Tre consigli di musica dal mondo, da ascoltare nei giorni di festa.
[Irlanda]
Il nuovo disco degli Enemies si intitola “Valuables” ed è un lavoro raffinato ed eterogeneo, dal sapore vagamente spensierato. Arpeggi affascinanti, riff intelligenti e synth essenziali costruiscono atmosfere appaganti e lineari, che si mettono per la prima volta al servizio di linee vocali molto curate: un esperimento ampiamente superato per una band fino ad ora prevalentemente strumentale.
[Francia]
“Electric Shades” dei Baron Crâne è uno di quei dischi che non lasciano respiro. Il loro è un rock progressive moderno e solido, intenso nella struttura dei brani e travolgente per la forza che sprigiona.
Suoni sporchi, cambi di registro, slanci e climax emotivi: ascoltarli è un toccasana per l’umore.
[Sudafrica – Canada]
Nuovo ep per l’artista sudafricana-canadese Zaki Ibrahim: “Orbit: A Postcoital Prequel” si compone di quattro tracce in cui le molteplici influenze musicali convergono in un suono policromo a cavallo tra electro, soul, R&B e dance.
Una voce espressiva che si infila abilmente negli spiragli di un’elettronica vistosa ma non esasperata e il desiderio di sperimentare i propri confini: “Orbit: A Postcoital Prequel” è una storia d’amore tra stelle gemelle e anticipa il nuovo album, previsto per la primavera del 2017.
Un altro viaggetto in giro per il mondo alla scoperta delle migliori novità musicali.
[Taiwan]
Dura poco più di 16 minuti il nuovo ep degli Elephant Gym, “Work”, ma sono sufficienti a definire una band le cui trame sonore riescono ad entrare in contatto diretto con i nostri recettori emozionali.
Protagonista è il basso, da cui scaturisce un intelligente post rock che vira talvolta sul pop, talvolta sul math-rock e che, in alcuni episodi, si arricchisce del piano e di una delicata voce femminile.
[Iran-Gran Bretagna]
“Zal” è il titolo dell’ultimo ep dell’artista iran-britannica TĀLĀ. Un caleidoscopio di suoni e di influenze che, attraverso un uso dinamico dell’elettronica, non accusa quasi mai cali di tensione.
Da oriente a occidente, con la forza di sei brani vivaci e originali.
[Argentina]
Nell’epoca delle troppe informazioni che finiscono per disperdersi, gli argentini Kjjjjjjjjjsi sono scelti un nome talmente assurdo che non passa inosservato. Un power trio strumentale dalla grande energia che ama i chiaroscuri e le trame intrecciate, proponendo brani dalla grande emotività. Ascoltarli è certamente più semplice che pronunciare il loro nome.
Questa settimana facciamo un bel salto nel continente americano, da nord a sud.
[Canada]
“TDIII – Tokes, Hatred & Caffeine” dei Tumbleweed Dealer non è un disco che passa inosservato se si ha la pazienza di metterlo in cuffia per qualche minuto.
La band di Toronto propone dodici pezzi strumentali che si mettono al servizio dell’ascoltatore per garantirgli un’esperienza di costante esaltazione. Atmosfere oscure, approccio energico, soluzioni sorprendenti, incastri e ossessioni. Alla fine se ne esce affaticati ma ampiamente soddisfatti.
[Stati Uniti] Childish Gambino è il progetto musicale di Donald McKinley Glover, attore, sceneggiatore e musicista statunitense.
Il suo nuovo disco “Awaken my love” è un lavoro dentro cui convivono tante diverse anime in perfetto equilibrio, vibrazioni funk e soul che accendono l’anima, produzioni di qualità, salti temporali dagli anni 70 e ritorni al futuro.
Suona già come un classico, anche se è uscito da poche settimane.
[Brasile]
“MM3” è il nuovo album dei Metà Metà, enseble brasiliana ammaliante che ama la sperimentazione e le contaminazioni.
Dal jazz al folk, dall’elettronica alla musica africana, MM3 è un viaggio da percorrere con le orecchie spalancate, attenti a cogliere ognuna delle mille sfumature di questo disco e a lasciarsi trasportare dall’enorme energia che sprigiona.
