A Torino lezioni, corsi e attività per ragazzi e adulti. I club remieri presenti sul fiume del capoluogo piemontese organizzano momenti di avvicinamento a canoa e canottaggio. Le lezioni sono aperte sia a persone già esperte, sia a chi volesse sperimentare una nuova disciplina partendo da zero.
Su prenotazione, è possibile uscire sul fiume a bordo di una canoa multipla, guidati da un istruttore, per provare a tenere in mano i remi e godere di un punto di vista differente e insolito. Anche all’Esperia è possibile provare i remi senza averli mai presi in mano prima. Ogni giorno, solo per adulti, il club apre le porte per prove libere, sotto la guida di un istruttore, gratuitamente. La Cerea, invece, ora si sta occupando del Festival dei Giovani, importante manifestazione alla quale prendono parte i ragazzi, tesserati con il club, che hanno disputato almeno una gara in questa stagione agonistica. Sono però sempre attivi, durante la settimana, i corsi di canottaggio rivolti ai ragazzi fino ai 17 anni e agli adulti.
Amicizia in campo
Fino al 13 luglio Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, ospita la 20° edizione Premio Fair Play-Menarini. Tre giorni di eventi e incontri con i personaggi dello sport nazionale ed internazionale per parlare di rispetto e spirito sportivo.
Programma di oggi, martedì 12 luglio: Premiati e organizzatori del XX Premio Fair Play saranno ospiti a Firenze del title sponsor Menarini. In programma al mattino una visita della città e in particolar modo di Palazzo Vecchio dove saranno accolti da Andrea Vannucci, assessore allo sport del Comune di Firenze. La sera invece Foiano della Chiana ospiterà la Cena di Gala con l’uscita straordinaria dei carri del carnevale più antico d’Italia. Alle 23 in diretta da Piazza Cavour andrà in onda su Sportitalia, media partner del XX Premio Fair Play Menarini, la puntata di “Speciale Calciomercato” condotta da Michele Criscitiello e Alberto Pedullà.
Corri sull’Acqua
Grande successo per il primo progetto sociale al mondo che vuole avvicinare i portatori di protesi alla pratica del windsurf. L’obiettivo dell’organizzatore, Francesco Favettini, è di ottenere, nell’arco di tre anni, un numero adeguato di praticanti che consenta la pianificazione di gare internazionali e la possibilità di costituire una squadra per partecipare ai Giochi Paralimpici.
Primo e, per ora unico, progetto al mondo che vuole avvicinare i portatori di protesi allo sport del windsurf, Corri sull’acqua – Action4Amputees è un programma che introduce i portatori di protesi agli arti inferiori, mediante un protocollo formativo specifico e attrezzature adattate, allo sport del windsurf. Corri sull’acqua conta già 24 ragazzi con diverse amputazioni agli arti inferiori (mono/bi transtibiale, mono/bi transfemorale) grazie ai quali è stato possibile lo studio delle problematiche inerenti l’apprendimento del windsurf per i protesizzati. I risultati sono sorprendenti: migliorando costantemente la tecnica e la didattica, il 90% dei ragazzi che ha preso parte agli stage di Corri sull’acqua è poi riuscito a navigare. L’obiettivo di Francesco Favettini, fondatore del progetto, è riuscire a organizzare la prima regata al mondo dedicata alle persone amputate, con la speranza di ottenere, nell’arco di tre anni, un numero adeguato di praticanti che consenta la pianificazione di gare internazionali e la possibilità di costituire una squadra per partecipare ai Giochi Paralimpici.
Un calcio al razzismo
In corso a Castelfranco Emilia, nel Modenese, la XX edizione dei mondiali antirazzisti, promossa dall’Unione italiana sport per tutti. Un’iniziativa ancora più significativa dopo l’uccisione di Emmanuel, il ragazzo nigeriano a Fermo. A lui verrà dedicata la Coppa Invisibili che verrà consegnata sabato, a conclusione della manifestazione. Ai nostri microfoni il presidente della Uisp Vincenzo Manco. (sonoro)
Lotta al bullismo
Questa sera a Firenze si tiene la V edizione della manifestazione con esibizione di vari atleti di lotta greco romana seguiti da incontri di pugilato. Dalle 22 una tavola rotonda in cui si affronteranno le risposte sportive contro ogni prevaricazione.
Hopeball
È il progetto di Gian Marco Duina, ventunenne italiano, che ha creato in Zambia una squadra di calcio per offrire ai ragazzi in difficoltà la possibilità di crescere e maturare attraverso lo sport. L’iniziativa non ha pretese di professionismo, ma ritiene fondamentali i valori quali il lavoro di gruppo, il rispetto, il confronto.
