Accoglienza invalicabile


indomeniNessun passo indietro dell’Austria: il muro anti-migranti al Brennero si farà. Una misura illegale e inutile secondo Christopher Hein, portavoce del Consiglio italiano per i rifugiati. (sonoro)

Asilo precario


stock-photo-62988795-people-in-refugee-campLa denuncia in un report di Medici per i diritti umani che ha monitorato 16 centri di accoglienza straordinaria a Ragusa. Assistenza sanitaria non sempre garantita e mancano gli operatori. Il servizio di Clara Capponi.

 

Migranti privati dei servizi essenziali senza riscaldamenti e assistenza sanitaria. È questa la realtà di 16 centri di accoglienza straordinaria siciliani raccontati nell’ultimo rapporto di Medici per i diritti umani. Pur essendo strutture temporanee e gestite per lo più da privati i Cas sono ormai la colonna portante del sistema d’accoglienza in Italia dal momento che tre migranti su quattro vengono ospitati in questi centri. Spesso isolati e lontani dai centri abitati i cas non garantiscono assistenza sanitaria e psicologica e spesso nemmeno il pocket money di 2.50 € a cui tutti i migranti hanno diritto. Per questo Medu chiede di consentire la permanenza in queste strutture per non più di un mese ed una gestione integrata dei flussi migratori che preveda accompagnamento, assistenza e la costruzione di percorsi d’inserimento sociale e lavorativo.

Incerottata


medical-563427__180È la sanità italiana secondo il Rapporto Osserva Salute sul benessere e sulla qualità dell’assistenza medica. Dati che non danno scampo: siamo agli ultimi posti negli investimenti per la prevenzione e l’aspettativa di vita per la prima volta diminuisce.

 

Per la prima volta nella storia, l’aspettativa di vita degli italiani è in calo; secondo il rapporto la causa è legata soprattutto a una riduzione della prevenzione delle malattie.
Nel 2015 la speranza di vita per gli uomini era di 80,1 anni, 84,7 anni per le donne: un dato più basso rispetto al 2014 (80,3 anni per gli uomini e 85,0 anni per le donne). L’andamento ha riguardato tutte le Regioni.
L’indice più alto di longevità si registra nella provincia di Trento, sia per gli uomini sia per le donne (rispettivamente, 81,3 anni e 86,1 anni). La Campania, invece, è la Regione dove la speranza di vita alla nascita è più bassa: 78,5 anni per gli uomini e 83,3 anni per le donne.
Il rapporto dipinge inoltre un Paese sempre più vecchio: un italiano su cinque ha infatti più di 65 anni. E’ addirittura “boom” di ultracentenari: circa 19mila i casi nel 2015, più che triplicati rispetto ai 5.650 del 2002.

Posta indesiderata


affido-minoriPioggia di mail per i senatori della Commissione Giustizia che sta lavorando alla riforma della giustizia minorile. L’invito è di ripensare il testo che se passasse così com’è sopprimerebbe i tribunali minorili causando la cancellazione dell’effettiva tutela dei diritti ed interessi prevalenti dei bambini.

 

La riforma della giustizia minorile contenuta nel disegno di legge A.C. 2953-A delega il Governo ad effettuare un’ampia riforma del processo civile, in un’ottica di specializzazione e semplificazione dell’offerta di giustizia. E’ partita una campagna con l’obiettivo di inondare la posta elettronica degli “addetti ai lavori” per chiedere un ripensamento al testo che causerebbe la soppressione dei tribunali minorili causando la cancellazione dell’effettiva tutela dei diritti ed interessi prevalenti dei minori di età. La riforma della giustizia del ministro Orlando, che ha appena concluso il suo iter alla Camera ed ora è al Senato, abolisce di fatto il Tribunale per i minorenni sostituendolo con sezioni specializzate nei tribunali ordinari. Secondo associazioni, avvocati e operatori, in questo modo si gettano via anni di esperienza e un sistema che, pur non perfetto, gli altri Paesi europei ci invidiano. Ed è per questo che è nata una campagna di pressione sui senatori.

Game over


school-916678__180“Sul nuovo bando della scuola i tempi troppo stretti, occorre una proroga”. A chiederla è CSVnet direttamente ai Ministeri dell’istruzione e delle politiche sociali e alla Presidenza del Consiglio, che hanno stanziato 470 mila euro per la promozione del volontariato fra gli studenti. Ma la scadenza al 28 aprile non consente di presentare progetti adeguati.

