Ad un anno esatto dalla chiusura, per legge, degli ospedali psichiatrici giudiziari restano aperte quattro strutture. Il servizio di Anna Ventrella.
In Italia ci sono ancora quattro Ospedali psichiatrici giudiziari aperti e 90 sono le persone che vi sono illegalmente detenute. Secondo il commissario per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, Corleone, se si prosegue in questa direzione, l’auspicio è di chiuderli definitivamente nel giro di sei mesi. Infatti, in base alla legge 81 del 31 marzo del 2014, gli Opg, definiti luoghi di ‘estremo orrore’, andavano dismessi entro il 31 marzo del 2015 e gli ex internati trasferiti nelle Residenze regionali per l’esecuzione della misura di sicurezza , i cosiddetti Rems, ovvero strutture dalle dimensioni più piccole ma attrezzate per la riabilitazione. Ma il Comitato stopopg denuncia il rischio di creare nuove strutture simili a quelle precedenti e chiede fermamente che le misure alternative alla detenzione siano la norma e non l’eccezione.
#OverTheFortress
#OverTheFortress. È il nome della carovana degli attivisti italiani appena sbarcata in Grecia. Sono circa 300 i ragazzi di ong, cooperative e associazioni, partiti da tutta Italia per portare aiuto ai migranti bloccati da settimane a Idomeni. Si divideranno in gruppi di lavoro per migliorare la situazione nel campo profughi.
Sono trascorsi appena 5 mesi da quando è iniziata la staffetta solidale #overthefortress: attivisti, studenti, volontari provenienti da tutta Italia, hanno raccolto fin da subito una proposta di solidarietà nata dal basso e hanno deciso di mettersi in cammino a fianco dei migranti e supportarli nelle loro pratiche di resistenza e violazione dei confini attraverso le frontiere interne ed esterne dell’Europa. La staffetta si è mossa lungo l’asse della rotta dei Balcani e le isole greche del Mar Egeo, fino all’Ungheria. Cogliendo le trasformazioni che sono in atto, la staffetta solidale #overthfortress, non può che implementare la propria azione e strutturarsi in una campagna sociale e politica, aperta a tutti coloro che vogliono farne parte.
Diritti negati
Crescono le richieste d’aiuto contro le discriminazioni di persone con disabilità. Secondo una ricerca della Ledha sono scuola, servizi sociali, lavoro e barriere le tematiche su cui i legali dell’associazione sono stati chiamati ad intervenire più spesso.
I dati provengono dal Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” gestito da LEDHA-Lega per i diritti delle persone con disabilità. Durante i primi sei mesi di attività del centro, attivo dal giugno 2015) sono state 609 le persone che hanno contattato l’associazione – via mail o telefono – per chiedere informazioni. Nel dettaglio sono state 111 le pratiche relative a casi senza discriminazione e 137 (pari al 38% del totale) le pratiche relative a casi di discriminazione. A queste vanno poi aggiunti altri 105 casi “dubbi”. Per quanto riguarda le pratiche chiaramente discriminatorie, la tematica su cui il servizio legale del Centro Antidiscriminazione “Franco Bomprezzi” è stato chiamato più spesso a intervenire è stata la scuola (133 pratiche avviate, quasi il 38% dei casi). Seguono il tema dell’accesso alle prestazioni sociali e socio-sanitarie (11,4% dei casi), la compartecipazione al costo dei servizi socio-sanitari (8,5%) e il lavoro (8%). Chiudono l’elenco la tutela giuridica (6,1%) e le barriere architettoniche (quasi il 5%). “Il numero di richieste e segnalazioni è alto, ben oltre le previsioni – commenta il presidente di LEDHA, Alberto Fontana -. La nostra associazione si conferma un punto di riferimento importante per tutte le persone con disabilità e i loro familiari, operatori e volontari, che ritengono di subire una situazione di ingiustizia e discriminazione”.
Giochi pericolosi
L’azzardo cresce tra i giovani e gli studenti. Secondo uno studio del Cnr, nel 2015 gli scommettitori tra i 15 ed i 19 anni sono stati 60 mila in più dell’anno precedente. E se i maschi si dedicano soprattutto agli eventi sportivi, le ragazze preferiscono il Gratta e vinci.
