Fumata bianca dopo due giorni di trattativa che hanno impegnato Legacoopsociali, Federsolidarietà e Agci Solidarietà, dalla parte delle imprese non profit, e sindacati, in rappresentanza dei dipendenti. Sono stati definiti gli ultimi particolari del nuovo contratto collettivo nazionale, che riguarda circa 8 mila cooperative sociali e più di 200 mila lavoratrici e lavoratori.
20mila domande per 9mila posti
È boom di richieste per il servizio civile che, per mancanza di fondi, rischia però di scomparire. Ascoltiamo Primo Di Blasio, presidente del Cnesc “un fatto significativo che va a confermare che l’istituto del servizio civile ha un alto gradimento da parte dei giovani e quindi c’è una grande disponibilità dei giovani ad impegnarsi e mettere a servizio del paese e dei problemi del nostro paese un anno della loro vita. Contraltare di questo discorso è che negli ultimi tre anni di fatto il Governo Berlusconi ha quasi azzerato il finanziamento per il serrvizio civile quindi di fatto ad oggi le prospettive del servizio civile sono fondamentalmente di chiusura”.
“Salva Italia“
Così è stata ribattezzata dal premier Monti la manovra appena approvata dal consiglio dei ministri. Provvedimenti per 30 miliardi di euro, cifra che servirà a ridurre il deficit pubblico e per finanziare interventi in favore della crescita economica. Almeno 12 miliardi di euro di nuove tasse e nuova riforma delle pensioni: spariscono quelle di anzianità e scatta il calcolo dell’assegno con il sistema contributo pro-rata per tutti.
Salta l’appalto, e anche il lavoro
L’Asl taglia la commessa e alla cooperativa sociale La Rimessa di Genova arriva la cassa integrazione per sedici dipendenti su sessanta. Ma in cassa finiscono anche sei lavoratori “svantaggiati”, con disabilità varie. Sempre più spesso sono loro ad essere colpiti dalla crisi e dalle sforbiciate governative.
Lavoro per tutti
Su un campione di 1.000 aziende, solo il 6,2% occupa una persona disabile. Ci dice perché Gianluigi Bettoli, responsabile nazionale Salute mentale Legacoopsociali. “E’un vero collocamento nazionale e il risultato è che il disabile si arrangia e l’inserimento lavorativo non avviene. Tra il 2007 e il 2008 si cala da un inserimento annuale di ventottomila disabili ad un inserimento annuale di ventimila. Quindi vuol dire che il primo anno della crisi è sparito un terzo dell’inserimento dei disabili e negli anni successivi non può che essere andato peggio”
Il futuro del lavoro è sempre più green
Almeno secondo le stime del Rapporto Greenitaly di Unioncamere. Il 38% delle assunzioni previste dalle aziende per il 2011, infatti, riguarda figure professionali legate alla sostenibilità. In prima fila, i settori delle energie rinnovabili, della gestione delle acque e rifiuti, della tutela dell’ambiente, della mobilità ed edilizia sostenibile.
La crisi blocca i migranti
Brusca frenata dell’immigrazione nel nostro Paese: solo 70 mila in più rispetto al 2010. Un incremento che rappresenta il minimo storico. “La crisi economica ha fatto perdere attrattiva all’Italia e all’Europa”, il giudizio di Vincenzo Cesareo, direttore della Fondazione Ismu che ha presentato oggi il rapporto.
Il lavoro fa manovra
Le imprese che assumeranno a tempo indeterminato donne e giovani under 35 potranno dedurre dall’Irap 10.600 euro per ogni lavoratore. Lo sconto sale a 15.200 euro per il Sud. Ascoltiamo il giudizio di Michele De Angelis, vicepresidente della cooperativa Gesco “questo settore avrà un favorevole impatto. La quota Irap da versare incide particolarmente per le organizzaziono no profit e inciderà per la defiscalizzazione dell’Ires e quindi nella tragedia di questa manovra, questa è una buona notizia. Nei lavori di cura, soprattutto nelle organizzazioni meridionali, sono impegnate quasi solo donne, nei servizi sociali, quindi è sicuramente una buona notizia, fermo restando che chiediamo un incremento del fondo Nazionale Politiche Sociali”.
Oltre la crisi
Secondo i dati Istat, il volontariato rappresenta lo 0,7% del Pil italiano, ovvero 7.779 milioni di euro, pari a poco meno di un terzo della manovra correttiva del governo Monti. Una cifra che, sommata al totale del valore della produzione di tutte le organizzazioni di Terzo settore, porterebbe a quantificare la ricchezza prodotta dall’intero settore non profit in Italia al di sopra del 4% del prodotto interno lordo.
“Salva Italia”
Così è stata ribattezzata dal premier Monti la manovra appena approvata dal consiglio dei ministri. Provvedimenti per 30 miliardi di euro, cifra che servirà a ridurre il deficit pubblico e per finanziare interventi in favore della crescita economica. Almeno 12 miliardi di euro di nuove tasse e nuova riforma delle pensioni: spariscono quelle di anzianità e scatta il calcolo dell’assegno con il sistema contributo pro-rata per tutti.