Oggi alla Camera la presentazione ufficiale di Aics Accoglienza Solidale, la società formata da rifugiati e richiedenti asilo, appena costituita a Firenze, e guidata dalla maratoneta Milena Megli. L’evento in occasione della firma del protocollo tra AICS e l’associazione Vivere da sportivi.
Dodici giovani migranti e una maratoneta plurimedagliata, campionessa mondiale di marcia. Insieme, grazie ad Aics, hanno realizzato un sogno: quello della prima squadra di atletica leggera formata da rifugiati richiedenti asilo. È nata in seno al programma di accoglienza migranti voluto da Aics e realizzato con Aig nell’ostello di Villa Camerata a Firenze e in quello di Mergellina a Napoli. La società verrà presentata ufficialmente alla Camera giovedì 25 maggio, nel cuore della conferenza stampa voluta per sottoscrivere pubblicamente il protocollo d’intesa tra Aics e Vivere da Sportivi, associazione guidata da Monica Promontorio, e che si batte proprio per l’inclusione sociale e la lotta alla discriminazione attraverso lo sport e la sensibilizzazione tra i più giovani. Alla conferenza stampa parteciperà anche il giovane ghanese Stephen Donyna, uno dei 12 podisti neo iscritti alla Aics Accoglienza solidale Asd.
Oltre l’ostacolo
A Firenze cinquemila studenti si sono seduti su una sedia a rotelle e hanno sperimentato il basket in carrozzina. Il progetto è portato avanti dalla squadra Volpi Rosse Menarini. I responsabili dell’associazione sono andati nelle scuole medie e superiori della città per far provare agli studenti normodotati, durante le ore di educazione fisica, questo sport.
Etica nello sport
Nasce la certificazione di qualità per le società sportive del Comune di Cagliari. Un protocollo d’intesa tra amministrazione comunale e società che prevede il rilascio di un attestato che si può ottenere solo se in possesso di chiari requisiti, basati su un giusto mix tra attività fisica ed educazione, soprattutto per i più giovani.
La certificazione vuole essere un riconoscimento in grado di stimolare le associazioni a recitare con maggiore coerenza il ruolo di comunità educante, aiutandole ad esprimere il valore aggiunto della responsabilità sociale dello sport. Un attestato che sappia trasmettere al dirigente sportivo la convinzione di poter vivere bene il suo impegno, vedendosi riconoscere pienamente il reale valore educativo e culturale del suo operato. Un ruolo, quello del dirigente sportivo, così come quello dell’atleta, che deve essere aiutato ad operare in un contesto socio compatibile e stimolato adeguatamente a credere nelle sue possibilità affinché il suo operato risulti un efficace ed insostituibile valore sociale”, così si legge nel documento approvato all’unanimità. L’attestato ‘Etica – Valore Sociale’ vuole quindi essere una testimonianza di come lo sport sia uno strumento insostituibile nella formazione dei più giovani, confermandosi importante patrimonio per la crescita sociale e culturale di tutta la comunità.
Un gol per la pace
La Paz FC sarà la nuova squadra di calcio colombiana che contribuirà ad unire il Paese, facendo giocare insieme ex guerriglieri e vittime del conflitto che per oltre mezzo secolo ha insanguinato la nazione. Il progetto è ora possibile grazie alla fine della guerra tra Governo e Farc. Militerà nei campionati ufficiali con le sue tre squadre che saranno allestite.
“Il calcio è un linguaggio universale, in grado di unire. Può essere anche un motore in grado di trasformare la società”. Ne è convinto l’avvocato colombiano Félix Mora Ortiz, presidente della Fondazione “Fútbol y Paz Construyendo País”, che sta per coronare il suo sogno, reso possibile dalla fine della guerra tra Governo colombiano e Farc: dare vita a una squadra di calcio che contribuisca ad unire il Paese, facendo giocare insieme ex guerriglieri e vittime del conflitto che per oltre mezzo secolo ha insanguinato la Colombia. In Colombia il calcio femminile è molto popolare e praticato; inoltre sono molte le donne che facevano parte della guerriglia. La squadra ha già le proprie maglie ufficiali: una bianca e l’altra blu, con il logo della Fondazione, una colomba. Va da sé che le vere vittorie non saranno quelle ottenute sul campo, ma i semi di riconciliazione e pace che germoglieranno da questa iniziativa.
