Si terrà in Salento, a Gallipoli, dal 29 agosto al 5 settembre, il Campionato nazionale medici. Si tratta della diciottesima edizione della manifestazione e sarà l’occasione per ricordare i colleghi vittime del Coronavirus. Lo svolgimento dell’evento sarà subordinato ovviamente alla soluzione dell’emergenza sanitaria.
La scelta del Salento è stata ufficializzata in seguito ad una riunione straordinaria di pochi giorni fa, tenutasi in web conference, da parte del Consiglio direttivo dell’Associazione Nazionale medici calcio. Intanto la macchina organizzativa si è già messa in moto, grazie alla cooperazione del Gruppo Caroli Hotel di Gallipoli, sponsor della squadra di calcio dei medici salentini, che provvederà alla fase dell’accoglienza. Sul versante sportivo, invece, prende corpo l’idea di organizzare un incontro a scopo benefico tra la Nazionale Medici ed un’altra compagine di rilievo nazionale.
«Sarà veramente bello potere disputare questa importante manifestazione nella nostra terra una volta superato questo momento drammatico, così da dare un po’ di gioia anche a noi medici. Sarebbe un ricordo molto importante anche per i colleghi che sono caduti sul campo, per cui è nostra intenzione proporre di mettere sulle maglie di gara un nastrino nero a loro memoria», dichiarato il dottor Giuseppe Palaia, presidente dell’Asd “Medicincampo Lecce”.
«La fattibilità chiaramente dipenderà dalle disposizioni governative. Speriamo – afferma il presidente dell’Associazione nazionale, dr. Giovani Borrelli – che per quel periodo si possa viaggiare e soprattutto disputare manifestazioni del genere che presuppongono aggregazione sociale. Sarebbe sicuramente un modo sanissimo di riprendere quella socialità che questo maledetto virus ci ha portato via. Sarà anche un’occasione di arricchimento scientifico per i colleghi che parteciperanno, dato che collegato al Campionato è previsto, come è tradizione della nostra associazione, un convegno con ECM che quest’anno verterà proprio sul Covid 19».
#NoiGiochiamoInCasa
È la campagna della Federazione italiana giuoco calcio con cui le attività formative del settore giovanile e scolastico proseguono a distanza. Un’iniziativa che raccoglie i diversi contributi formativi elaborati dall’area educativa messi gratuitamente a disposizione di tutti sui canali istituzionali della Federazione e sul sito “Valori in rete” rivolto al mondo della scuola.
L’obiettivo è di supportare i giovani e gli adulti coinvolti nella loro educazione sportiva attraverso video tutorial, webinar e approfondimenti dedicati ed utili a superare al meglio, da sportivi, questo difficile momento.
“Senzagiro”
Scrittori e illustratori scendono in campo per sostenere Bergamo nella lotta al Covid-19, un gioco letterario per far rivivere le emozioni del Giro d’Italia gara, con racconti che accompagneranno i tifosi per 21 giorni lungo un “Giro che non c’è”. Al centro del progetto la solidarietà: con la raccolta fondi promossa dalla Cooperativa Sociale Namastè impegnata nella lotta al Coronavirus.
Il Giro d’Italia è un momento sacro per migliaia di appassionati di ciclismo: assiepati lungo le strade, incollati per ore al televisore, dal 1909 riempiono la penisola di colori ed emozioni. Il Coronavirus ha cambiato d’improvviso la vita di tutti noi e così anche la Corsa Rosa ha dovuto far i conti con questo nemico dovendo rinunciare alla collocazione tradizionale e a ricollocarsi con buona probabilità in autunno. Nel corso degli anni questa grande “festa” dello sport non si è caratterizzata soltanto per i traguardi e le vittorie, ma soprattutto per storie di persone che, lungo arcigne salite dolomitiche e muri appenninici, hanno lasciato il segno in questa disciplina.
Per questo motivo è nato “Senzagiro”, un progetto costruito per far rivivere le emozioni di questa gara attraverso la voce di scrittori e illustratori che accompagneranno con i propri racconti i tifosi per 21 giorni lungo un “Giro che non c’è”. “L’idea è nata poco dopo aver appreso la notizia del rinvio del Giro – spiega Filippo Cauz, ideatore del programma -. Essendo un gruppo di giornalisti e scrittori legati al mondo del ciclismo, abbiamo quindi deciso di raccontare la gara come se si fosse svolta regolarmente, con tanto di tappe e protagonisti previsti alla vigilia”.
