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Il pugno di Erdogan


Ancora arresti di massa in Turchia sotto lo stato d’emergenza post-golpe che dura dall’estate 2016. Sono quasi mille le persone detenute nell’ultima settimana in tutto il Paese con accuse di terrorismo. Altre 260 sono in manette per sospetti legami con il Pkk curdo.

Fermate il massacro dei bambini


È l’accorato appello di Terre des Hommes alla comunità internazionale per mettere fine alla guerra in Siria. Il servizio di Giovanna Carnevale. (sonoro)

 

400.000 decessi negli ultimi 5 anni, 15 milioni di persone bisognose di assistenza umanitaria, 6.3 milioni di sfollati: è il quadro drammatico della Siria, stremata da una guerra che dura da sette anni e che in questi giorni sta vedendo una nuova escalation di violenza. La tregua di un mese, approvata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, è durata solo poche ore . Fermare il massacro: è quanto chiedono le agenzie delle Nazioni Unite e le ong tra cui Terre des Hommes, per lasciare il posto all’azione umanitaria e alleviare la sofferenza della popolazione civile, in primis dei bambini. Soccorrere le persone in questo contesto, ricorda Medici senza frontiere, è sempre più difficile: in 5 giorni, le strutture sanitarie dell’organizzazione hanno ricevuto più di 2.500 feriti e oltre 520 morti

Senza futuro


Ogni anno oltre due milioni e mezzo di neonati nel mondo non sopravvivono al primo mese di vita, circa 7.000 ogni 24 ore. E un milione muore lo stesso giorno in cui nasce. Secondo il nuovo rapporto di Unicef, il tasso di mortalità neonatale a livello mondiale rimane allarmante, in particolare nei Paesi più poveri.

Giro di vite


Fa discutere il disegno di legge del governo francese che punta a ridurre i tempi burocratici per l’accoglienza dei migranti e a introdurre un reato di entrata illegale. Il testo prevede inoltre controlli più serrati e l’allungamento della detenzione amministrativa in vista dell’espulsione da 45 a 90 giorni. Contrari alle novità, oltre alle organizzazioni per i diritti umani, anche diversi parlamentari della maggioranza.

A mano armata


Centinaia gli studenti che hanno manifestato davanti alla Casa Bianca contro il presidente Trump e la lobby delle armi statunitense. La protesta segue la strage avvenuta in una scuola della Florida in cui sono morte 17 persone sotto il fuoco di un 19enne.

Foto: Ansa/Claudia Salvalaggio

Stato di non diritto


Continua a far discutere la sentenza del tribunale di Istanbul che ha condannato all’ergastolo aggravato sei giornalisti e accademici turchi accusati di aver tentato di “rimuovere l’ordine costituzionale”. Ai nostri microfoni, Anna del Freo di European Federation of Journalists. (sonoro)

Più trasparenza


È la risposta delle ong dopo il caso Oxfam. Il servizio di Giovanna Carnevale.

 

La notizia degli abusi sessuali da parte di alcuni operatori Oxfam nel 2011 a Haiti mette di nuovo sotto accusa il mondo della cooperazione internazionale. Che risponde con più trasparenza e più controlli: già sette anni fa, ha spiegato il presidente di Oxfam Italia, l’organizzazione umanitaria aveva denunciato e reso pubblici i fatti, licenziando le persone coinvolte e investendo di più nella formazione del personale. E da poco è stata istituita una commissione indipendente che farà luce sui casi di cattiva condotta degli operatori. “Si costruiscono castelli su casi circoscritti”, ha detto la portavoce di AOI, Silvia Stilli: “per l’irresponsabilità dei media e della politica, è preso di mira chi denuncia le assurdità di un modo diviso tra pochi ricchissimi e un’infinità di poveri”.

Serve un cambio di passo


Crollano le adozioni internazionali, le associazioni chiedono un impegno della politica. Il servizio di Giovanna Carnevale.

Dal 2011 al 2016 un calo del 60%: il numero delle coppie che fa domanda per un’adozione internazionale è passato da quasi 3.500 a poco più di mille in 5 anni. “Servono regole chiare per ridare fiducia alle famiglie, agli operatori e ai Paesi esteri che non hanno trovato sempre interlocutori disponibili in Italia”. E’ questa la richiesta rivolta alle forze politiche di 20 enti autorizzati, a cui si aggiunge anche la voce del Forum Terzo Settore. “Sostenere l’adozione internazionale dando valore a questa forma di genitorialità”, ha dichiarato la portavoce Claudia Fiaschi, “significa anche lavorare per il contrasto alla denatalità e rispondere concretamente alla condizione di disagio di moltissimi minori”.

Non in mio nome


Con questo slogan, il 15 settembre del 2003, milioni di persone scesero nelle piazze di oltre 600 città in tutto il mondo per fermare la guerra dell’Occidente in Iraq, giustificata come “preventiva”. A distanza di oltre un decennio il Paese cerca ancora pace.

Uno sguardo più in là


È in corso, a Belgrado, il seminario sul tema “Giovani e mercato del lavoro nei Balcani” con diverse realtà sociali dell’area e organizzato dal Movimento cristiano dei lavoratori. Integrazione europea e progresso sociale, ha dichiarato il presidente dell’associazione, Carlo Costalli, sono la strada per mettere fine al fenomeno delle migrazioni forzate.

Per Costalli, “è un fatto che le società dei Paesi balcanici occidentali necessitano di vedere accelerato il processo di integrazione europea, senza il quale il destino di tanta gente sembra essere limitato ad una migrazione forzata”. Per Mcl, “nei Balcani occidentali deve al più presto riprendere con determinazione il processo di integrazione europea oggi sostanzialmente fermo e, quando il rapporto con i parametri economici è fuori orizzonte, si deve avere il coraggio di intervenire con accordi strategici speciali per un’aggregazione che permetta di sviluppare politiche di pace e di progresso sociale a favore della gente”.