Ex guerriglieri e vittime del conflitto giocheranno insieme. Spiega Mora Ortiz: “Vogliamo aprire uno spazio di dialogo, vincolando tutti gli attori del passato conflitto: ex guerriglieri delle Farc, cittadini vittime del conflitto e loro familiari, desplazados (i profughi che sono stati costretti a lasciare la loro casa a causa del conflitto, ndr), cittadini delle zone maggiormente colpite della guerriglia”. Il via libera definitivo al progetto è arrivato da un accordo firmato con le Farc nelle scorse settimane, ma ad essere coinvolti sono tutti i maggiori attori istituzionali a cominciare dal Governo e dalla Commissiona nazionale per la Riconciliazione. “Stiamo iniziando le pre-selezioni per far parte della squadra, in particolare stiamo girando in tutto il Paese nelle le zonas veredales”, cioè gli accampamenti protetti dove sono accolti in questi mesi gli ex guerriglieri delle Farc, che qui si preparano al loro reinserimento nella società. Presto ci saranno le prime convocazioni, in vista della prima partita ufficiale, prevista il 21 settembre, che in Colombia è la Giornata della pace. Le squadre del La Paz F.C. giocheranno in un campo di provincia, da poco inaugurato e intitolato proprio alla pace: si trova ad Apulo, un centinaio di chilometri ad ovest di Bogotá, nel dipartimento di Cundinamarca, lungo la strada che scende dai 2.600 metri della capitale alla torrida valle del Magdalena. Una zona dove fino a qualche anno fa la guerriglia era ben presente.
Una corsa per crescere insieme
È Vivicittà, l’iniziativa dell’Uisp che si corre domenica a Tripoli. Mille bambini, palestinesi, libanesi e siriani, correranno fianco a fianco, per la pace e l’amicizia tra i popoli. Ascoltiamo dal Libano, dove si trova per organizzare la manifestazione, Massimo Tossini, dell’Uisp. (sonoro)
Progetto Mediterranea
L’iniziativa è nata nel 2014 per attraversare i muri culturali che separano le regioni del mare nostrum e riunire, anche solo simbolicamente, comunità divise. La barca ha recentemente percorso il tratto tra Libano e Israele.
“Progetto Mediterranea” (progettomediterranea.com) è nato dall’iniziativa di Simone Perotti assieme a Francesca Piro, Giuliana Rogano. A loro si sono uniti decine di sostenitori “mediterranei”. A bordo, tra l’altro, si svolge un progetto scientifico di studio del mare in accordo con università e centri di ricerca italiani a stranieri. ANSAmed ha incontrato “Progetto Mediterranea” nel porto di Beirut. Provenivano da Cipro. Dopo il Libano si sono diretti verso Israele. I due paesi sono formalmente in guerra dalla loro nascita circa settant’anni fa. Vietati sono i contatti politici e istituzionali tra i due paesi, e sono scarsissimi quelli culturali e intellettuali tra le due comunità. Attraverso questo muro è passato invece “Progetto Mediterranea”. “Siamo credo la prima barca da diporto che abbia percorso il tratto diretto tra Libano e Israele in tempi recenti”, afferma Perotti. “Non è stato semplice, ma unire con la nostra rotta questi due paesi ci ha profondamente inorgogliti. È servito coraggio e tenacia”. In ogni porto, “Progetto Mediterranea” si apre alla gente comune, alla società civile e agli intellettuali del luogo. Così hanno fatto Perotti e gli altri marinai a Beirut e a Tel Aviv.
(Foto: Ansa)
Oratori in campo
Oggi a Roma, prima della finale di Coppa Italia, in campo anche la Junior Tim cup, il torneo di calcio giovanile del Centro sportivo italiano al fianco delle Serie A. Ai nostri microfoni il responsabile del progetto, Maurizio Caterina. (sonoro)
Obiettivo prevenzione
Oggi a Lucca si tiene il primo allenamento previsto dal progetto promosso dall’unità multidisciplinare di senologia in collaborazione con l’Atletica Virtus per il recupero fisico nelle donne che hanno avuto il tumore al seno e affrontano le terapie, come modalità di prevenzione e adattamento alla malattia.
