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In alto mare


Dopo l’Aquarius altre navi delle ong chiedono aiuto, ma l’Italia si volta dall’altra parte. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

Sette imbarcazioni in acque libiche con mille migranti a bordo, da giorni, e senza sapere dove approdare. Dopo la vicenda dell’Aquarius, si ripete la chiusura dei porti italiani e l’affondo del ministro dell’Interno Salvini alle ong, che delega il salvataggio alle autorità libiche. “Non abbiamo carne a bordo ma esseri umani”, scrive la Lifeline con 230 migranti. Sulla Guardia costiera libica, come ha ricordato Amnesty International, pesano accuse di condotte violente durante le intercettazioni in mare e collusione con i trafficanti. Intanto nei giorni scorsi la procura di Palermo ha archiviato le inchieste sulle ong Sea Watch e Open Arms, accusate di favoreggiamento all’immigrazione clandestina. Secondo l’Unhcr, sono oltre mille le persone annegate nel Mediterraneo solo da gennaio scorso. L’ultimo naufragio pochi giorni fa, dove al largo delle coste libiche sono morte 220 persone.

Avanti così


Importante riconoscimento all’Italia dall’Agenzia per la Cooperazione allo Sviluppo che promuove lo sviluppo nelle aree del mondo in difficoltà a causa di guerre, povertà o catastrofi naturali. Il nostro Paese scala di otto punti la classifica sulla trasparenza nell’uso delle risorse e nella comunicazione degli interventi umanitari, superando così Norvegia, Giappone e Irlanda.

Buone pratiche


La transessualità non è più classificata come malattia mentale. L’organizzazione mondiale della sanità l’ha rimossa dalla categoria 28 anni dopo aver preso una decisione simile per l’omosessualità. La notizia è stata accolta con gioia dalle associazioni Lgbti.

Il diritto di esistere


Si celebra oggi la giornata mondiale del rifugiato. Un’occasione di riflessione per chiedere alla comunità internazionale di investire sull’accoglienza e non sulla paura. Ai nostri microfoni Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr. (sonoro)

Un’altra Odissea


Dopo lo sbarco a Valencia, il destino dei 629 migranti è tutt’altro che roseo. Una parte resterà in Spagna, un’altra andrà nella vicina Francia. Mentre le persone di origine algerina e marocchina rischiano di essere rimpatriate. Le ong chiedono, ancora una volta, più umanità e meno muri.

Welcome


Dopo nove giorni di navigazione la nave Aquarius è arrivata ieri a Valencia. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

“Benvenuti a casa vostra”: con questo striscione e un lungo applauso sono stati accolti a Valencia i 629 migranti arrivati, dopo nove giorni di viaggio in Mediterraneo, a bordo della nave Aquarius e di altre due della Marina e Guardia costiera italiane. “Siamo sollevati ma non c’è nulla da festeggiare”, dice Medici senza frontiere che ha assistito i migranti durante il tragitto in mare e che ribadisce la continuità delle attività di salvataggio fino a quando ce ne sarà bisogno. “Ci auguriamo”, ha detto la presidente di Msf, “che in Europa finisca il tempo delle ipocrisie e dell’inumanità”, chiedendo ai governi dell’Ue di mettere al primo posto la vita delle persone. Intanto il governo spagnolo ha fatto sapere che a tutti i 629 migranti sarà concesso un permesso temporaneo, per poi passare alla valutazione delle richieste d’’asilo caso per caso.

Con l’acqua alla gola


La scorsa settimana le piogge torrenziali e i venti forti hanno colpito i campi e gli insediamenti di fortuna dei rifugiati rohingya in Bangladeh. L’Unicef stima che 200.000 persone, oltre il 50% delle quali sono bambini, attualmente siano minacciati dal duplice pericolo di inondazioni e frane.

In alto mare


Continua l’odissea di Aquarius verso la Spagna e di altre due navi della Marina militare e della Guardia costiera italiana sulle quali sono state trasferite oltre 500 persone. Il viaggio durerà ancora tre giorni, con le previsioni di un peggioramento meteo. A bordo dell’imbarcazione della ong, Medici senza frontiere continua a prestare assistenza medica e psicologica ai sopravvissuti.

(Foto: TPI)

Emergenza dimenticata


Il governo dello Yemen ha chiesto alle ong della città portuale di Hodeida, dove transita il 70% degli aiuti umanitari per il Paese, di evacuare tutto lo staff in vista di un attacco nella zona controllata dai ribelli. Il pericolo è una catastrofe umanitaria, dice Oxfam, che si rivolge alla comunità internazionale per agire immediatamente e fermare la guerra in corso da tre anni.

La lezione spagnola


Dopo il rifiuto del governo italiano, sarà il Paese iberico ad accogliere Aquarius. La nave sbarcherà a Valencia con i 629 migranti. Ai nostri microfoni Marco Bertotto di Medici senza frontiere, ong a bordo dell’imbarcazione.

(sonoro)