Al centro della proposta non vi sarà soltanto lo sport, ma anche la solidarietà con la raccolta fondi promossa dalla Cooperativa Sociale Namastè che da diverse settimane è impegnata nella lotta al Coronavirus. “Il nostro è un gioco letterario, tuttavia non voleva che restasse fine a se stesso. Abbiamo deciso quindi di attivarci anche noi sostenendo l’iniziativa della cooperativa che da anni lavora sul territorio bergamasco, uno dei più colpiti sinora – confessa Cauz – Segnalataci dagli amici di Bikefellas, ci siamo attivati per farla conoscere tramite i nostri canali oltre a destinare a essa i fondi che nelle prossime settimane raccoglieremo dalle eventuali sponsorizzazioni” ”.
La raccolta interesserà in particolare “NamasC’è”, un servizio che consente alle persone più fragili di ottenere un aiuto in un periodo così complesso. “All’inizio dell’emergenza ci siamo concentrati sulla carenza di dispositivi di protezione individuale (DPI) per cui abbiamo lanciato un appello per poterli reperire – sottolinea Raffaele Avagliano, membro della Cooperativa Sociale Namastè – Avendo successivamente dovuto interrompere alcuni nostri servizi diurni, abbiamo deciso di attivare una linea telefonica affinché si possa offrire una soluzione alle diverse esigenze che ci vengono presentate e che vanno dal sostegno domiciliare ad anziani e disabili al supporto psicologico offerto dal Consultorio”. Fra i protagonisti attesi a partire dal prossimo 9 maggio spiccano infine i nomi di giornalisti come Marco Pastonesi e Stefano Rizzato e di ex atleti del calibro di Silvio Martinello e Marco Pinotti.
di Pierluigi Lantieri
Protezione in rosa
Da giovedì scorso è partita nelle edicole di Milano la distribuzione gratuita di 90 mila mascherine con la Gazzetta dello Sport: 300 punti vendita riceveranno in dotazione i dispositivi per volto e naso da consegnare ai clienti insieme al quotidiano, con precedenza alle categorie più a rischio. L’iniziativa nasce dall’intesa tra l’assessorato alla Protezione civile della Lombardia e il distributore nazionale di Rcs.
Gazzetta dello Sport e mascherina. Un binomio perfetto per passare il tempo in sicurezza durante l’emergenza coronavirus. Come fare? Niente di più semplice, oltre 300 edicole milanesi hanno ricevuto in dotazione 90 mila strumenti di protezione per volto e naso da consegnare ai clienti, con precedenza alle categorie più a rischio (over 70 in testa). Un’ iniziativa possibile dopo l’intesa tra l’assessorato alla Protezione civile della Regione Lombardia e M-dis (distributore nazionale di proprietà Rcs, De Agostini e Hearst), con la collaborazione dei distributori locali, degli edicolanti e delle loro associazioni di categoria.
Già nella scorsa settimana l’intesa aveva portato allo smistamento di circa 200 mila mascherine, sempre consegnate alle edicole, che in questo periodo hanno di fatto assunto un ruolo di presidio sociale. Da ricordare che l’informazione è considerata dal Governo un servizio essenziale: per questa ragione e per venire incontro alla popolazione è stato attivato il sito primaedicola.it/edicoleaperte che segnala gli esercizi in attività e anche quelli che fanno consegne a domicilio (molte sono pure punti di ritiro di e-commerce) del proprio quotidiano preferito. “La capillarità delle edicole consente di ritirare la mascherina in tutta sicurezza: una filiera non solo al servizio dei giornali quindi, ma a disposizione dei cittadini. E lo sarà anche quando torneremo tutti ad una vita normale”, spiega Andrea Liso, amministratore delegato di M-dis. Insomma, farsi portare a casa la Gazzetta insieme con la mascherina è davvero facile.
