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Palla al centro


Presentato un emendamento alla Legge di bilancio 2020 per agevolare società e federazioni nel passaggio al professionismo delle donne sportive. Il servizio di Elena Fiorani.

Anche la capitana della nazionale italiana di calcio Sara Gama e quella della Roma Elisa Bartoli sono scese in campo al fianco dell’emendamento, affinchè, dicono, “una bambina che sogna di giocare a pallone sappia che potrà vivere di calcio”. Si tratta di una proposta che riguarda tutti gli sport ed è l’avvio di un percorso per tenere alta l’attenzione della politica su questi temi. La Legge 91 dell’81, infatti, permette alle federazioni di dare lo status professionistico ai campionati e, grazie a questo emendamento che estende alle atlete le condizioni di tutela previste dalla legge sulle prestazioni di lavoro sportive, le federazioni che decidessero di far passare il campionato al professionismo avrebbero un incentivo di tre anni per accompagnare questa transizione dal punto di vista economico attraverso una decontribuzione totale.

Chi fa sport ci sta a cuore


Si conclude oggi a Ravenna il progetto di Cia-Conad che ha donato 60 defibrillatori ad altrettante società Uisp del territorio di Friuli Venezia Giulia, Marche, Veneto e Romagna, per garantire la sicurezza di chi fa attività motoria, con particolare riferimento all’ambito non professionistico. La campagna è stata promossa in occasione del 60esimo anniversario della cooperativa.

Con l’impegno di Uisp e CIA-Conad viene garantita la sicurezza di chi fa attività motoria. In questo modo le società sportive che operano e gestiscono impianti sportivi hanno ottenuto sicuramente un grande vantaggio da questo progetto che garantisce la tutela dei praticanti attività motorie e sportive. “Chi fa sport ci sta a cuore” è la campagna promossa da CIA-Commercianti Indipendenti Associati-Conad per il suo 60° anniversario. La cerimonia finale di consegna si terrà giovedì 28 novembre presso la Residenza Municipale del Comune di Ravenna. Sono intervenuti: Massimo Cameliani, assessore allo Sviluppo economico del Comune di Ravenna; Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp; Luca Panzavolta, amministratore delegato della cooperativa Commercianti Indipendenti Associati Conad. Agli interventi è seguita la consegna dei 4 defibrillatori Cardiosafe che sono stati donati alle società sportive del territorio del Comitato Uisp Ravenna: Asd Centro Studi Danza di Lugo; Gs Boncellino di Bagnacavallo; Polisportiva 2000 Tennis di Cervia; Circolo Subacqueo Ravennate. “Siamo grati a CIA Conad che ha scelto di festeggiare 60 anni di attività riservando grande attenzione allo sport e alla sicurezza delle comunità in cui opera – ha sottolineato Vincenzo Manco, presidente nazionale Uisp – con questo intervento concreto dimostra di avere chiaro il valore sociale dello sport e il ruolo delle società sportive del territorio, che rappresentano l’arcipelago del movimento e quindi del benessere dei cittadini”. “Per il nostro sessantesimo anniversario abbiamo scelto di sostenere un progetto importante per le persone, in particolare per i più giovani. La presenza di defibrillatori nei luoghi dove si fa sport è fondamentale, può davvero salvare delle vite. La nostra cooperativa e la rete dei soci imprenditori Conad a noi associati si sentono parte integrante della comunità ravennate e romagnola: questo è un modo per mettere in pratica i nostri valori e i nostri obiettivi – commenta Luca Panzavolta, amministratore delegato CIA-Conad – Oltre a ciò abbiamo promosso un progetto analogo per installare un defibrillatore in oltre 140 negozi Conad della rete, da Trieste ad Ancona, a tutela delle persone che ogni giorno fanno la spesa da noi”.

Buone pratiche


Con il Progetto Olimpia a Fabriano sport gratis per 30 ragazzi provenienti da famiglie in difficoltà economica che potranno iscriversi, senza alcuna spesa, a corsi di varie attività. A partire da gennaio ad ogni ragazzo sarà assegnato un contributo di 250 euro finalizzato alla copertura annuale per la disciplina prescelta. Per ora sono 5 le società che hanno dato la disponibilità, ma c’è ancora tempo per aderire.

