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Anche dietro le sbarre


In questo momento di emergenza, il criterio della tutela della Salute deve orientare anche gli interventi in ambito penitenziario, con prevalenza rispetto ad ogni altra ragione o interesse. Questo è il contenuto della lettera appello che Cittadinanzattiva ha inviato al Ministro della Giustizia, al capo del DAP, al Commissario straordinario per l’emergenza Covid19 ed alle Regioni.

Si ricomincia


Nel Lazio grazie a un importante accordo riprendono i servizi per i più fragili. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Regione Lazio, ANCI Lazio, Forum Terzo Settore Lazio, cooperazione sociale e sindacati hanno firmato un accordo per dare attuazione all’art. 48 del decreto Cura Italia, per far ripartire i servizi socio-assistenziali e socio-educativi ad oggi sospesi e sostenere i lavoratori di questi settori. Si tratta di una riorganizzazione delle attività in forme diverse, frutto della co-progettazione tra Comuni ed Enti gestori, che sia in grado di assicurare continuità di servizi per le persone più fragili, con la massima tutela della sicurezza e della salute di operatori e utenti. “Grazie a questo accordo riusciremo a portare avanti il nostro intento di non lasciare solo nessuno, combattendo le disuguaglianze che questa emergenza sta accentuando”, come ha ricordato la portavoce del Forum Terzo Settore del Lazio Francesca Danese.

Fare presto e bene


Non possiamo più aspettare. È l’appello al Governo del Forum Disuguaglianze e Diversità e della Rete dei Numeri Pari, perché bisogna sconfiggere non solo il Covid-19, ma anche la miseria e i problemi economici e sociali, mettendo subito in campo misure concrete ed efficaci per frenare lo scivolamento nella disperazione sociale e dare risposte a milioni di cittadini e cittadine in difficoltà.

Al posto di un tetto


La Federazione italiana organismi per le Persone senza dimora (Fiopsd), ha inviato una lettera al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte per denunciare la situazione che vive questa fascia particolare della popolazione e per avanzare alcune proposte su come evitare la diffusione del contagio. Ascoltiamo Michele Ferraris, responsabile della comunicazione. (sonoro)

Al collasso


“Rischiamo di disperdere energie e risorse e di non esser efficaci nell’aiuto alle persone colpite da questa emergenza.” Questo l’allarme lanciato dal Forum Terzo Settore che sul coronavirus chiede con urgenza la convocazione della Cabina di Regia interministeriale, per raccordare i provvedimenti, coinvolgendo tutti gli enti che operano nella società senza essere pubblici, né imprese profit.

Scuole chiuse a luglio


Secondo la Ministra Azzolina non c’è alcun bisogno di prolungare le lezioni fino in estate. La didattica a distanza sta funzionando. Sono in arrivo risorse per l’acquisto di tablet, pc e per consentire alle scuole di navigare gratuitamente a banda ultra larga. Se alcuni studenti avranno bisogno di recuperare, si potrebbe ipotizzare una finestra dedicata a settembre.

Solidarietà alimentare


Previsti 400 milioni di euro da distribuire alle persone in maggiore difficoltà. Il ruolo centrale del Terzo Settore. Il servizio è di Anna Monterubbianesi.

Il terzo settore è in prima linea nella gestione dell’emergenza coronavirus che sta mettendo a dura prova l’intero Paese non solo da un punto di vista sanitario, ma anche economico e sociale. Un primo segnale di sostegno è arrivato con l’ordinanza del Dipartimento della Protezione civile dello scorso 29 marzo che prevede 400 milioni di euro da destinare all’erogazione di buoni pasto e derrate alimentari alle persone più fragili ed ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici dettati dall’emergenza, individuati dai servizi sociali comunali. Le risorse saranno gestite dai Comuni che potranno avvalersi di volontari ed operatori del terzo settore nella fase di acquisto e distribuzione dei beni.

“La strage degli innocenti”


E questa volta sono le persone più fragili, anziani o con disabilità, a cui è negato l’accesso alle cure. Muoiono a casa o nelle residenze socio-sanitarie. Oltre a loro chi li assiste, parenti o operatori, ancora sprovvisti delle mascherine e dei dispositivi di protezione necessari. Forte la denuncia del Forum Terzo Settore Lombardia insieme a Ledha, Uneba e Alleanza Cooperative Italiane.

La storia si capovolge. A distanza di circa duemila anni dalla prima “Strage degli Innocenti”, quando, secondo la confessione cattolica, il re della Giudea Erode ordinò un massacro di bambini allo scopo di uccidere Gesù, il bersaglio è opposto. Ora, gli innocenti del ventunesimo secolo, sono le persone più anziane e con disabilità, esposte senza alcuna difesa di fronte al virus Covid-19. È attraverso questo parallelismo storico che Forum Terzo Settore Lombardia insieme a Ledha, Uneba Lombardia e Alleanza Cooperative Italiane-Welfare Lombardia denunciano con un comunicato stampa la negligenza nei confronti delle persone più deboli, cui in queste settimane è stata negata ogni forma elementare di prevenzione.