Tutto il Mura che c’è
Da oggi in edicola con Repubblica “Il mondo di Gianni Mura”, una raccolta degli articoli del grande giornalista scomparso il 21 marzo. Il servizio di Elena Fiorani.
In realtà è praticamente impossibile racchiudere il talento, l’estro, l’ironia di Gianni Mura in un volume, ma è il tentativo che Giuseppe Smorto e Angelo Carotenuto hanno voluto fare con questo libro, per cui il direttore de la repubblica Carlo Verdelli ha scritto la prefazione. E’ un omaggio a Mura, ma anche ai suoi lettori smarriti che potranno trovare un distillato della sua opera diviso in sei sezioni: Biciclette, Incontri, Cattivi Pensieri, Passioni, Racconti, Addii. La cultura di Gianni Mura spaziava ovunque si aprisse un libro, suonasse una canzone o si recitasse una poesia, con la quale nell’ultimo periodo chiudeva i Cattivi pensieri, la sua storica rubrica, appuntamento da non perdere per capire cosa stava accadendo nel mondo dello sport ma non solo. Infatti nei suoi pezzi convivevano e si spiegavano a vicenda politica, società, cultura e ovviamente sport.
Solidarietà da campioni
Il numero uno del mondo nel tennis, Novak Djokovic, si conferma sportivo generoso e vicino alle difficoltà delle persone. Ha infatti effettuato una ingente donazione agli ospedali di Treviglio-Caravaggio e Romano di Lombardia, nel bergamasco, in prima linea in queste settimane nell’emergenza coronavirus. Nei giorni scorsi il tennista aveva donato un milione di euro alla Serbia in respiratori e materiale sanitario.
Il legame con l’Italia di Novak Djokovic è strettissimo. All’inizio della carriera è passato da Como, la moglie Jelena ha studiato alla Bocconi, e Nole ha sfoggiato il suo italiano perfetto anche sul palco dell’ultimo Festival di Sanremo. Ora, dopo aver incoraggiato l’Italia sul suo profilo Instagram, il numero 1 del mondo è passato alla pratica.
Il direttore generale dell’Asst Bergamo Ovest ha rivelato che Djokovic ha fatto un ingente donazione agli ospedali di Treviglio-Caravaggio e Romano di Lombardia, in prima linea in queste settimane nell’emergenza coronavirus. Nei giorni scorsi il tennista serbo e la moglie, grazie alla loro fondazione, avevano donato un milione di euro per l’acquisto di respiratori e materiale sanitario alla Serbia.
“Mai ci saremmo aspettati di vedere anche sul conto corrente della nostra Asst Bergamo Ovest, – ha raccontato il dg dell’Asst Bergamo Ovest, Peter Assembergs – una donazione con un così prestigioso mittente. In questi giorni tantissime aziende, enti, associazioni, privati ci sono stati vicini e ringrazio tutti per la generosità dimostrata. Leggere, però, tra i donatori anche il nome del miglior giocatore al mondo di tennis, Novak Djokovic, mi ha emozionato”.
Solidarietà sportiva
La Canottieri Comunali Firenze ha deciso di devolvere mille euro in buoni pasto per le famiglie che hanno difficoltà in questo periodo di emergenza. Un gesto semplice e una piccola cifra che rappresenta l’intento della società di stare vicino alle famiglie che sono prive dell’elementare sussistenza.
La Canottieri sta valutando come validare e far giungere questi buoni ai diretti interessati tramite gli assessorati competenti. L’assemblea dei soci, quando si potrà riunire, potrà valutare se aumentare questo contributo. Anche per la Canottieri Comunali Firenze il 2020 rappresenta una sfida ancora più difficile del solito, dal punto di vista economico. “In base alla situazione restrittiva dei decreti COVID 19, la frequentazione sociale è stata all’inizio ridotta e poi successivamente vietata – spiega il presidente Maurizio Severino. Pertanto il bilancio preventivo 2020 dovrà essere riprogrammato. Alcune entrate che potevano essere certe fino ad un mese fa, ora devono essere riviste; per esempio le sponsorizzazioni, i corsi delle diverse specialità, il centro avviamento allo sport e le iscrizioni di nuovi soci.