 

“Chiediamo di riconsiderare la scadenza del bando –Laboratori di cittadinanza democratica condivisa e partecipata – al fine di favorire una concreta e ampia partecipazione” .
È quanto chiesto questa mattina da Stefano Tabò, presidente di CSVnet, con una lettera indirizzata ai vertici del Miur, del Ministero del lavoro e delle politiche socialie della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale – rispetto all’innovativo bando per la promozione del volontariato nelle scuole.
L’iniziativa mette a disposizione 470 mila euro per le scuole che, in partnership con le organizzazioni di volontariato e di terzo settore e con i Centri di Servizio, intendono realizzare progetti di promozione del volontariato per gli studenti.
Ma i termini del bando, reso noto il 13 aprile e la cui scadenza è fissata alle ore 23.59 del 28 aprile, non consentono i tempi necessari per un’adeguata stesura dei progetti. “Il termine fissato risulta oggettivamente penalizzante” sottolinea il presidente di CSVnet.
Eppure gli obiettivi del bando sono “di assoluto valore”, – sottolinea Tabò nella lettera – “perché danno spazio a quella collaborazione tra istituzioni scolastiche e mondo del volontariato che, da tempo, promuoviamo”.
Il presidente di CSVnet fa riferimento alle oltre 17 mila iniziative di promozione e orientamento al volontariato che i CSV, solo in un anno, sono capaci di realizzare in tutta Italia, come si evince dall’ultimo Report annuale. Attività in grado di coinvolgere oltre 158 mila studenti, 4.400 studenti e 1.478 istituti scolastici.
Il bando era stato annunciato sabato scorso dalla ministra dell’Istruzione Stefania Giannini e dal sottosegretario al Lavoro e alle politiche sociali, Luigi Bobba, durante il convegno “L’importante è partecipare: i cittadini di domani” organizzato dal Festival del Volontariato di Lucca e a cui aveva preso parte anche CSVnet.
“Concordiamo pienamente sul fatto che l’educazione al volontariato concorra in modo efficace alla costruzione dell’identità personale di studenti e studentesse e al loro essere cittadini. La pluriennale esperienza dei Centri di Servizio per il Volontariato in questa direzione – conclude Tabò – ha restituito riscontri confortanti”.

Diritto di assenza


Le donne vittime di violenza potranno assentarsi fino a tre mesi dal lavoro. A certificare i percorsi di protezione per accedere alle agevolazioni dovranno essere i Centri antiviolenza e le Case rifugio. Il servizio di Anna Ventrella.

 

Attraverso il Jobs Act, la violenza di genere esce dalla specificità a cui è solitamente relegata per contaminare altre politiche, a partire dalla disciplina che regola i rapporti di lavoro. Acquisisce una maggiore rilevanza sociale e contribuisce a rendere maggiormente visibile il fenomeno della violenza di genere, in particolare quella domestica che fatica ad emergere. Il Decreto attuativo costituisce un importante passo in avanti tra le azioni di contrasto alla violenza nei confronti delle donne, e l’introduzione del diritto al congedo lavorativo può essere considerato un ulteriore tassello verso la tutela dei diritti umani contro ogni forma di discriminazione fondata sul genere.

Schiavi moderni


field-110162__180Dopo lo Sportello di assistenza per i braccianti agricoli di Venosa, nel Potentino, parte il nuovo progetto sperimentale per fornire assistenza direttamente presso i campi di tutta la Basilicata. L’obiettivo è accogliere ed informare i lavoratori sui propri diritti per sottrarsi alle varie forme di sfruttamento.

Welcome rifugiato


fence-978138__180Arriva a Modena un percorso informativo e formativo rivolto a famiglie interessate ad accogliere rifugiati e richiedenti asilo. Il progetto nasce dalla partnership del mondo associativo con il Comune. L’ospitalità ha una durata di sei mesi e prevede l’accompagnamento guidato verso l’autonomia e processi di integrazione.

