Speciali

Il non profit e quelle giornate di Genova 2001


 

Vent’anni dopo Genova, due decenni dal quel G8 che ha segnato la vita politica di un’intera generazione pronta a combattere la globalizzazione dell’economia. Di quei giorni di luglio del 2001 si è parlato e indagato molto sul lato repressivo e la morte di Carlo Giuliani, su quella zona rossa dentro cui si erano barricati gli 8 potenti della Terra, pronti a decidere le sorti del pianeta.

Domani nel capoluogo ligure la Comunità di San Benedetto al porto di Don Andrea Gallo, cuore pulsante di quelle giornate anti G8, riunisce associazioni, giuristi e magistrati

Germania e Canada: i numeri della catastrofe climatica


 

58 morti. 1300 persone disperse o che non danno notizie perché la linea telefonica è saltata, 200mila senza corrente elettrica. Sono i numeri della catastrofe in Germania causata da nubifragi e alluvioni nella Renania. E poi altre vittime tra Belgio, Lussemburgo e Olanda.

Strisce di terra completamente devastate. Edifici e negozi distrutti. Le auto in strada travolte dalla corrente sono lo scenario di un disastro naturale di questa portata. Le centinaia di persone messe in sicurezza in barca a Kordel, paesino situato lungo un affluente della Mosella, rappresentano la notizia positiva della giornata.

Questo avviene dopo il caldo record in Canada con almeno 500 “morti improvvise”.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Caporalato: i mediatori culturali in campo con gli ispettori del lavoro


 

Contro  il Caporalato: arriva un Protocollo d’intesa per la prevenzione e il contrasto siglato al Viminale dai ministeri dell’Interno, dell’Agricoltura e del Lavoro assieme all’Anci. Il documento servirà a incrementare le iniziative sul territorio per l’attuazione delle misure previste dal Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura (2020-2022) e per nuovi progetti a livello locale.

L’accordo prevede l’istituzione, presso il ministero dell’Interno, di una Consulta che sarà composta da rappresentanti di ciascuna delle parti firmatarie, a cui saranno chiamati a partecipare soggetti pubblici o privati o individui di comprovata esperienza nel settore.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Giustizia e verità per quegli italiani “costruttori di pace”


 

Era il 15 luglio del 2020 quando Mario Paciolla, 33enne napoletano impegnato come osservatore dell’Onu per il rispetto degli Accordi di Pace a San Vicente del Caguàn in Colombia, fu ucciso a casa sua e per questo omicidio, all’inizio travestito da suicidio, ancora non si conoscono i mandanti e gli assassini.

E dopo dodici mesi un altro cooperante ha perso la vita, questa volta nel Chiapas in Messico. Michele Colosio, 42enne di Brescia, è stato ucciso da un uomo che da una moto gli ha sparato colpi di pistola a San Cristobal.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Cosa sono (e possono essere) le Case della comunità previste dal Pnrr


 

“Dobbiamo chiudere la fase dei tagli nella sanità e passare a quella degli investimenti perché ogni euro speso per la salute di un cittadino è un euro speso per il bene della collettività” Così il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha iniziato il suo intervento durante il convegno organizzato dalle dalle Acli con l’Associazione Prima la comunità, l’Associazione Salute Diritto fondamentale in collaborazione con la Rete Salute Welfare Territorio.

“Sulle Case della comunità mettiamo 2miliardi, arriveremo a farne 1350 e devono essere il primo luogo di presa in carico: quando il cittadino vive un problema lì dovrà trovare le prime risposte e poi verrà guidato verso un percorso. Io immagino un luogo in cui sanitario e sociale sono in relazione, dove la presa in carico sia multidisciplinare e venga fatta da personale specializzato, con una formazione specifica che dobbiamo implementare”. Così il ministro spiega il progetto previsto dal Piano di rinascita e resilienza.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Il calcio, il presidente e la gioia contagiosa di una vittoria


 

La gioia spontanea e composta del presidente Mattarella al gol dell’Italia. È una delle foto simbolo di questa vittoria europea che ha fatto esplodere di gioia il Paese. Caroselli, fuochi, balli e festa hanno attraversato la notte magica delle città. La parata di Donnarumma ha sugellato quella voglia di esplodere e festeggiare. Dai boomer che nemmeno ricordano quell’unica vittoria ai millennials troppo piccoli per il mondiale del 2006 o che su youtube cercano le immagini di quel mitico mundial ’82.

Ora sono le lacrime di Vialli e Mancini abbracciati, 30 anni dopo la loro sconfitta a Wembley nella prima finale di Champions league con la Sampdoria. Ora sono le stampelle alzate di Leonardo Spinazzola che ha voluto esserci dopo l’operazione al tendine di Achille. Ora sono questi ragazzi che con il telefonino chiamano la mamma in mezzo al campo. Ora è la voce di Francesco Repice che con la sua radiocronaca è diventato un vero e proprio idolo dei tifosi. Ora sono gli sfottò agli inglesi che pensavano di essere tornati a casa e invece il pallone fa il giro del mondo. Sono queste le immagini che ora diventano storia, quella del primo europeo raccontato con i video sui social e con la simpatia contagiosa attraverso i video di scherzi, cori e tormentoni dopo ogni partita.

È il calcio con la sua capacità di arrivare nei momenti più critici della storia di un Paese. E come disse Sandro Pertini: “volete togliere anche questa piccola gioia a chi lavora tutta la settimana?”. Senza caricare questi eventi sportivi di inutili simbolismi né di strumentalizzare c’è solo il diritto a gioire e a vivere il calcio per quello che è: un grande gioco popolare.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale

Il caso Malika e un dibattito serio sulle donazioni


 

Il caso Malika ha aperto un dibattito sulla questione delle raccolte fondi. Da una parte si sono create le solite fratture all’italiana tra guelfi e ghibellini pro o contro la ragazza che è balzata agli onori della cronaca dopo aver dichiarato di essere stata cacciata di casa per una discriminazione di genere: ha raccolto 140mila euro perché senza casa né lavoro ma sui social ha postato foto in mercedes acquistata da qui soldi.

Tra polemiche, moralismi e anche molti dubbi sul ruolo di una certa informazione web e televisiva e la sua capacità di verifica o spettacolarizzazione Vita.it ha aperto un confronto che centra la vera questione: il ruolo delle donazioni oggi tra le piattaforme e le organizzazioni non profit. “Fatto salvo che i donatori dovrebbero chiedersi perché e a chi donano – ha detto Paolo Venturi, direttore di Aiccon – al netto di questo dalla riforma del Terzo settore sono previste delle linee guida sulle donazioni che non sono state emenate. Quindi una cornice di soft law che aiuterebbe a dare una forma normativa leggera dell’ambito. Per finire serve che le piattaforme si assumano anche una resposnabilità nel controllo e nella garanzia delle raccolte che ospitano”.

Secondo Valerio Melandri, direttore del Master in Fundraising per gli Enti Pubblici e il Nonprofit, serve “l’educazione al dono delle persone, serve una forte opera culturale”. Sulla stessa lunghezza d’onda Gabriele Sepio, giurista esperto di economia, fisco e Terzo Settore: “l’emotività legata alle raccolte che scaturiscono da fatti di cronaca a volte non favorisce questa selezione con lucidità, eppure la possibilità di scegliere in modo affidabile e trasparente oggi può trovare alcune risposte proprio nella riforma del Terzo settore”.

Giuseppe Manzo giornale radio sociale