Gaza: storie dalla guerra

di Clara Capponi

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Foto Dott Abou Abed28 agosto – Medici Senza Frontiere (MSF), l’Ong che porta soccorso sanitario e assistenza medica alle popolazioni colpite da conflitti , epidemie e catastrofi, ha raccolto e diffuso la testimonianza del Dott Abu Abed, un palestinese di Gaza che ha lavorato per MSF durante gli ultimi dieci anni. Da quando Israele ha lanciato la sua offensiva, i primi di luglio, Abu Abed è stato Coordinatore delle attività mediche di MSF a Gaza. Con il cessate il fuoco entrato in vigore, martedì, lui e la sua famiglia erano tornati alla tranquillità..per poco purtroppo, visto il riacuirsi degli scontri nelle ultime ore.
 
“Finalmente posso dormire di nuovo nel mio letto. Mia figlia di cinque anni è felice di poter bere il suo latte prima di andare a letto e di dormire bene. Sono fortunato, la mia casa non è stata molto danneggiata. Ma non c’è elettricità né acqua corrente. Io ho un piccolo generatore che ci fornisce energia per due ore al mattino e due ore la sera. E per l’acqua possiamo attingere dal pozzo. Spero solo che la tregua durerà.
Mia figlia è ancora spaventata ; non capisce perché è stato tutto distrutto. Ieri ci ha detto: ‘ Non uscite, potrebbero interrompere la tregua. ’ I miei figli, di 11 e 12 anni, hanno perso la loro infanzia . Si può solo sperare che non perderanno anche la loro adolescenza.
 Abbiamo vissuto momenti terribili. Un giorno – non ricordo la data, ma so che era il ventunesimo giorno di guerra – il bombardamento è iniziato alle 23:00 e non si è fermato fino alle 5:30 del mattino. Nessuno ha dormito quella notte. Mia figlia era in stato di panico – non riuscivamo a calmarla. La mia casa è in un quartiere di Gaza City, vicino alla spiaggia ma anche vicino a un campo d’addestramento della polizia. Ogni cinque minuti piovevano bombe ovunque. Correvo da una finestra all’altra per cercare di farmi un’idea di cosa stesse accadendo. Ma era impossibile, non si riusciva neanche ad ottenere qualche informazione via radio.
Più tardi, quella mattina, Nicolas, il Capo progetto di MSF a Gaza, mi ha telefonato. Mi ha suggerito di portare la mia famiglia e di rimanere nell’ufficio di MSF. Ho accettato immediatamente. Altri membri di MSF si erano già rifugiati lì – un chirurgo, alcune delle guardie – e abbiamo dormito lì anche noi. E’ stato un gran sollievo. Almeno i miei figli avrebbero potuto vedere altre persone e giocare all’aperto, perché avevano trascorso gli ultimi venti giorni chiusi in una stanza. Mia moglie è stata l’unica ad avventurarsi in cucina per prendere ciò di cui avevano bisogno. Nel frattempo io andavo a lavoro: una vettura di MSF veniva a prendermi ogni mattina e mi riportava a casa la sera. E mentre ero via, ero preoccupato per loro.
 L’ufficio di MSF si trova a cinque minuti a piedi dall’ospedale Al Shifa, il principale ospedale dell’intera Striscia di Gaza. MSF ha inviato un’équipe chirurgica per supportare il personale dell’ospedale locale, completamente esausto. A Gaza, MSF gestisce anche una clinica che fornisce cure post-operatorie. Dall’inizio della guerra, circa una dozzina di pazienti sono giunti alla clinica ogni giorno per cambiare le medicazioni. Abbiamo fornito kit per le medicazioni a tutti i pazienti per i quali era   troppo pericoloso muoversi. Da ieri, con il cessate il fuoco (l’intervista è del 7 agosto 2014 ndr), i pazienti sono aumentati. Abbiamo avuto 45 pazienti durante il corso della giornata, per le medicazioni e la fisioterapia. Se la tregua continuerà, il loro numero aumenterà, visti tutti i feriti che sono stati operati e che hanno bisogno di cure post-operatorie.”

LE ATTIVITÀ di MSF

Da quando Israele ha lanciato l’operazione “Margine Protettivo”, la maggioranza dei morti e dei feriti a Gaza sono civili e anche gli operatori medici e le strutture sanitarie stanno diventando un obiettivo. 23 ospedali e centri sanitari sono stati bombardati, tra cui l’Al-Shifa, dove lavora l’ équipe chirurgica di MSF e dove si sono rifugiati a migliaia di sfollati.
Per rispondere all’emergenza, oltre a dare supporto all’ospedale Al Shifa, MSF ha donato riserve d’emergenza alla farmacia centrale di riferimento per l’area settentrionale e meridionale della Striscia di Gaza. La clinica post-operatoria di MSF lavora al 10-30% della propria capacità perché l’intensità dei bombardamenti impedisce ai pazienti di accedere alla struttura.

Per avere tutti gli aggiornamenti da Gaza e sostenere le attività mediche di MSF visita il sito www.medicisenzafrontiere.it