Amr Imam, un avvocato egiziano membro della Rete araba per l’informazione sui diritti umani è stato arrestato. È solo l’ultimo di molti legali, giornalisti e attivisti politici finiti in carcere a partire dalle manifestazioni antigovernative del 20 settembre scorso. A darne notizia è stata la stessa organizzazione, specificando che l’uomo è riuscito a postare un messaggio sulla sua pagina Facebook prima di essere portato via dalle forze di sicurezza.
Occhi chiusi sulla Siria
La guerra va avanti nonostante il coro unanime di condanna. Ai nostri microfoni la testimonianza di Luca Cafagna, attivista della ong Un Ponte Per, da Dahuk nel Kurdistan iracheno. (sonoro)
Umanità in alto mare
Dopo il naufragio che nei giorni scorsi ha consegnato a Porto Empedocle le salme di tredici donne, tra cui quella di una bimba di dieci anni, sono ripresi i soccorsi nel Mediterraneo Centrale dove si fa sempre più necessaria la presenza di navi della società civile. In due distinte operazioni di salvataggio la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee ha soccorso in totale 176 persone.
Dalla parte giusta
Associazioni e ong schierate con il popolo curdo: “Fermate le bombe”. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
Mentre in Siria prosegue l’offensiva turca contro il popolo curdo, in tutta Europa si susseguono le iniziative contro il conflitto: Anpi, Arci, Cgil e Legambiente hanno sottoscritto un appello unitario, indirizzato alle istituzioni europee, per una forte e decisa azione diplomatica che faccia cessare immediatamente le ostilità, garantendo il rispetto dei confini e del diritto internazionale e il soccorso per i feriti. Francia, Germania, Paesi Bassi, Finlandia e Norvegia hanno sospeso la vendita di armi alla Turchia; una strada che sembra deciso a percorrere anche il governo italiano. Nel 2018 il nostro paese ha venduto ad Ankara 360 milioni di euro di materiale bellico. Nelle scorse ore intanto, i terroristi islamisti hanno ucciso Hevrin Khalaf, nota attivista per i diritti delle donne in Siria, che si batteva per la coesistenza pacifica fra curdi, cristiano-siriaci e arabi.
Dalla parte del popolo curdo
Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, i primi raid aerei turchi nel nord-est della Siria avrebbero causato almeno 15 morti, tra cui 8 civili, colpendo aree abitate. L’operazione militare coinvolge cinquemila soldati. Appello di associazioni e ong: “Fermatevi”.
Senza fine
Dal 2015 al 2018 in Afghanistan oltre 12mila bambini sono stati uccisi, 600mila sono vittime di malnutrizione e quasi 4 milioni non sono più andati a scuola. Sono i dati di Save the children nel diciottesimo anniversario del conflitto tra forze della coalizione e talebani. L’organizzazione ha chiesto il rispetto delle leggi internazionali per la protezione dei minori.
Terra nostra
Si è aperto il Sinodo dei vescovi per l’Amazzonia, che ha, tra i suoi scopi, anche il tentativo di dare risposte alle situazioni di ingiustizia della regione. Dove la guerra di conquista in atto si ripercuote sulle vite dei popoli che la abitano e sui cambiamenti climatici globali. Ai nostri microfoni Marina Forti, giornalista e scrittrice di ritorno dal delta del Rio delle Amazzoni. (sonoro)
L’inutile spesa
L’Italia rassicura gli Stati Uniti sul programma internazionale degli F35. Le proteste di associazioni e ong. Il servizio di Fabio Piccolino. Secondo notizie di stampa nei giorni scorsi il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte avrebbe rassicurato il Segretario di Stato USA Mike Pompeo su una prosecuzione senza ripensamenti della partecipazione italiana al programma per i caccia F-35. Un acquisto che verrebbe dunque confermato integralmente per un totale di 90 velivoli, anche se in seguito all’uscita di queste notizie fonti da Palazzo Chigi hanno precisato che il premier sarebbe “d’accordo con una rinegoziazione”. La Campagna “Stop F-35 – Taglia le Ali alle Armi” (promossa da Sbilanciamoci, Rete della pace e Rete Disarmo) esprime la propria forte preoccupazione e chiede dunque a Governo e Parlamento di evitare di cedere alle pressioni statunitensi. E’ invece necessario andare a ridiscutere la partecipazione del nostro Paese a questo programma di armamento dal costo miliardario e con gravi problematiche tecniche, strategiche e produttive. È urgente fermare questo folle spreco di risorse pubbliche, dicono, per indirizzarle invece verso il lavoro, l’ambiente, il welfare.
Solo al comando
Amnesty International denuncia la più ampia ondata di arresti di massa in Egitto dall’arrivo al potere del presidente al-Sisi. Il servizio di Fabio Piccolino. (sonoro)
Amnesty International l’ha definita “la più grande ondata repressiva dall’arrivo al potere di Al-Sisi”: è quella messa in atto dalle autorità egiziane a partire dallo scorso 20 settembre e che ha portato finora all’arresto di oltre 2300 persone, tra cui più di cento minorenni. Avvocati per i diritti umani, giornalisti, attivisti, esponenti politici, ma anche soltanto manifestanti pacifici: una stretta che, se arriverà a giudizio, darà luogo al più grande procedimento penale della storia egiziana per fatti relativi a manifestazioni di piazza. Secondo Amnesty “Il governo ha orchestrato questa campagna repressiva per abbattere il minimo segnale di dissenso: chiunque sia considerato una minaccia sarà colpito”.
Mi piace
Qualunque Paese può ordinare a Facebook di eliminare post, fotografie e video e limitarvi l’accesso a livello mondiale: è quanto stabilito oggi dalla Corte di Giustizia europea. La sentenza implica che i Paesi possano espandere i divieti su certi contenuti ritenuti illegali oltre i propri confini. Non solo, la piattaforma è chiamata a togliere sua sponte anche commenti “equivalenti” a quelli denunciati.