Ricordate la Cassa del Mezzogiorno? A Napoli è tornata. Una “Cassa” dell’inclusione sociale che riscatta i territori e nasce a Scampia, in seno alle attività dell’Officina delle Culture “Gelsomina Verde” e sotto il marchio ad ombrello della rete delle Resistenze Meridionali. La “Cassa del Mezzogiorno” è un’iniziativa di carattere culturale ed economico che mette a regime la rete di attività produttive e culturali che quotidianamente all’interno della struttura porta avanti progetti di inserimento lavorativo individualizzati per detenuti.
“È proprio questa la mission della Cassa – dichiara Ciro Corona, presidente della coop sociale Resistenza – ribaltare il significato storico che ha assunto negli anni l’ente assistenziale fondato nel 1950, nato essenzialmente per dare risposte concrete alla meditata arretratezza infrastrutturale del sud e finito col diventare una macchina assistenziale, funzionale alla malapolitica, depredando territori e annientando le speranze di un reale cambiamento”.
La Cassa del Mezzogiorno oggi mette insieme le logiche virtuose delle reti sociali che massimizzano profitto sociale dei territori e, senza trascurare l’aspetto produttivo ed economico, provano a restituire dignità a persone e territori partendo da riutilizzo, promozione e gestione di beni confiscati e beni comuni della città di Napoli. “Il lancio della Cassa del Mezzogiorno è una sfida di qualità, di giustizia, di riappropriazione di diritti – continua Corona – che l’associazione (R)esistenza, la Cooperativa Iron Angels, il gruppo musicale gli ‘O Rom,
L’associazione Officina Volturno e la Cooperativa Sociale (R)esistenza, insieme a tutta la rete sociale territoriale vogliono lanciare per una solida e duratura costruzione di percorsi di riscatto dal basso”.
La Cassa del Mezzogiorno compare in due versioni, quella tradizionale e quella “economica”, ovvero Il Bottino del Sud, che pur non coinvolgendo interamente tutte le realtà rappresenta un fondamentale strumento per rinforzare ed avviare percorsi di inclusione sociale e lavorativa svolti all’interno dell’Officina delle Culture. La prima: giornale “Informare” – Associazione Officina Volturno N° 1 libro “Libri Maltrattati” – [erre] edizioni N° 1 cd audio degli “‘O Rom” N° 1 bottiglia di vino Falanghina DOC “Selva Lacandona – Cooperativa Sociale (R)esistenza N° 2 confetture di pesca – Cooperativa Sociale (R)esistenza N° 1 albero della libertà – Cooperativa Iron Angels N° 1 cartolina Scampia – Associazione (R)esistenza N° 1 maglia Officina delle Culture “Gelsomina Verde” N° 1 baule/cassa in legno (prezzo al pubblico 45 euro)
E la seconda con il “bottino del Sud”: birra artigianale Cella Zero – Cooperativa Sociale (R)esistenza N° 1 scultura – Cooperativa Iron Angels N° 1 confettura di Pesca – Cooperativa sociale (R)esistenza N° 1 cartolina Scampia – Associazione (R)esistenza N° 1 voucher mensile per palestra gratuita N° 1 sacchetto juta (prezzo al pubblico 15 €).
Altri tre consigli di musica bella (e nuova) dal mondo.
[Giappone]
E’ appena uscito il nuovo ep dei Mono e si intitola “Requiem For Hell”. Cinque (lunghi) pezzi in cui la band di Tokyo dà fondo al proprio patrimonio di immagini in musica, con atmosfere talvolta infuocate e marziali, altre dilatate e sospese. L’album si ispira alla Divina Commedia e come l’opera del Sommo Poeta attraversa momenti diversi nell’ispirazione pur rimanendo omogeneo nella struttura.
[Francia]
Un mix di musica africana ed elettronica: si può riassumere così il sound dei Loya, che hanno da poco pubblicato “Indian ocean”. Un luogo dove convivono molti elementi in apparente contrasto, ma che dosati con equilibrio danno vita ad un connubio ben costruito che si fa ascoltare con crescente curiosità.
[Italia]
Dopo aver scaldato il cuore al freddo popolo del web con una manciata di canzoni su youtube, è giunto il momento del primo vero ep di Wrongonyou, al secolo Marco Zitelli da Roma, dal titolo “The mountain man“.
Un artista che sorprende per la maturità del songwriting, la qualità degli arrangiamenti, e la profondità della voce, una di quelle cose che puntano dritte all’anima per non uscirne più.
[Islanda]
In hawaiano Kaleo significa “il suono”. Loro ne hanno di decisamente affascinanti e il disco “A/B” che hanno pubblicato di recente ne è la dimostrazione più lampante.