Lo Zambia è stata la prima realtà in cui HopeBall ha preso vita: una squadra – fondata da Gian Marco – che raccoglie ragazzi per lo più orfani, in difficoltà economiche, familiari o costretti a lavorare già dall’adolescenza e che non hanno avuto la possibilità di accedere o completare gli studi. Questi ragazzi, generalmente, vivono senza obiettivi e senza aspirazioni, vivono alla giornata. Lo sport li stravolge in questo senso perché li costringe a porsi degli obiettivi: la partita, il campionato, il lavoro in gruppo, stringendo dei rapporti tra i compagni. In questo senso lo sport li aiuta a crescere. “A breve termine ripartirò per il Kenya dove una Onlus mi ha chiesto di portare anche nella loro comunità questo progetto sportivo, permettendo così ad altri ragazzi di vivere questa esperienza – racconta Gian Marco – La seconda, invece, sarà quella di tornare in Zambia. La volontà è di tornare con delle novità: ho promesso ai ragazzi di portare le divise per la squadra. Questi mesi in Italia li sto incentrando nel cercare sostenitori nella raccolta di materiale – pantaloni, scarpette, pantaloncini – con la speranza di trovare società di calcio interessate a “sponsorizzarmi” in modo da dare alla squadra la possibilità di partecipare al campionato con delle divise reali. Adesso abbiamo delle semplici magliette bianche con i numeri scritti con il pennarello: i ragazzi ci tengono molto a imitare il nostro calcio, sebbene giochino a piedi nudi nei campi di patate. Il mio sogno è quello di realizzare una struttura che permetta ai bambini più piccoli di essere seguiti dal punto di vista sportivo, concentrandosi sempre sui ragazzi più bisognosi”.
Sport In
È il progetto che intende promuovere e valorizzare l’attività fisica come motore di inclusione sociale. L’iniziativa proporrà esperienze di volontariato per ragazzi dai 16 ai 19 anni della Provincia di Sondrio, per vivere lo sport in modo diverso, un’opportunità per fare, imparare e mettersi in gioco.
Il progetto è promosso da Cooperativa Sociale Ippogrifo in partnership con Sportiva Basket Sondrio e Polisportiva Giovanile Salesiana San Rocco con il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia. L’impegno varia da un minimo di 10 ore ad un massimo di 20 ore settimanali. Le esperienze verranno attivate all’interno dei seguenti contesti:
Sondrio Rugby, da metà agosto a dicembre (Scadenza iscrizioni: 31 luglio 2016). Mansioni pulizia spogliatoi e spazi ristoro, manutenzione verde, riordino magazzino, allestimento degli spazi di allenamento, affiancamento degli allenatori durante gli allenamenti, organizzazione tornei ed eventi. Pentacom, da metà agosto a dicembre (Scadenza iscrizioni: 31 luglio 2016). Mansioni allestimento degli spazi di allenamento, affiancamento degli allenatori (discipline pallavolo, karate, calcio, atletica) , pulizia spogliatoi, inventario magazzino, attività di segreteria, organizzazione tornei e manifestazioni. Sondrio Basket, da metà luglio a dicembre (Scadenza iscrizioni: 10 luglio 2016). Mansioni: allestimento degli spazi di allenamento, affiancamento degli allenatori durante gli allenamenti, pulizia spogliatoi, riordino magazzino, attività di segreteria. PGS San Rocco, da settembre a dicembre (Scadenza iscrizioni: 31 luglio 2016). Mansioni: allestimento degli spazi di allenamento, affiancamento degli allenatori (discipline: volley, karate, calcio), pulizia spogliatoi, pulizia e riordino magazzino, attività di segreteria, organizzazione tornei e manifestazioni.
Effetto Brexit
Howard Holmes, fondatore della squadra di calcio Football unites, racism divides di Sheffield, che sarà ai Mondiali Antirazzisti Uisp, dal 6 al 10 luglio, manifesta preoccupazione per gli episodi di intolleranza dentro e fuori lo stadio cittadino. “L’esito del referendum – dice – è stato far sì che i razzisti si sentano giustificati a comportarsi come tali”.
E lo sport in che modo può ‘insegnare’ alla società a combattere il razzismo e le discriminazioni? “Lo sport può essere un veicolo per l’integrazione e l’antirazzismo, in particolare credo che il calcio abbia il potere di unire le persone – ha concluso Holmes – Io ne so qualcosa visto che ho fondato una squadra che si chiama ‘il calcio unisce, il razzismo divide’. Ma anche nel mondo dello sport bisogna stare molto in guardia su questi temi”.