Anche il 38% dei minori scolarizzati (15-17 anni), circa 550 mila studenti, riferisce di aver giocato d’azzardo nel 2015 (erano il 35% nel 2014)”. La percentuale nazionale rilevata nell’ultima indagine preoccupa anche perché fa segnare un’inversione di tendenza per la prima volta dopo 5 anni: dal 2010 al 2014 si era assistito infatti a una costante riduzione, dal 47% nel 2010 al 39% nel 2014.
Il 48% dei giocatori virtuali usa il pc, il 35 lo smartphone, il 15 il tablet o accede tramiteinternet point. Tra gli studenti che giocano, i ragazzi potenzialmente a rischio sono circa l’11% di coloro che hanno giocato denaro nell’ultimo anno.Rimane pressoché stabile rispetto al 2014 l’importo delle giocate: l’8% degli studenti giocatori dichiara di aver speso oltre 50 euro nell’ultimo mese, il 17% tra i 10 ed i 50 euro, mentre il 75% meno di 10 euro.
Dal punto di vista geografico, prevale il Meridione. La percentuale di studenti che hanno giocato almeno una volta negli ultimi dodici mesi si attesta al 36,8% nel nord-ovest, 30,6 nel nord-est, 43,5 al centro e al 48,8% nel sud e nelle isole (quasi tutte le aree sono in crescita: nel 2014 le percentuali erano rispettivamente del 32,4, 31,1, 41,6, 46,5%). Stessa graduatoria tra gli studenti problematici: nord-ovest 5,5%, nord-est 4,8%, centro 7,6%, sud e isole 10,2%.
Scuole migranti
È il nome di un progetto per imparare l’italiano per chi vive nel Lazio. Il servizio di Clara Capponi.
Imparare l’italiano è un diritto ma anche un dovere che riguarda tutti i migranti, ma per loro non è sempre facile individuare i percorsi adatti alle loro esigenze. Spesso i corsi ci sono, ma chi è interessato a seguirli non sa dove reperire le informazioni. Ora anche per i migranti sarà più facile e veloce trovare le informazioni necessarie a trovare il corso più adatto alle proprie esigenze.
La Rete Scuolemigranti, sostenuta grazie al supporto dei CSV del Lazio Cesv e Spes, raccoglie 110 associazioni ed enti non profit che in tutta la regione offrono corsi gratuiti, di diverso livello e tarati su diverse esigenze.
Si può fare di più
In Senato giornata di audizioni sulla legge del Dopo di noi. A parlare anche il Coordinamento nazionale famiglie disabili. “È una norma illegittima – dicono – perché lo Stato si fa carico dei nostri figli solo quando viene meno il supporto familiare”.
Sulla pelle dei migranti
Continua a far discutere l’accordo Ue-Turchia raggiunto venerdì scorso a Bruxelles. Critiche molte ong e associazioni per la violazione dei diritti umani all’interno della stessa intesa. Il commento di Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas Italiana. (sonoro)
Bene poco comune
Il governo continua la sua battaglia per privatizzare il servizio idrico nazionale. Andando contro la volontà di quasi 27 milioni di cittadini che nel giugno 2011 hanno votato per renderlo pubblico. La denuncia arriva dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua che chiede all’esecutivo il rispetto della volontà degli italiani.
Il paradosso dei Comuni
Mentre i privati continuano a fare affari entrando nella gestione del fenomeno migratorio, gli enti locali si tirano indietro, e fanno fallire l’ultimo bando per aprire nuovi Sprar per richiedenti asilo e rifugiati. Critiche dalle associazioni: per Migrantes la situazione è vergognosa, aiuta le nuove mafie. Arci propone invece di rafforzare un sistema unico di gestione controllato dallo Stato.
Una legge per non dimenticare
Il sì del Senato: il 3 ottobre sarà la Giornata della memoria in ricordo di tutte le vittime dell’immigrazione. Il servizio di Anna Ventrella.
Il provvedimento ora è legge. La Giornata in memoria delle vittime dell”immigrazione sarà celebrata in tutta Italia in coincidenza dell’anniversario della tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, quando a causa del naufragio di una imbarcazione libica usata per il trasporto di migranti persero la vita 368 persone e circa 20 furono dispersi. “Momento di profonda riflessione” secondo L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati,“l’approvazione di tale legge arriva in un momento storico senza precedenti per il Mediterraneo e l’Europa intera”, ed è soprattutto un riconoscimento importante per il dolore di tutti i familiari delle vittime, oltre che per il lavoro fatto in questi anni dalle organizzazioni e dalle istituzioni coinvolte in prima linea