Fuori dalla mischia. Pochi fondi ma grande voglia di andare avanti, nonostante tutto. Ma qual è lo stato di salute del volontariato, oggi? Lo abbiamo chiesto a Fausto Casini, presidente di Anpas: “lo stato di salute è buono, la propensione dei giovani, è questo che fa ben sperare, a fare volontariato è una propensione in aumento. Il volontariato è luogo di esempi e non di prediche, questo è molto positivo. Il problema è duplice, uno è quello del volontariato stesso nel trovare le proprie forme di rappresentanza, coordinare e a costruire un ordine senza essere troppo frammentato, l’altro è che ancora il volontariato risente di alcuni limiti della norma che non riconosce le grandi reti nazionali e quindi non ha un luogo delle proprie rappresentanze nazionali”.
Una via d’uscita. Il volontariato come risorsa per scacciare la crisi. Anche questo aspetto è emerso nella conferenza nazionale della scorsa settimana a L’Aquila. Il giudizio di Stefano Tabò, presidente di Csvnet “il volontariato deve essere riconosciuto prima di tutto per aiutare a comprendere le ragione della crisi. Il volontariato aiuta a porsi le domande giuste vero la crisi di un modello di società e di civiltà che probabilmente ha ribaltato dei valori ed è la cittadinanza attiva, di cui il volontariato è espressione, una componente basilare dello sviluppo anche economico, ma non volontariato come ruota di scorta”.
Ricomincio da tre. Primo Di Blasio, responsabile settore estero della Focsiv, lancia alcune proposte emerse dalla sesta conferenza nazionale sul volontariato “la prima è la richiesta di rimettere la persona umana al centro di ogni scelta economica, politica e sociale. La seconda ancora forse più importante è di riconoscere il volontariato come soggetto politico in grado di partecipare alla governance dei nostri territori. La terza è una preoccupazione: sembra che chi governa ad ogni livello locale, nazionale ma anche internazionale, non sia capace di tirarci fuori dalla crisi”.
Solidarietà a km zero. Meno spese militari, più welfare e una legge contro la corruzione che liberi risorse. Queste alcune richieste del mondo non profit lanciate ieri a L’Aquila dove si è conclusa la sesta conferenza nazionale del volontariato. Emma Cavallaro, presidente Convol.
Da oggi a domenica, L’Aquila diventa la capitale del Volontariato organizzando la sesta conferenza nazionale. A chiudere i lavori il sottosegretario del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Cecilia Guerra, ai nostri microfoni. “Questa occasione della Conferenza è molto importante per il volontariato, sia per riflettere su sè stesso e sul proprio futuro, sia per mettere a punto quali sono le interlocuzioni richieste al mondo della politica, in tutte le sue articolazioni istituzionali, dal Governo agli Enti decentrati. Crediamo che da lì possano venire veramente delle proposte e delle riflessioni che aprono un percorso piuttosto che chiuderlo”.
Chiedo asilo. Motivi personali, economici o di mancanza di strutture. Fatto sta che circa il 79,3% dei bambini italiani, con età compresa fra 0-2 anni, non frequenta il nido. E vengono dunque affidati alle cure della famiglia o degli amici, piuttosto che degli istituti pubblici o privati. È il dato che emerge dal rapporto Istat sulla “Scuola e le attività educative”.
Terzo settore 2.0. Volontari, giovani e donatori. È questo il profilo degli utenti web vicini al mondo del non profit. A rivelarlo è un’indagine condotta da ContactLab e Vita Consulting sui circa 30 mila utenti iscritti alle newsletter di 32 organizzazioni. Dallo studio emerge anche che chi dona tempo, spesso dona anche denaro, soprattutto tra gli under 35.
Per contare di più. Al Forum della Cooperazione internazionale di Milano, le organizzazioni non governative chiedono maggior attenzione e più fondi. Silvia Stilli, vice presidente Associazione Ong Italiane
Si è aperto oggi a Milano il Forum nazionale della cooperazione fortemente voluto dal ministro Riccardi. Sarà l’occasione per fare un bilancio e per gettare le basi per nuove iniziative e nuovi programmi. Anche se rimane la scure dei tagli. I fondi per la cooperazione in Italia negli ultimi quattro anni sono passati dai 732 milioni di euro del 2008, agli 86 milioni nel 2012.
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