Per fronteggiare il momento, abbiamo dovuto richiedere l’accesso alla cassa integrazione guadagni in deroga per i nostri custodi”. Gli sport cosiddetti minori non sono nuovi a difficoltà economiche ma adesso, a queste si somma il disagio di non poter svolgere la consueta attività sportiva e sociale. “La Canottieri Comunali non è solo la sede per allungare le nostre fibre muscolari, ma è anche un momento di aggregazione – prosegue Severino. Molti soci mi hanno telefonato dicendo che sentivano la mancanza della Società e non vedono l’ora di poter tornare solo per stare sotto la tettoia, aspettando che questo momento critico passi. La nostra è una società senza fine di lucro, il nostro fine è investire nei ragazzi e negli atleti”.
Giro Legends
È partita domenica con un prologo la pedalata virtuale organizzata per beneficenza dai campioni del ciclismo: tutti sui rulli per aiutare la Croce rossa. L’iniziativa lanciata da Gazzetta dello Sport e RCS Sport scatterà sabato 18 aprile e si concluderà domenica 10 maggio: si pedala due volte alla settimana con i campioni di ieri e i big di oggi insieme ai cicloamatori.
Pronti, via! Wi-fi, Bluetooth, ciclo computer Garmin Edge e un rullo-smart, intelligente: capace cioè di connettersi con il protocollo Ant+ al computer sul manubrio, sul quale l’appassionato aveva scaricato la traccia del percorso scelto. Tutti passi che per amatori e professionisti sono ormai automatici. È il ciclismo virtuale, le pedalate da salotto che trasformano il blocco agli allenamenti all’aria aperto in opportunità sociale e adesso anche beneficenza.
Domenica 12 aprile è scattata Giro Legends, la pedalata che unisce campioni di ieri e appassionati, iniziativa lanciata da Gazzetta dello Sport e RCS Sport per raccogliere fondi da dedicare alla Croce Rossa in queste settimane di pandemia da coronavirus. Ci sono Cipollini, Bugno, Fondriest, Ballan, Bugno, Garzelli, Bartoli, Pozzato, il ct Cassani e tanti altri: sono una trentina. Si pedala con la tecnologia e la piattaforma Garmin Edge/Tacx su 37,4 km della tappa di Vieste del Giro d’Italia 2020. Le iscrizioni sono gratuite, l’invito è a partecipare e a donare alla Croce Rossa.
Valore sociale
Il ministro Spadafora ha partecipato in videoconferenza alla riunione straordinaria della Giunta del Comitato Italiano Paralimpico. Il servizio di Elena Fiorani.
Vincenzo Spadafora, ministro per le Politiche giovanili e lo Sport, ha preso parte ieri alla Giunta del cip, convocata dal presidente Luca Pancalli per affrontare le problematiche legate all’emergenza coronavirus. “Faremo tutto il possibile per valorizzare la funzione sociale dello sport e fare in modo che le attività sportive possano rappresentare uno strumento di sostegno al Paese contro ogni possibile disgregazione sociale”, ha detto il ministro, che ha parlato anche di ulteriori misure a sostegno delle famiglie in difficoltà economica e “della riattivazione del Fondo per gli ausili sportivi per gli atleti paralimpici”. Pancalli ha richiamato l’attenzione sulle difficoltà del settore sportivo ed ha comunicato che il cip contribuirà consentendo, nella prossima stagione sportiva, l’utilizzo gratuito degli spazi del Centro di Preparazione Paralimpica alle realtà sportive che ne hanno già usufruito nonché ad altri soggetti che ne faranno richiesta
ScleroBikers
È il team di ciclismo nato dall’idea di Annalisa Baraldo: nel 2017 le è stata diagnosticata la sclerosi multipla, che l’ha costretta a rimettere ordine tra le sue priorità, facendole scoprire che lo sport può anche essere un valido alleato terapeutico. Perché aiuta anche dal punto di vista psicologico: secondo Annalisa “la bici insegna a non mollare e a spingere sempre, anche nelle salite più impervie.”
