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Alla fame


Milioni di persone hanno bisogno di assistenza alimentare in Burkina Faso, Mali, Niger e in tutta l’area del Sahel centrale. L’allarme arriva da Fao, Unicef e World Food Programme: se non verranno prese misure adeguate, la crisi potrebbe espandersi ancora, fino a colpire circa cinque milioni di persone nel periodo estivo. Tra le cause anche i cambiamenti climatici

Basta barbarie


125 milioni di donne nel mondo hanno subito mutilazioni genitali: oggi è la Giornata Internazionale per la tolleranza zero verso questa pratica bandita dalle Nazioni Unite ma ancora praticata in circa trenta paesi del mondo. Eliminarla per sempre è uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile per il 2030: una battaglia difficile ma necessaria per fare in modo che non accada più

Un progetto di pace


Sono partiti dall’esperienza di una ciclofficina di Roma. Hanno studiato il sistema di produzione in 3d. E con una stampante economica hanno cominciato a produrre protesi per le persone mutilate dalla guerra in Siria. Ora vogliono esportare proprio in quel paese le conoscenze acquisite per produrre in loco. Lo spiega Emanuele Noviello, referente del programma in Italia

(sonoro)

Cavallette voraci


In Somalia è stato dichiarato lo stato di emergenza per l’invasione di locuste che nelle ultime settimane sta devastando la vegetazione del paese. Tra le cause del fenomeno c’è l’aumento delle piogge, che avrebbe accelerato la riproduzione degli insetti. Secondo la FAO, l’unica soluzione sarebbe quella di spargere pesticidi sui campi con gli aerei, ma i conflitti in corso e l’instabilità della zona rendono impossibile questa misura.

Perseverare è diabolico


Il Memorandum Italia-Libia, stipulato dall’esecutivo di Gentiloni nel 2017 per tentare di ridurre il traffico di migranti attraverso il Mar Mediterraneo, è stato rinnovato automaticamente per i prossimi tre anni. Tutti negativi i giudizi delle associazioni e delle organizzazioni non governative. Il servizio è di Fabio Piccolino
L’accordo è da sempre al centro di numerose critiche perché viola i diritti di migranti e rifugiati; anche in questa occasione molte organizzazioni hanno dunque giudicato molto duramente la scelta del governo di proseguire su questa strada. Secondo Silvia Stilli, portavoce di AOI, ong per la cooperazione e la solidarietà internazionale, questa decisione mette in discussione l’adesione del nostro paese alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite. Medici Senza Frontiere ha affermato che questo accordo “contribuisce a perpetuare l’esposizione di migranti e rifugiati a violenza, respingimenti, sfruttamento e detenzione arbitraria”; per Amnesty International, si tratta di una decisione che “va oltre ogni comprensione”.

Divise violente


Nel 2019 a Rio De Janeiro sono morte 1810 persone in interventi di polizia, la cifra più alta degli ultimi vent’anni. L’aggressività incontrollata delle autorità in Brasile è un fenomeno molto comune ed è assai improbabile che un agente venga denunciato, né tantomeno processato o condannato, per aver commesso un omicidio. Preoccupazione anche da parte delle Nazioni Unite.

Dall’inizio del 2020 quattro bambini sono stati colpiti dagli spari delle forze dell’ordine. L’ultimo, di cinque anni, stava guardando una partita di calcio. Un proiettile lo ha colpito alla testa dopo aver dato un pugno alla mano di suo padre, che stava cercando di proteggerlo dallo scambio di colpi tra polizia e criminali. Il ragazzo è sopravvissuto ma è le sue condizioni sono critiche.

Si può fare


Aumentando gli sforzi contro la lotta alla polmonite si potrebbero evitare quasi 9 milioni di morti infantili: è il risultato di un’analisi condotta da nove organizzazioni, tra cui Unicef e Save The Children. Si calcola che i minori non ancora vaccinati siano decine di milioni e che un bambino su tre con i sintomi della malattia non riceva le cure mediche essenziali.

“Il numero di vite che potrebbero essere salvate è potenzialmente molto più alto – afferma Kevin Watkins, direttore generale di Save the Children -. Sarebbe moralmente indifendibile stare a guardare e permettere che milioni di bambini continuino a morire per mancanza di vaccini, antibiotici economici e cure di routine con ossigeno”. Secondo Henrietta Fore, direttore generale dell’Unicef, “come dimostra l’attuale diffusione del coronavirus” bisogna fare la “giusta diagnosi e prescrivere la giusta cura. Significa anche affrontare le principali cause di morte per polmonite, come la malnutrizione, la mancanza di accesso ai vaccini e agli antibiotici, e affrontare la sfida più difficile: quella dell’inquinamento atmosferico”.

Tempo scaduto


Tortura, detenzione, sfruttamento e violenze sessuali rappresentano l’orrore quotidiano per centinaia di rifugiati e migranti in Libia. Un sistema che si fa finta di non conoscere, ma che l’Europa potrebbe invece cambiare. Non si può più aspettare: ascoltiamo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. (sonoro)

Le isole del confino


Campi sovraffollati e dalle precarie condizioni igieniche: è la situazione in cui si trovano i 38 mila profughi nei centri di accoglienza sulle isole greche di Lesbo, Samos e Chios. Tra loro ci sono circa 6 mila minori, molti dei quali non accompagnati. Secondo Medici Senza Frontiere “queste persone stanno pagando il prezzo ingiusto delle politiche migratorie basate sulla deterrenza”.

Vittoria Zingariello, responsabile del team degli infermieri di MSF a Lesbo, racconta: “Vediamo molti bambini colpite da malattie, con gravi problemi di cuore, diabete o asma, costretti a vivere in rifugi di fortuna, in condizioni orribili e antigieniche, senza accesso a cure mediche specialistiche e ai farmaci di cui hanno bisogno”.
“La riluttanza del governo greco a trovare una soluzione rapida e sistemica per questi bambini”, aggiunge, “non è solo vergognosa, ma rischia anche di determinare danni irreparabili al loro stato di salute, se non di condurli addirittura alla morte”.

Traguardo ancora lontano


Nel mondo ci sono milioni di bambini e adolescenti totalmente analfabeti. La denuncia dell’Unicef. Il servizio è di Fabio Piccolino
La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, approvata oltre 70 anni fa, prevedeva il diritto all’istruzione, gratuita e accessibile, per ogni individuo. Secondo l’ultimo Rapporto di Unicef però, 265 milioni di minori nel mondo sono assenti dalla scuola e 617 milioni non sanno leggere e scrivere e fare operazione matematiche di base. Ad essere più penalizzate sono le bambine e le ragazze, specie in aree svantaggiate come l’Africa subsahariana. In occasione della Giornata internazionale dell’Educazione, celebrata nei giorni scorsi, il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterrez ha dichiarato che “occorre fare di più per assicurare un’educazione inclusiva ed equa e promuovere opportunità di apprendimento permanente per tutti”, così come previsto nell’Agenda degli obiettivi di sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030.