Andare a 30 all’ora | Sfaticati Ep. 21


 

Il podcast integrale

 

 

 


 

Avete appena ascoltato le voci di numerosi cittadini, scesi in piazza a Milano per chiedere più sicurezza nelle strade. Da mesi, in tutta Italia, si svolgono manifestazioni all’insegna della tutela di pedoni e ciclisti. È il primo passo per qualsiasi città che punti ad essere vivibile e sostenibile.

Un anno fa vi parlavo della prima grande “città 30” in Italia. Il 16 gennaio del 2024 a Bologna entravano in vigore i limiti di velocità di 30 km/h nel 70% delle strade del centro abitato e nel 90% delle altre strade cittadine più densamente vissute. L’obiettivo era evidente: ridurre la velocità per alzare la sicurezza, abbassare i limiti per ampliare lo spazio di chi cammina. Oggi, dodici mesi dopo l’introduzione, i numeri raccontano una storia altrettanto chiara: meno incidenti, meno feriti, meno vittime. Per la prima volta in almeno 33 anni, nessun pedone è stato ucciso sulle strade del capoluogo emiliano. Gli incidenti sono calati di circa il 13%, quelli più gravi addirittura del 31%. Si riducono le emergenze, nella notte restano spente le sirene. Non tutti i dati, però, sorridono all’introduzione del provvedimento. È cresciuto, ad esempio, il numero di persone coinvolte in incidenti mentre si spostano in bicicletta. Come rendere più sicure le strade per i ciclisti? Più in generale, quali sono le richieste che vengono fatte per rendere la zona 30 ancora più efficace?
Ne abbiamo parlato con la prima sfaticata della puntata, Ludovica Castellana, volontaria dell’associazione “Efesta” di Bologna.

 

 

Adesso cerchiamo di allargare l’orizzonte e riflettere sulla possibilità di introdurre la città 30 altrove. Guardiamo un attimo cosa succede nel resto d’Europa. A Madrid il limite di velocità di 30 km/h su gran parte delle vie cittadine è in vigore dall’ottobre del 2018. La città di Amsterdam ha deciso di introdurre i 30 km/h sulla maggior parte delle strade urbane dall’8 dicembre del 2023. A Londra dal 2020 si procede ad appena 20 miglia orarie, pari a 32 chilometri orari. Cosa hanno ancora in comune tutti questi luoghi? Sono le capitali dei loro rispettivi Paesi. Allora, vien da chiedersi, quali sarebbero i benefici di avere Roma città 30, almeno in alcune aree.
La seconda sfaticata della puntata è Sofia Pasotto, attivista di “Salvaiciclisti Roma”.

 

 

È risaputo che la città eterna è anche la città del traffico infinito, degli attraversamenti azzardati, delle frenate improvvise. Tante strade non sono attrezzate per accogliere forme di mobilità alternativa; spesso automobili e biciclette si intrecciano in una danza pericolosa. Da questo punto di vista, qual è lo stato della rete ciclabile romana? Ecco il punto di Sofia Pasotto.

 

 

Dalla politica nazionale la strada recentemente adottata per rendere la circolazione più sicura si basa sull’inasprimento di pene e sanzioni. Dallo scorso 14 dicembre è in vigore il nuovo codice della strada, che ha reso più stringenti le norme sulla guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostanze stupefacenti. Al di là delle polemiche sui controlli previsti, ad esempio sulle ambiguità dei test antidroga, il nuovo codice della strada è davvero utile a ridurre gli incidenti? Ecco le opinioni di Sofia Pasotto e Ludovica Castellana.

 

 

 

🎙 Sfaticati – La risposta dei giovani, a cura di Pierluigi Lantieri