Atmosfere calde di matrice blues-indie-folk che entrano nelle ossa e rilasciano una rassicurante energia positiva. Più che dall’Islanda sembrano provenire dal profondo degli Stati Uniti, ma in fondo non importa: i confini sono quasi sempre solo nella nostra mente.
[Germania]
Incontri tedeschi: i Camel Driver vengono da Kiel, in quella parte di Germania che affaccia sul Mar Baltico e propongono un sound cervellotico a metà strada tra lo stoner e il math rock. Incastri, cambi repentini, virtuosismi quasi mai fini a loro stessi.
I Moewninvece sono di Amburgo e si definiscono “oceanic rock trio”: sarà per questo che hanno chiamato “Acqua alta” (in italiano), il loro disco del 2015. Il loro approccio è più vicino al post rock con suoni decisi e chitarre distorte.
Insieme hanno realizzato un disco split che si chiama “Rites of passage/Aestus“. Un esperimento interessante che permette di avvicinarsi con curiosità a due band talentuose.
[Italia]
“Naive” è il titolo del nuovo ep dei Fuzz Vegas, duo elettronico dalla Sardegna in grado di creare immaginari suadenti e modellare architetture sonore talvolta molto nitide e precise, altre più nebulose ed oniriche. I primi due pezzi sono un omaggio ad un altro gruppo sardo, le Lilies on Mars.
Finita l’estate si torna a scuola. E, soprattutto, si torna a scuola di economia sociale. Dopo un primo assaggio lo scorso giugno con la Summer School di Legacoopsociali, a partire da oggi ecco i tanti appuntamenti per la formazione rivolta a cooperatori sociali, imprenditori sociali, organizzazioni non profit e del terzo settore. Da Urbino a Trento, passando per Bertinoro, ecco i principali appuntamenti fino a ottobre
Urbino
Anche quest’anno, per il terzo consecutivo, riaprono le porte della Scuola Estiva “L’economia come è e come può cambiare” organizzata dall’Università di Urbino Carlo Bo con Sbilanciamoci!, dal 5 al 9 settembre 2016 ad Urbino.
Diversamente dalle precedenti edizioni l’oggetto della scuola sarà il Welfare. Le grandi trasformazioni degli ultimi tre decenni hanno difatti cambiato il concetto stesso di stato sociale, di partecipazione, di solidarietà, e di sostenibilità degli interventi di politica economica. Precisamente, il tema di questo anno è lo studio della struttura, del finanziamento, e della sostenibilità della spesa pubblica e dello stato sociale. Questi temi saranno studiati partendo da un inquadramento complessivo dei temi della macroeconomia, e del ruolo che la spesa pubblica e il debito pubblico possono avere nel sostenere la crescita economica equilibrata nel medio e nel lungo periodo. Obiettivo della Scuola è perciò di riflettere in chiave critica sull’attuale quadro delle politiche fiscali attuate, sia in Italia che in Europa, attraverso una visione restrittiva del ruolo dell’intervento pubblico.
Tre sessioni plenarie, dieci workshop tematici, una trentina di buone pratiche innovative, più di 40 relatori e soprattutto centinaia di imprenditori (lo scorso anno siamo stati più di 500) che danno vita alla più grande community nazionale sull’innovazione nell’impresa sociale.
Sono alcuni degli ingredienti che attentamente dosati (o almeno, ci proviamo) daranno vita alla XVI edizione del Workshop sull’impresa sociale, in programma il 15 e 16 settembre 2016 a Riva del Garda; i lavori proseguono, nonostante il clima ferragostano.
Bertinoro
Sono numerosi e concreti i temi al centro deLeGiornate di Bertinoro per l’Economia Civile, il tradizionale appuntamento di AICCON: “Da Spazi a Luoghi. Proposte per una nuova ecologia dello sviluppo” è il titolo della nuova edizione che quest’anno si svolgerà il 14 e 15 ottobre 2016.
“Diventano luoghi queglispazi in cui la dimensione comunitaria è protagonista di un’innovazione che dà vita a nuove forme di produzione del valore” afferma Paolo Venturi, Direttore di AICCON. Giunte alla XVI edizione, le GdB proporranno un serrato confronto tra economisti, personalità del Terzo settore e delle istituzioni, ricercatori e giornalisti che indagheranno sulle condizioni, i fattori e i protagonisti della creazione di una nuova ecologia dello sviluppo, a partire dalla piena valorizzazione dei soggetti dell’Economia Civile, intesi quali promotori di un’azione di trasformazione delle istituzioni economiche e sociali, dall’investimento sui giovani e dal genius loci dei nostri territori.
