Oggi si festeggia un 8 marzo in chiaroscuro. Il servizio di Clara Capponi. “Sono passati settant’anni dalla prima volta del voto alle donne in Italia. Vogliamo festeggiare le conquiste del passato ricordando quello che ancora c’è da fare in tema di diritti al femminile. Riguarda le donne rifugiate, che, secondo il rapporto dell’ europarlamento, devono fare uno sforzo maggiore per integrarsi e sono più esposte al rischio di essere vittime di sfruttamento sessuale. Riguarda il 31% delle donne tra i 16-70 anni che ha subito violenze fisiche o psicologiche, nella maggioranza dei casi da parte di un familiare, di un amico o di un conoscente. Riguarda quelle donne che faticano a trovare un lavoro: per loro più occupazione rispetto a 35 anni fa ma solo una su due tra i 15 e i 64 anni trova un impiego. Riguarda quelle donne per le quali abortire è un’impresa. La legge 194 del ’78 esiste solo su carta. Nell’Italia di oggi il 40% degli ospedali non garantisce l’aborto. Riguarda 1 milione e 809mila donne che trovano comunque il tempo per fare volontariato. Da Clara Capponi e Anna Ventrella l’augurio è quindi di un’uguaglianza di genere per tutte le donne del mondo.”
Un fiume umano
Oltre un milione e duecentocinquanta mila domande: più del doppio rispetto allo scorso anno. Sono numeri record quelli delle richieste di asilo presentate negli Stati membri dell’Unione europea nel corso del 2015. Secondo i dati diffusi da Eurostat arrivano soprattutto da Siria, Afghanistan e Iraq. In Italia le domande sono aumentate del 35%.
Rischio caos
Dopo la sentenza del Consiglio di Stato sull’indennita’ di accompagnamento che non può essere conteggiata come reddito, le associazioni vogliono chiarezza sulle modifiche del nuovo Isee. Il presidente di Anfass, Roberto Speziale, chiede al ministro Poletti di convocare urgentemente il “tavolo di monitoraggio”.
Integrazione quella sconosciuta
A quattro anni dall’adozione della Strategia nazionale per l’inclusione dei rom, diverse associazioni denunciano l’assenza del nostro Paese. Il servizio di Anna Ventrella. “Nonostante siano trascorsi quattro anni dall’adozione della Strategia nazionale per l’inclusione dei rom, Amnesty International, l’ Associazione 21 luglio e European Roma Rights Centre rimangono seriamente preoccupate a causa della mancanza di progressi fatti dall’Italia. In un documento congiunto, le tre organizzazioni si appellano alla Commissione Europea affinché intensifichi rapidamente il suo coinvolgimento e impieghi i necessari strumenti legali per chiamare l’Italia a rispondere della violazione di diritti garantiti dalla legislazione europea. Le tre organizzazioni sollecitano quindi l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia, considerato che per lungo tempo le autorità competenti non hanno fornito risposte adeguate”.
Luoghi di illegalità
Le associazioni aderenti al Tavolo asilo continuano la loro battaglia contro gli hot spot. In una conferenza stampa hanno denunciato come queste strutture che dovrebbero gestire i flussi migratori, in realtà complicano ulteriormente la vita dei rifugiati. Rinchiusi per giorni senza tutele e senza assistenza e poi rispediti verso i loro Paesi d’origine.
In cattiva salute
Quasi un cittadino su dieci rinuncia a curarsi per motivi economici e liste di attesa. La prevenzione si fa a macchia di leopardo, con un Sud che arranca e Regioni come Lazio e Veneto che fanno passi indietro. È quanto emerge dall’Osservatorio sul federalismo sanitario di Cittadinanzattiva.
La Casa sull’albero
A Lecce nasce un nuovo spazio d’ascolto per i genitori di adolescenti con disagio. Il progetto lanciato dalla comunità alloggio Piccoli Passi ospiterà famiglie, ragazzi e vicinato, per favorire le relazioni e prevenire le psicopatologie: dalle nuove dipendenze agli stati depressivi.
Giustizia è fatta
Il Tar ha bocciato il pirogassificatore di Metaponto, in provincia di Matera. Una vittoria di associazioni, comitati e cittadini che può rappresentare, secondo il Wwf lucano, un simbolo di speranza per tutte le vertenze future.
E ora non mi rinchiudere
Al via la campagna contro la lunga permanenza delle persone con disabilità in strutture residenziali. Il servizio di Clara Capponi. “”E ora non mi rinchiudere” è la campagna promossa da 6 associazioni regionali e nazionali per combattere contro il modello assistenziale che vede ancora troppe persone con disabilità o con problemi di salute mentale costrette a vivere in strutture residenziali di lunga permanenza. Il movimento è nato in Toscana, dove si prevede a breve la costruzione di un istituto a San Giuliano Terme che potrà accogliere 100 ospiti con problemi di salute mentale mentre si sta già progettando a Empoli un’ altra struttura da 70 posti. Le associazioni non ci stanno e hanno dato vita a un vero e proprio manifesto per promuovere un sistema di assistenza e sostegno basato sulla famiglia e sulla comunità. Prime firmatarie del manifesto, che sarà presentato il prossimo 27 febbraio a Empoli sono il Forum Nazionale Salute Mentale e la FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap.”