Il Progetto Olimpia è promosso dall’associazione Quadrifoglio che ha intercettato il finanziamento erogato da Cariverona. I club che hanno aderito all’iniziativa sono: Faber Ginnastica, Taekwondo Fabriano, Fortitudo calcio, Virtus team calcio a 5 e Sterlino basket. Ma altre associazioni potrebbero aggiungersi in queste settimane. “Per questa, come per altre proposte relative al sociale, decisiva è stata la volontà di sedersi tutti attorno allo stesso tavolo e portare ciascuno il proprio contributo all’interno di un forte gioco di squadra”, evidenziano dal comune di Fabriano. Un felice connubio tra sport e sociale che rappresenta una prima volta importante per Fabriano, evidenziando anche la sensibilità delle società sportive che hanno deciso prontamente di aderire all’iniziativa. La Consulta comunale dello sport ha invitato le proprie associazioni a riflettere nel dare la propria disponibilità, visto che ancora c’è tempo per ampliare la scelta per i trenta ragazzi. “Il progetto Olimpia è un progetto di integrazione sociale per i più piccoli che consente anche a chi non ne ha la possibilità economica di iscriversi a una società sportiva per praticare lo sport preferito insieme ai coetanei”, ha evidenziato il primo cittadino di Fabriano, Gabriele Santarelli.

Tutti per uno


In provincia di Reggio Emilia durante una partita del campionato di Eccellenza il senegalese Omar Daffe, portiere dell’Agazzanese ha lasciato il campo dopo aver ricevuto insulti razzisti, l’arbitro lo ha espulso per abbandono del terreno di gioco ma i compagni si sono schierati con lui e hanno smesso di giocare. Quindi la gara è stata sospesa e non è mai ripresa, ora toccherà al giudice sportivo prendere una decisione. Non si placano i casi di razzismo nel mondo del calcio. L’ennesimo episodio arriva da Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia, nel match Bagnolese-Agazzanese del campionato di Eccellenza. Vittima il portiere ospite, il senegalese Omar Daffe, da anni impegnato nel sociale come presidente di un’associazione di volontariato che ogni anno porta in Senegal beni di prima necessità e materiali sportivo per i bambini del luogo. Poco dopo la mezz’ora del primo tempo, a seguito di uno scontro di gioco, sarebbero partiti dalla tribuna insulti di carattere razzista nei suoi confronti. Daffe ha così abbandonato il campo, gettando a terra i guantoni, ma l’arbitro lo ha espulso — secondo regolamento — per abbandono del terreno di gioco. Probabilmente, il direttore di gara non aveva sentito gli insulti. Non è la prima volta che Daffe è vittima di insulti razzisti: a gennaio, nella scorsa stagione, il portiere dell’Agazzanese aveva vissuto un episodio analogo nella partita contro il Piccardo Traversetolo.

In sella


Paola Gianotti, atleta che ha fatto il giro del globo in bici, lancia una campagna che toccherà i 350 comuni attraversati dal Giro d’Italia. Passerà il giorno prima della tappa ufficiale con l’obiettivo di installare i cartelli “Attenzione. Strada frequentata da ciclisti”. Ma ha bisogno di cittadini e associazioni locali perché convincano i sindaci ad aderire.

 

Buio in sala


È iniziata ieri la nona edizione del Matera Sport Film Festival, fino a sabato la proiezione di 24 film in concorso provenienti da 15 nazioni differenti. Il servizio di Elena Fiorani. (sonoro)

Per questa nona edizione il Festival si allarga e si divide tra il Cinema “Il Piccolo” di Matera, e il Cineteatro “Due Torri” di Potenza, tracciando un ponte ideale tra la Capitale europea della cultura per il 2019 e la Città europea dello Sport 2021. Dice Michele Di Gioia, direttore del Matera Sport Film Festival: “Il Festival racconta cosa vuole dire fare sport e cultura del territorio, puntando i riflettori su storie di persone comuni che hanno qualcosa da dire e lo fanno con il linguaggio popolare dello sport, semplice ma non banale”. Nel corso del Festival verrà presentato il documentario prodotto dall’Uisp “Riace. I Mondiali Antirazzisti nella città dell’accoglienza che racconta le storie di Mustafa e Farhan che si ritrovano 5 anni dopo aver condiviso l’odissea dei barconi dalla Somalia a Mazara del Vallo.