Costretti a pagare con la propria vita. “A queste persone – esordisce la nota – una volta contratta la malattia, viene negato l’accesso ai pronto soccorso e agli ospedali, lasciandole morire nei loro letti. Muoiono nelle case o nei servizi residenziali, senza poter avere accesso a tutte le cure a cui vengono invece sottoposte le persone che riescono ad essere ricoverate”. Soprattutto all’interno delle Rsa –  residenze sanitarie assistenziali – si moltiplicano, giorno dopo giorno, le persone che non riescono a sopravvivere. Le strutture di assistenza si trasformano in luoghi di sofferenza. I degenti resistono, finché possono, senza poter essere ricoverati e tantomeno sottoposti a tampone. Emergono sempre più casi, sempre nuove storie. Uno stato di assedio che condanna le Rsa ad essere i nuovi focolai del virus.

Ancora più drammatica la situazione in Lombardia, dove oltre ai casi sospetti (ma non certificati), gli operatori si ammalano e sono costretti all’isolamento domiciliare, sono in difficoltà a reperire mascherine e sovracamici, devono far fronte ad istruzioni sanitarie che vengono aggiornate ogni giorno. “Le persone che li assistono – prosegue il comunicato – si tratti di parenti o di operatori sociosanitari, rimangono ancora sprovvisti delle mascherine e dei dispositivi di protezione necessari per evitare di contagiare e di essere contagiati. Anche nella distribuzione “pubblica” dei DPI, infatti, sono state privilegiate, sinora, le strutture sanitarie rispetto a quelle sociosanitarie”.

E di questo passo le conseguenze rischiano di essere molto pesanti. Da una parziale indagine della Fp Cgil sul 40% delle strutture lombarde, risultano almeno 200 Rsa con infezioni da Covid-19. Tra questi, alcuni casi sono davvero emblematici. Nella casa di riposo “Sassi” di Gropello Cairoli (Pavia) hanno perso la vita 15 degenti e un’infermiera di 64 anni risultata positiva al coronavirus. Per gli anziani ospiti della Rsa i sintomi sono quelli riconducibili al Coronavirus anche se non si è potuta accertare la natura della malattia, non essendo stati eseguiti i tamponi. Alla Rsa “Borromea di Mombretto” (Milano) la maggior parte dei contagiati dal virus si trovava in una residenza per anziani, in cui sono stati dichiarati 43 decessi per il virus, anche se secondo i parenti sarebbero molti di più. Nella casa di riposo di Quinzano d’Oglio (Brescia) sono morte 33 persone. Ufficialmente solo una di queste è morta di Covid-19: la prima, a cui è stato fatto il tampone dopo il decesso in ospedale. Gli altri 32 ospiti sono morti nella struttura, perché non è stato possibile fare arrivare l’ambulanza.

Ormai è chiaro: oltre alla prima linea degli ospedali esiste anche il fronte delle strutture e dei servizi socio sanitari. Dalle case di riposo alle comunità per famiglie o persone in difficoltà, dai servizi domiciliari ai centri diurni. Necessitano di supporto affinché possa cessare questa nuova “Strage degli Innocenti”. Il comunicato firmato da Forum Terzo Settore Lombardia insieme a Ledha, Uneba Lombardia e Alleanza Cooperative Italiane si conclude proprio con il seguente appello: “Forniamo subito agli enti gestori tutti i presidi di protezione, i medici, i farmaci necessari per garantire diagnosi e cure tempestive. Permettiamo alle persone con disabilità di qualunque età di poter accedere, almeno in condizioni di parità rispetto al resto della popolazione, alle terapie intensive quando utile e necessario. Non neghiamo a nessuno la speranza e la possibilità di poter guarire e vivere.”

di Pierluigi Lantieri

Aiuti concreti


Legambiente lancia sulla piattaforma di crowdfunding www.laboriusa.it, il progetto “100 Carrelli per Catania”, per contribuire ad alleviare il disagio che cresce a dismisura. Mentre il Governo assume importanti decisioni con politiche di welfare, ci sono piccoli gesti che possono nell’immediato offrire una boccata d’ossigeno.

Il nido del cuculo


“La lotta al coronavirus non può essere a discapito dei malati di mente”. Lo scrivono in una lettera aperta indirizzata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al ministro della Sanità Roberto Speranza e ai presidenti delle Regioni, le associazioni che si occupano di salute mentale. L’emergenza ha messo in ginocchio i centri e i servizi che già erano ridotti al minimo e privi di risorse.