L’esercizio fisico è uno degli strumenti più efficaci per alleviare la fatigue, ovvero quel senso di stanchezza avvertito dai pazienti e derivato dalle terapie, e facilitare la possibilità di recupero. Con l’attività sportiva costante e prolungata nel tempo si ha infatti la possibilità di lavorare sulla riduzione del tessuto adiposo addominale, un elemento protettivo vero e proprio contro le ricadute di malattia. Inoltre, si ha un miglioramento delle facoltà cognitive e, non ultimo, del tono dell’umore. La proposta dell’Asd Atletica Virtus Cassa di Risparmio Lucca si fonda dunque sulla pratica dell’atletica leggera (adattata alle esigenze motorie delle donne con tumore alla mammella) ed ha lo scopo di: garantire effetti benefici per la salute; creare un gruppo-squadra dove trovare aiuto e sostegno; “stare bene” con il proprio corpo; riscoprire o scoprire le proprie potenzialità; riprendersi il proprio equilibrio psichico; beneficiare dell’attività sportiva all’aria aperta; migliorare il proprio coordinamento motorio. L’attività si svolgerà al Campo Coni di Lucca a partire da questo mese di maggio.
Giallo Dozza
Bilancio positivo per la squadra di rugby del carcere di Bologna. Dopo tre anni di attività non c’è stato nessun recidivo tra i detenuti usciti dall’Istituto passando dall’esperienza sportiva. Il team milita nel campionato C2 della Federazione italiana rugby, coinvolge circa 40 detenuti, tra i 23 e i 40 anni, di 13 nazionalità differenti, tra cui 6 italiani.
“Il rugby è un’attività molto educativa per chiunque ma in particolare per chi ha commesso errori e non è abituato a controllarsi nel comportamento e nella forza fisica”, spiega Massimo Ziccone, responsabile dell’area educativa della Dozza. “Non si può fare risocializzazione senza un contatto con la società esterna, incontrando solo operatori penitenziari o persone che come te hanno sbagliato – prosegue Ziccone – di solito la soluzione è fare esperienze positive con gente positiva: più gente da fuori viene dentro e mostra un’esperienza diversa da quella a cui sono abituate queste persone e più riusciamo a centrare l’obiettivo di fare uscire persone che sono cambiate in meglio“.
“A volte il semplice giudizio è anche troppo semplice, approfondendo un po’ le cose si scoprono delle realtà difficili. A livello tecnico partiamo da zero, mi hanno chiesto perchè la palla è ovale“, scherza Max Zancuoghi, allenatore della squadra. “Ci sono difficoltà continue ma sono migliorati molto, hanno molta voglia e in poco tempo hanno capito come si gioca a rugby – prosegue il coach- ma soprattutto hanno capito che con questo mezzo possono avere una rivincita e quindi il loro impegno è tre volte tanto quello che potresti vedere in un campo“.
Bicincittà
Domenica 14 maggio l’Italia sale in sella per la XXXI edizione della manifestazione su due ruote promossa dall’Uisp. Il servizio di Elena Fiorani.
In occasione della Giornata nazionale della bicicletta, l’Uisp fa scendere in strada 79 città dal nord al sud dell’Italia per chiedere sostenibilità ambientale e strade sicure. Bicincittà è una pedalata aperta a tutti, non competitiva, che si svolge su percorsi urbani o nei parchi, su distanze variabili dai 5 ai 20 chilometri. I valori nazionali di Bicincittà, aria pulita e strade sicure, si incrociano con urgenze e tematiche sociali individuate territorialmente, dando vita a sinergie con associazioni locali e raccolte fondi tematiche. Fino a giugno saranno circa 30.000 le persone di tutte le età coinvolte dalla festa Uisp, in decine di comuni ed oltre 120 città. La richiesta è quella di garantire la sicurezza dei ciclisti nelle nostre città, aumentando le piste ciclabili e favorendo la mobilità sostenibile.