Padovana di Abano Terme, classe 1981, Annalisa fin da piccola ha sempre amato correre e qualche anno fa, grazie a Obiettivo3, ha scoperto anche una grande passione per la bicicletta. Per lei lo sport è divertimento ma anche sfogo e grazie al progetto ideato da Alex Zanardi e finanziato dal bando Oso di Fondazione Vodafone la sua vita, dopo anni di podismo, è ripartita ora in sella alle due ruote, pedalando per raggiungere traguardi sempre più prestigiosi. Tra questi, non mancano gli obiettivi sociali: Annalisa è infatti cofondatrice degli ScleroBikers, gruppo ciclistico che punta a coinvolgere persone affette da sclerosi multipla nel mondo dello sport, in piena filosofia Obiettivo 3. Sguardo che brilla, espressione solare, Annalisa Baraldo è una che trasmette voglia di vivere al primo impatto. Un’energia guadagnata sul campo giorno dopo giorno, soprattutto da quando, nel 2017, le è stata diagnosticata la Sclerosi Multipla, malattia che l’ha costretta a rimettere ordine tra le priorità di una vita, facendole scoprire che lo sport può essere un valido alleato anche dal punto di vista terapeutico.
“Ho conosciuto Obiettivo3 il 30 maggio 2018 a un incontro di reclutamento organizzato al Velodromo Monti di Padova. In quel periodo praticavo podismo a livello amatoriale, ma gli infortuni iniziavano ad essere molto frequenti e quindi avevo la necessità di trovare uno sport che andasse a impattare meno sulle caviglie. Non avevo mai praticato ciclismo ma certamente mi affascinava come sport di fatica. Durante il campus ho avuto modo di confrontarmi con il coach Pier Alberto Buccoliero e Alex Zanardi, ai quali avevo inviato la mia storia. La carica del gruppo mi piacque subito e nei primi giorni del mese di luglio il manager di Obiettivo3, Pierino Dainese, mi consegnò la mia bici… fu amore a prima vista. La mia vita è cambiata parecchio perchè avevo la voglia e la necessità di imparare quanto più possibile per affrontare la stagione ciclistica 2019 come un’agonista vera. Ogni settimana facevo circa cinque allenamenti: due di palestra e tre fuori, in bicicletta, seguendo delle tabelle di preparazione. Non conoscendo bene questo sport ho deciso anche di farmi seguire da una nutrizionista perchè è fondamentale per me sfruttare a pieno e in modo corretto le energie”.
“Il principale motivo che mi ha spinto a far domanda a Obiettivo3 è stato quello portare quante più persone affette da sclerosi multipla a fare sport. Inizialmente nel gruppo eravamo in tre: io, Alessandro Cresti e Lucia Nobis. Oggi siamo in 11. Il gruppo è nato quasi per caso dalla voglia di confrontarsi sulla nostra malattia, sulle difficoltà che incontriamo a livello personale, lavorativo e sportivo, nonché per confrontarci sulle difficoltà che abbiamo a farci riconoscere a livello internazionale come atleti paralimpici”. “La bici – ma direi lo sport in generale – cura il corpo e ci aiuta a scaricare tutte le tensioni che ogni giorni accumuliamo. Sia in caso di ricadute, che per contrastare l’avanzamento della disabilità, è fondamentale che un malato sia ottima forma fisica, ma lo sport aiuta anche dal punto di vista psicologico, perchè la bici ti insegna a non mollare e a spingere sempre, anche nelle salite più impervie: a un certo punto arriverà la discesa e lì ti potrai riposare, sempre senza smettere di pedalare”.
“La squadra e la sua armonia sono fondamentali nei momenti belli come in quelli brutti. Io, in Obiettivo3 e in Anmil Sport Italia, ho trovato davvero una seconda famiglia e mi ritengo molto fortunata: il presidente Pierino Dainese e il capitano Marco Toffanin ci seguono con cura, da buoni padri, nonostante la ‘famiglia’ si allarghi ogni giorno di più”. “Sono soddisfatta della crescita che stiamo avendo e soprattutto delle tante persone che ci contattano attraverso i social. Certo, l’impegno agonistico non è per tutti, ma per noi è importante che le persone inizino a fare sport – poco o tanto che sia – e a prendersi cura anche di questo importante aspetto della loro vita, così importante per contrastare la malattia”.