Podcast

L’Europa dopo le elezioni: quale futuro per il sociale? – GRSWEEK 15/06/2019

di Redazione GRS


Bentrovati all’ascolto del GRSWEEK da Fabio Piccolino.

 

Quale Europa è uscita dalle ultime elezioni europee? Che direzione prenderà il Parlamento e quali saranno le politiche dei prossimi cinque anni?
Non è una risposta semplice: il voto ha disegnato un continente diviso su molti temi, ai quali gli elettori dei paesi dell’Unione hanno dato risposte diverse. I due gruppi principali, quello popolare e quello socialista, hanno perso consensi, e saranno costretti a ridimensionare il ruolo egemone che hanno avuto negli ultimi anni; i movimenti sovranisti non hanno ottenuto i risultati sperati, anche se la loro affermazione è evidente in paesi come l’Italia, mentre la coscienza ambientalista sembra essere più viva, vista la crescita dei partiti verdi.
Cambiamenti che inevitabilmente avranno delle ripercussioni sulle politiche sociali e su quelle di inclusione, nodi chiave nelle politiche europee e spesso terreno di scontro.
Come ci spiega Lorenzo Berto dei Giovani Federalisti Europei

 

[sonoro]

 

Uno dei temi chiave per il futuro dell’Unione Europea è quello delle migrazioni, a cui si lega la necessità di diverse misure di accoglienza, nel rispetto dei diritti umani. Elementi che, in alcuni casi, contrastano con la scelta degli elettori. Ascoltiamo Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia

 

[sonoro]

 

L’inedita composizione del Parlamento Europeo potrebbe tuttavia dare nuova forza alle politiche di welfare. Ascoltiamo ai nostri microfoni la giornalista Barbara Scaramucci, presidente onoraria di Articolo 21.

 

[sonoro]

 

Ed è tutto, approfondimenti e notizie sul sociale su www.giornaleradiosociale.it

Telecamere della discordia – GRSweek dell’8-9 giugno 2019

di Redazione GRS


Bentrovati all’ascolto del GRSweek da Anna Monterubbianesi. Fa molto discutere la decisione di installare telecamere a circuito chiuso in tutte le scuole dell’infanzia (pubbliche e paritarie) e nelle case di cura per anziani e per persone con disabilità. Un emendamento al decreto Sblocca cantieri, capitolo: video-sorvegliare e punire i lavoratori, approvato pochi giorni fa in commissione al Senato, che prevede l’installazione di sistemi di videosorveglianza in tutte le strutture. Lo stanziamento previsto è di 160 milioni di euro dal 2019 al 2024. Se l’approvazione dell’emendamento viene rivendicata come un successo dal ministro dell’Interno, al grido di “altra promessa mantenuta!”, diviso è il mondo delle associazioni e della società civile. La misura sarà finanziata con fondi che i ministeri dell’Istruzione e della Salute avrebbero potuto più propriamente investire nella formazione, nella selezione del personale e per l’ammodernamento delle strutture sanitarie.

Ascoltiamo ai nostri microfoni Vincenzo Falabella, presidente della FISH – Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap…

Una decisione come questa lascia aperti il tema della prevenzione del fenomeno e quello della percezione della sicurezza tra i cittadini. Ascoltiamo la scheda di Clara CapponiCi sentiamo insicuri perché esiste davvero un pericolo o perché ci dicono che c’è un pericolo? Incrociando i dati dell’indagine sulla “Sicurezza dei cittadini” dell’Istat e ricerche più recenti sul tema si evince che omicidi, furti e rapine sono in costante calo. Circostanza che stride con la realtà di un Paese in cui un italiano su quattro ha paura di girare da solo per strada la sera. E uno su dieci è terrorizzato all’idea di rimanere in casa da solo. Il senso di insicurezza delle donne è decisamente maggiore di quello degli uomini: il 36,6% non esce di sera per paura (a fronte dell’8,5% degli uomini), il 35% quando esce da sola di sera non si sente sicura. Anche tra gli anziani emerge un profilo di insicurezza simile.

C’è da ricordare poi che il disegno di legge prevede che l’installazione delle videocamere non è obbligatoria, ma possibile previo accordo con le organizzazioni sindacali nel rispetto di alcuni criteri tecnici e di privacy, esattamente come accade oggi: le videocamere vengono installate nei casi di segnalazione e denuncia. È quindi utile interrogarsi sulla reale utilità di questi strumenti. Ascoltiamo Adriano Biondi, vicedirettore di Fanpage.it…

Il decreto dovrà essere convertito in legge entro il 17 giugno e dovrà tornare – dopo il voto di Palazzo Madama – alla Camera. Fino ad allora nemmeno un euro potrà essere speso né nessuna azione intrapresa. i tempi sono del tutto imprevedibili e certamente non brevi e nel caso di termine anticipato della Legislatura, l’iter deve iniziare da capo (e sarebbe la terza volta).

Ed è tutto, per approfondimenti sul sociale www.giornaleradiosociale.it