“Per la cronaca, ho votato Remain al Referendum sulla Brexit”. Howard Holmes, inglese di Sheffield, già portavoce della Rete Fare (Football against racism in Europe) e presidente della squadra “Football unites, racism divides” (Il calcio unisce, il razzismo divide), progetto nato nel 1995 da un gruppo di fan dello Sheffield United preoccupati per il numero di episodi razzisti dentro e fuori dallo stadio cittadino situato in una zona in cui vivono molti cittadini di origine straniera, si presenta così alla conferenza stampa per i 20 anni dei Mondiali Antirazzisti promossi dalla Uisp, che si terranno a Bosco Albergati di Castelfranco Emilia (Modena) dal 6 al 10 luglio. Il motivo? “Bastava guardare il modo in cui è stata condotta la campagna da chi spingeva per uscire dall’Unione europea, puntando tutto sull’emergenza immigrazione, per capire che un voto in favore del Leave ci avrebbe diviso ancora di più. Ed è quello che è successo”. In questi ultimi giorni sono state centinaia le segnalazioni di episodi razzisti e di hate speech nei confronti di stranieri in diverse zone della Gran Bretagna: secondo l’Indipendent con un aumento di cinque volte nella settimana successiva al voto. “Vivo vicino a Sheffield e sono stato testimone anch’io di ciò che sta accadendo: i miei vicini sono stati insultati da persone che li hanno chiamati ‘nigger’, gridando loro di ‘tornarsene a casa’ – ha proseguito Holmes, che partecipa ai Mondiali Antirazzisti dal 1998 – Gli inglesi sono conosciuti per essere molto educati e si ritengono tolleranti. L’effetto di questo voto è stato far sì che i razzisti si sentano giustificati a comportarsi come tali, è come se avessero detto loro ‘è ok essere razzisti’. È una tragedia”.
Ride Green
Successo del progetto sulla differenziata al Giro d’Italia: riciclato l’84% dei rifiuti raccolti. Il servizio di Elena Fiorani.
Il Giro d’Italia numero 99, vinto da Vincenzo Nibali, è stato segnato dalla campagna Ride Green per la raccolta differenziata dei rifiuti nelle aree di partenza e di arrivo delle 18 tappe italiane. L’iniziativa è stata promossa da Rcs Sport, organizzatrice della corsa, insieme alla Cooperativa Erica. Alcuni comuni si sono distinti su fronti diversi: Modena e Torino hanno raccolto il maggior quantitativo di rifiuti differenziati; Cassano d’Adda ha favorito l’integrazione sociale attraverso volontari di una cooperativa che accoglie rifugiati di guerra. La sostenibilità dei grandi eventi è un obiettivo dello sport sociale, in questo caso un’iniziativa storica come il Giro d’Italia apre nuove prospettive e stimola lo sport nel suo complesso ad inventare soluzioni innovative che coinvolgano anche il pubblico.
In gioco
Fino al 3 luglio in mostra a Pistoia le fotografie di Ferdinando Scianna, ispirate al tema ludico. L’esposizione riunisce una serie di immagini dedicate ai giocatori, realizzate tra il 1962 e il 2007, tra le altre anche un’installazione contro il gioco d’azzardo.
La mostra si tiene nelle Sale Affrescate del Palazzo Comunale di Pistoia ed il gioco sarà il tema della settima edizione di Pistoia – Dialoghi sull’uomo, festival di antropologia del contemporaneo. L’esposizione, che resterà aperta gratuitamente al pubblico fino al 3 luglio, riunisce per la prima volta una serie di fotografie dedicate ai giocatori: 40 di medie dimensioni e 10 di grande formato, realizzate tra il 1962 e il 2007, che testimoniano come da sempre Scianna guardi la realtà, attraverso l’obiettivo, con sguardo “antropologico”. Completa la mostra un’installazione fotografica che Scianna ha realizzato sul tema del gioco d’azzardo: un montaggio di grandi fotografie a colori realizzate per farci scendere negli inferi dei luoghi dove il gioco si fa corruzione e l’essere umano si perde. Scianna è un fotografo giocatore, non solo perché per lui fotografare significa giocare con specchi più o meno visibili, ma perché ogni sua foto è un rebus, un gioco che ne contiene altri. “Non si può fotografare il gioco, come non si può fotografare l’amore: solo si possono fotografare gli amanti. Quelli che sono in gioco, dunque” spiega Scianna. “Nello scegliere questa serie di immagini raccolte nel tempo un reporter come me reagisce a situazioni e a forme che in una maniera o in un’altra raccontano, evocano quello che le esperienze della vita hanno depositato nell’immaginario della sua coscienza. Soprattutto nel tempo dell’infanzia”.
Ferdinando Scianna è uno dei più importanti fotografi italiani. Introdotto da Henri Cartier-Bresson, fu il primo membro italiano di Magnum Photos, la più prestigiosa agenzia fotografica del mondo. Dal 1987 alterna al reportage e al ritratto la fotografia di moda e di pubblicità, con successo internazionale. Svolge da anni un’attività di critico e giornalista.