Podcast
Ucraina, un anno di guerra: civili in fuga e uccisi nel “nuovo” mondo “bipolare”
24 Febbraio 2023
Questo è il suono delle mitragliatrici in Ucraina: a un anno esatto dal conflitto le armi sono le uniche protagoniste di una guerra poco lontano da casa.
Oggi parliamo della guerra in Ucraina dopo 365 giorni di conflitto da quel 24 febbraio del 2022 quando all’alba le edizioni speciali e le breaking news mostravano i bombardamenti fino a Kiev. Dopo un anno sul terreno ci sono vittime, feriti, profughi e disperazione.
La guerra in Ucraina sta avendo un impatto drammatico sulla vita e sul futuro dei 7,8 milioni di bambini del paese: di questi 3,4 milioni hanno bisogno di assistenza umanitaria nel paese e 3,9 milioni hanno bisogno di aiuto nei paesi che li ospitano come rifugiati. Dal 24 febbraio al 2022 al 15 febbraio 2023 le vittime civili della guerra in Ucraina sono state circa 21.293.
Le armi esplosive sono responsabile del 90% delle vittime civili. Sono i dati raccolti dall’Associazione nazionale vittime civili di guerra. Poi ci sono i 5 milioni di sfollati interni, gli 8 in altri paesi del mondo e 9.6 milioni di persone presenta sintomi da stress post traumatico e necessita di supporto medico qualificato.
Domani decine di piazze in Italia saranno teatro di manifestazioni e sit in per chiedere che si aprano negoziati di pace e cessino i combattimenti. Per capire invece sullo scacchiere geopolitico internazionale questo anno di conflitto ascoltiamo il giornalista Alessio Postiglione, autore del libro “Calcio e geopolitica” edizioni Mondo nuovo.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale
Edizione del 23/02/2023
23 Febbraio 2023Ad Alta Velocità del 23/02/2023 | Costituzione, ambiente e futuro
23 Febbraio 2023Costituzione e ambiente, un anno dopo: ora tocca a Governo e Parlamento
23 Febbraio 2023
Le voci dei giovani in piazza a Firenze dopo l’aggressione agli studenti del liceo Michelangiolo: “il fascismo in Italia è nato ai bordi di un marciapiede qualunque”, scrive in una nota diventata virale sui social la preside Annalisa Savino di un altro Liceo, il Da Vinci.
Oggi parliamo di Costituzione, ambiente e futuro. Per accelerare la transizione verso lo sviluppo sostenibile dell’Italia occorre dare effettiva attuazione alla modifica della Costituzione approvata lo scorso anno: spetta ora a Governo e Parlamento dotarsi di strumenti adeguati per garantire la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, in particolare introducendo criteri per valutare la costituzionalità delle nuove leggi, misurandone gli effetti sui 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, in un’ottica di giustizia intergenerazionale e definire la sostenibilità ambientale e sociale degli investimenti pubblici. Va inoltre recepita al più presto la direttiva europea sulla rendicontazione dell’impatto sociale e ambientale dell’attività delle imprese.
È quanto emerge dall’incontro “Costituzione, ambiente e future generazioni: un anno dopo, a che punto siamo?” organizzato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS) alla Biblioteca Casanatense di Roma. Un’occasione per riflettere sulla importante riforma, in vigore dal 22 febbraio 2022, che inserisce tra i compiti della Repubblica (articolo 9) la tutela dell’ambiente anche nell’interesse delle future generazioni e il principio in base al quale l’attività economica privata non può svolgersi danneggiando l’ambiente e la salute (articolo 41).
Ascoltiamo il direttore di Asvis Enrico Giovannini e il presidente di Legambiente Stefano Ciafani.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale
Edizione del 22/02/2023
22 Febbraio 2023Ad Alta Velocità del 22/02/2023 | Turchia e Siria dopo il sisma
22 Febbraio 2023Turchia e Siria dopo il sisma, voci da Antiochia: “emergenza a lungo a termine”
22 Febbraio 2023
I suoni dell’aereoporto di Lampedusa dove ieri sono stati trasferiti 187 migranti a Crotone: dopo gli ultimi sbarchi l’hotspot è strapieno e in totale sono 457 da trasferire.
Oggi torniamo a parlare delle conseguenze del terremoto in Turchia e Siria. Ieri una nuova scossa ha fatto piombare nel terrore le persone con altri crolli e vittime. «La crisi nelle zone colpite dal sisma andrà ben oltre i tre mesi di stato d’emergenza previsti: è fondamentale prevedere aiuti materiali e psicologici a lungo termine».
A lanciare l’allarme è Lorena D’Ayala Valva, vicedirettrice generale e responsabile per le emergenze di Fondazione CESVI, attiva in maniera particolare nelle province turche di Kahramanmaraş e Adiyaman, tra quelle maggiormente devastate ma meno raggiunte dagli aiuti internazionali. «Nelle dieci province turche più colpite dal terremoto – aggiunge – vivevano 13,5 milioni di persone: oltre 2,2 milioni sono sfollate altrove, ma per chi resta è urgente la necessità di aiuti e riparo in questo gelido inverno. Ai traumi psicologici della tragedia si aggiunge il rischio di gravi malattie, da quelle respiratorie al colera. Raggiungeremo, nei prossimi 6 mesi, 25mila persone su vari fronti, dalla distribuzione di beni salvavita all’assistenza psicologica per adulti e bambini». Ascoltiamo le operatrici sul campo ad Antiochia.
Ascolta Ad Alta Velocità, rubrica quotidiana a cura di Giuseppe Manzo – giornale radio sociale