Oltre il tifo


Dopo le partite di Europa League, che hanno visto scontrarsi Celtic di Glasgow e Lazio sul rettangolo verde, i supporter della squadra scozzese hanno lanciato una raccolta fondi online a sostegno di due associazioni che si occupano di assistenza ai migranti, una scozzese e l’altra italiana, il Baobab di Roma. La società è stata fondata da immigrati irlandesi in Scozia, per questo sono da sempre attenti a chi si trova più in difficoltà. Le donazioni hanno superato i 15mila pound (oltre 17mila euro), ed è probabile che la cifra diventi molto più alta, dato che la raccolta sarà aperta per ancora qualche giorno. “La passione per il calcio, lo spirito sportivo dovrebbero essere questo: un gesto d’amore concreto, un atto di ribellione contro le discriminazioni, un cartellino rosso contro il razzismo, mai e poi mai un saluto romano. Grazie ragazzi, per il supporto e per essere venuti a trovarci al presidio. We’ll never walk alone”. Lo hanno detto gli attivisti di Baobab in una nota, ringraziando i tifosi del Celtif per il gesto. “Nel 2019, il nostro obiettivo è lo stesso. Chiediamo a tutti i fan del Celtic, fan di tutti i club e nessuno, di continuare a contrastare il razzismo e il fascismo. Nel fare ciò, non solo promuoveremo la tolleranza e l’inclusione, ma forniremo il supporto pratico alle due organizzazioni (Baobab e Safr, N.d.R) con progetti a Roma e Glasgow. Dal 2015, Baobab Experience ha supportato oltre 85.000 richiedenti asilo a Roma. Offrono cibo, abbigliamento e servizi di alloggio per garantire il soddisfacimento dei bisogni primari delle persone. Forniscono inoltre assistenza legale, fisica e mentale. Più vicino a casa, Scottish Action for Refugees è un’organizzazione benefica che sostiene i rifugiati in Scozia e coordina gli sforzi internazionali. In particolare a Glasgow, hanno creato uno spazio SAFR che è un hub della comunità che offre aiuto e supporto ai rifugiati e ai richiedenti asilo con gli aspetti pratici di creare una nuova vita in uno strano paese”. Gli ultras del Celtic sono stati a Roma una decina di giorni fa in occasione della partita con la Lazio. Numerose sono state le aggressioni nei confronti dei tifosi scozzesi, alcuni dei quali finiti in ospedale dopo essere stati accoltellati da alcuni esponenti della tifoseria laziale. Ed è proprio in quei giorni che alcuni di loro hanno visitato il campo di Baobab in zona Tiburtina, decidendo poi di avviare la raccolta fondi in supporto ai migranti.

Interruzione di gioco


In Spagna le calciatrici hanno scioperato in occasione della nona giornata di campionato, in programma nel weekend appena trascorso, perché chiedono un adeguamento degli stipendi, ferie e riconoscimento dello stato di gravidanza. Una decisione presa dall’assemblea con oltre il 90% dei consensi. Scarsi i messaggi di sostegno dei colleghi.

Dopo mesi di battaglie e minacce la calciatrici della Liga spagnola di calcio femminile hanno deciso di scioperare e quindi di non giocare le 8 partite della nona giornata di campionato. Motivo del contendere è che la Liga non accetta di riconoscere alle calciatrici il contratto da atlete ‘full time’, quindi professioniste, che comporterebbe un deciso aumento del salario medio, attualmente di 16mila euro (lordi) all’anno, circa 1.000 euro al mese netti. Fra le richieste delle calciatrici, ci sono anche tutele di base come il riconoscimento dello stato la gravidanza e le ferie. “Ci sono situazioni limite di gente pagata come se svolgesse attività per 12 ore la settimana e certe cose non sono più ammissibili. Non è questione solo di soldi, ma di diritto del lavoro” spiega la portiera dell’Athletic Bilbao Ainhoa Tirapu. Poche, per la verità, le discese in campo dei colleghi uomini. Tra questi il giocatore del Barcellona Antoine Griezmann attraverso twitter ha espresso la propria vicinanza alle colleghe in lotta per un accordo migliore. “Mando tutto il mio sostegno alle compagne calciatrici che sono in sciopero e lottano per i loro diritti. Coraggio!”. Anche Andres Iniesta ha voluto dare la propria solidarietà alle ragazze impegnate in una lotta molto difficile.