 

A disposizione 65 posti di accoglienza per richiedenti asilo o titolari di protezione internazionale. Complessivamente durante l’anno vengono accolte circa 110 persone di cui la maggioranza sono giovani con età inferiore ai 30 anni, provenienti soprattutto da Afghanistan, Mali e Siria. «WelcHome» nasce sulla scorta di analoghe esperienza condotte in altre città, Torino innanzitutto, e intende sperimentare un percorso di accoglienza che pone al centro le relazioni e la solidarietà. Ai nuclei familiari che si propongono verrà assicurato il supporto informativo e formativo iniziale, un sostegno continuativo di consulenza e potrà essere fornito un rimborso spese. Al progetto partecipano Arci Modena, associazione Amazzonia Sviluppo, associazione Porta Aperta, associazione Servizi Volontariato Modena, Associazioni straniere e comunità religiose di Modena, Caritas Diocesana, Consulta comunale delle Politiche familiari, solidali e della Coesione sociale, Forum delle Associazioni Familiari, Forum Terzo Settore, Rete Famiglie per l’Accoglienza. Inoltre, l’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Rete delle associazioni modenesi a sostegno delle famiglie per l’accoglienza e l’integrazione dei rifugiati e richiedenti asilo. www.comune.modena.it

Fuori tutti!


door-655235__180È quanto sta accadendo a Roma da alcuni giorni. Il commissario del Comune, Francesco Paolo Tronca, sfratta associazioni e onlus dagli immobili comunali. Sotto la scure capitolina finiscono importanti realtà che operano nella città da decenni.

 

E’ l’effetto scandalo affittopoli. Sono già arrivate le lettere di avviso sgombero. A queste associazioni di volontariato si chiedono addirittura gli arretrati, come ad esempio al Grande Cocomero, per un’ammontare di 112 mila euro. “Abbiamo sempre pagato i bollettini, circa 300 euro al mese, chiesto negli anni un contratto regolare, invece in base al valore di mercato dell’immobile, 1250 euro, il comune ci chiede il mancato introito degli ultimi tre anni di concessione, ci risulta una morosità di 27 mila euro, ma non applica lo sconto dell’80%, l’agevolazione dovuta a chi fa un servizio sociale” spiega Giovanni Giustiniani di ‘A Roma, insieme. “Non possono non sapere chi siamo, il comune paga ogni anno l’Atac per fornirci il pulmino con cui tutti i sabato portiamo in gita i bambini del nido di Rebibbia” prosegue. “Se tutte queste situazioni sono irregolari la colpa è anche del padrone di casa, il comune è responsabile, non ha saputo gestire il proprio patrimonio immobiliare” replica Lorenzo Manni, volontario del Grande Cocomero. “Fanno porcate e pretendono di avere un’immagine pulita, ma stavolta lo scempio è lampante” chiosa Graziana Bastelli, anima de il Grande Cocomero e capo sala al reparto di Neuropsichiatria infantile del Policlinico.

In pace


pietro-pinnaA 89 anni ci ha lasciato Pietro Pinna, fondatore del Movimento nonviolento. È ricordato come il primo obiettore di coscienza “politico” italiano. Dal suo rifiuto dell’uso delle armi, che gli costò anni di carcere, ha preso il via la campagna per la nascita del servizio civile. Organizzò con Aldo Capitini la prima marcia Perugia-Assisi.

 

Nato nel 1927 a Finale Ligure (SV), di origine sarda, Pinna è ricordato come il primo obiettore di coscienza “politico” italiano. Dalla sua personale scelta nonviolenta e di rifiuto dell’uso delle armi, per la quale subì due processi militari e dovette scontare vari mesi di carcere militare prima di essere riformato per motivi medici, nascerà una campagna sostenuta da molti intellettuali, come Aldo Capitini, giuristi e uomini politici che porterà alla ribalta del dibattito pubblico italiano la questione dell’obiezione di coscienza e del servizio civile “alternativo”. Con Capitini, filosofo antifascista considerato il “Gandhi italiano”, Pinna organizzerà la prima Marcia della Pace Perugia-Assisi nel 1961 e successivamente fonderà nel 1962 il Movimento Noviolento e nel 1964 la rivista “Azione nonviolenta”, della quale è stato fino ad oggi direttore responsabile. “Capitini e Pinna si resero conto che se si voleva incidere sull’avanzamento di una proposta di pace occorreva darsi una struttura organizzativa. Da qui l’idea di fondare il Movimento Nonviolento, che incentra le sue prime azioni fondative, portate avanti con i Gruppi d’Azione Nonviolenta (G.A.N.), nel riconoscimento del diritto dell’obiezione di coscienza attraverso una legge”, ci dice Pasquale Pugliese, della Segreteria nazionale del Movimento Nonviolento.