Un’eredità importante


È nata l’Associazione Emiliano Mondonico: a lanciare l’iniziativa Clara, figlia del calciatore e allenatore scomparso nel 2018. Alla base un’idea di calcio diversa, fatta di umanità, correttezza, rapporti diretti con le persone, lontano dallo sport come solo business. Tra i progetti un torneo per bambini intitolato “381, Un campione per amico”, il numero di panchine del mister in serie A. La presentazione ufficiale a palazzo Lombardia, a Milano, dove sono stati chiamati a ufficializzare la nuova realtà tanti degli amici che hanno lavorato con il calciatore e allenatore scomparso nel marzo del 2018. “Ho deciso, senza ragionare troppo, di andare avanti – ha detto la figlia -. Non era giusto che si fermasse tutto, non me lo potevo permettere. Da sola non ne avevo la capacità e ho cercato persone un po’ folli come me per dare tutto ciò che abbiamo dentro per portare avanti i suoi progetti”. Con lei a portare avanti i valori di Mondonico “giorno dopo giorno, a testa alta e con la schiena dritta, senza mai mollare” ci sono Massimo Achini, presidente del Csi Milano, Oreste Perri, presidente del Coni Lombardia e “gli amici di sempre, gli amici di Rivolta d’Adda, quelli che ci sono sempre stati e continueranno ad esserci”, cioè le persone con cui condivideva il Comune di nascita. Allenatore capace di ottenere cinque promozioni in serie A con Cremonese (1983-1984), Atalanta (1987-1988 e 1994-1995), Torino (1998-1999) e Fiorentina (2003-2004), Emiliano Mondonico in carriera è stato anche un giocatore del Monza: era la stagione 1970-71, lui arrivava dal Torino in A per giocare un campionato nella categoria inferiore prima di tornare nella massima serie nell’Atalanta. Avrebbe poi concluso la carriera nella Cremonese, la stessa squadra in cui aveva esordito nel professionismo. A Monza in 23 partite giocate aveva messo a referto 7 reti. Tra i progetti ci sono il Premio Emiliano Mondonico “Si può vincere senza arrivare primi” (riconoscimento dedicato a giocatori e allenatori dello sport professionistico che si distinguono per la loro particolare umanità. Tuttosport sarà media partner), e la collaborazione con L’ Approdo (Associazione per il trattamento delle dipendenze) dove l’allenatore aveva contribuito a un progetto di sport-psicoterapia. E ancora: un torneo per bambini intitolato “381, Un campione per amico” dove la cifra rappresenta il numero di panchine che Mondonico ha fatto in serie A e che sarà, nelle intenzioni, il numero delle partite che si giocheranno con mille bambini delle squadre Big Small (7-8 anni) del Csi Milano. Infine, l’istituto minorile Cesare Beccaria di Milano, la cui squadra di calcio porterà il nome di Mondonico e avrà il sostegno dell’associazione.

Tutti per uno


Diffondere la pratica sportiva tra le persone con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali in carico alla rete riabilitativa e assistenziale dell’Ausl della Romagna. È l’obiettivo della convenzione con il Comitato paralimpico regionale per l’apertura di quattro nuovi sportelli informativi.

“Per le persone con disabilità lo sport e l’attività fisica, oltre a ricoprire un ruolo importante in campo riabilitativo, sono uno strumento essenziale per lo sviluppo psicofisico, per promuovere ed educare all’autonomia, potenziare le capacità esistenti, accrescere l’autostima e favorire l’integrazione sociale”, spiega il dottor Gianluigi Sella responsabile Medicina dello sport e Promozione attività fisica di Ravenna presso il dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl Romagna, nonché referente aziendale del progetto “Esercizio fisico e attività sportiva nella popolazione affetta da disabilità”. “La mission del Comitato paralimpico è diffondere la pratica sportiva a tutti, senza discriminazioni e in condizioni di uguaglianza e pari opportunità”, aggiunge Melissa Milani, presidente del Cip Emilia-Romagna. Quella con l’Ausl della Romagna è la quarta convenzione firmata dal Comitato paralimpico con un’azienda sanitaria dopo Piacenza, Bologna e Parma: “Ci permetterà – continua Milani – di raggiungere ancora più facilmente le persone con disabilità del territorio: negli Sportelli informativi potranno avere tutte le informazioni utili per conoscere le società sportive ‘accoglienti’ ed essere indirizzate verso lo sport più in sintonia con i loro interessi e capacità”.