Come sottolinea Stefano Zamagni, Presidente di AICCON: “Questa edizione delle Giornate di Bertinoro si propone di immaginare come sia possibile creare nello spazio pubblico le condizioni per generare valore sociale e non solo redistribuirlo. Produrre valore oggi significa alimentare quelle relazioni tra diverse istituzioni in grado di trasformare positivamente i territori”.
Anche il Giornale Radio Sociale sarà tra i mediapartner dell’evento. Su questo link si possono trovare tutte le info utili. Insomma, che aspettate? Tornate a scuola, di economia sociale.
Dopo la denuncia del Forum Diritti e Salute riportata in questo articolo è scattata un’interrogazione parlamentare del senatore Peppe De Cristofaro di Sinistra Italiana. Si tratta di una doppia interrogazione perché non chiama in causa solo il Pascale ma anche la chiusura del Reparto della Terapia del dolore al Cardelli, il più grande ospedale del Mezzogiorno. Il senatore De Cristofaro ha inoltrato le interrogazioni al ministro della Salute Beatrice Lorenzin in data odierna.
La Terra dei fuochi non fa più notizia. Evaporata l’attenzione e celebrata come una soluzione il futuro trasferimento delle ecoballe da Giugliano, resta però la realtà: le conseguenze sulla salute. Sui social continuano le testimonianza di vite giovani e adulte che si ammalano grazie alla testimonianza continua della mamme di Una Voce per tutti. I recenti risultati delle analisi dei medici parlano chiaro.
Uno studio seguito dal dottore Vincenzo Petrosino presso l’Università di Napoli di medicina in collaborazione con la facoltà di Farmacia ha rilevato nel sangue il dosaggio di 14 metalli pesanti e 12 policlorobifenili più cancerogeni (I Policlorobifenili (PCB) sono contaminanti ambientali di origine industriale. In questo scenario qual è la risposta della cura e della prevenzione oncologica? Non ci sono buone notizie in merito. Dal Forum Diritti e Salute arriva una denuncia e riguarda il più importante istituto di ricerca del Sud: l’ospedale Pascale. In un dettagliato dossier il Forum elenca tutte le emergenze e le mancanze a cui deve far fronte il nosocomio. Il principale Istituto oncologico è commissariato da 6 anni e proprio il sub commissario Gerardo Botti si è dimesso lo scorso maggio denunciando una situazione al limite: se un medico come me – ci dice – abituato a lavorare per il bene dei pazienti e per obiettivi, chiede al direttore generale dell’assessorato alla Salute dieci cose e tutte e dieci gli vengono negate, vuol dire che non ci sono margini di manovra per incidere e dunque, di fronte al rischio di disattendere il mandato ho ritenuto di tornare a fare il medico”.
Quali sono i numeri dell’emergenza? Innanzitutto le liste di attesa. Il tempo per fermare un tumore è fattore decisivo e invece, come scrive il Forum, ecco quanto bisogna aspettare: i ricoveri superano 97 giorni per senologia, 70 per urologia, 60 giorni per mammografia, un anno per gli esami eco ambulatoriali. Tanto che il primario di Radioterapia Paolo Muto dichiarava al Mattino: “i tempi di attesa sono tali che non resta che dirottare i pazienti bisognosi di terapie radiante verso altre strutture”. Alle liste si aggiunge la carenza di organico: servono 30 o 40 infermieri in più, 20 tecnici di radiologia e 10 operatori sociosanitari “per far volare l’attività clinica di questo istituto”. Di fronte a questa situazione il Forum Diritti e Salute spiega con il portavoce Francesco Maranta: “chiediamo azioni di vigilanza e controllo siano state attivate o si intende porre in essere per verificare i risultati dell’azione amministrativa commissariale e garantire il funzionamento, nel pieno delle sue potenzialità. E poi vogliamo sapere quali azioni siano state poste in essere sulle criticità dell’Istituto, e come intende il Sig. Ministro ridurre i tempi di attesa per i ricoveri e la chirurgia di eccellenza, atteso che con l’estate si va incontro ad una ulteriore fisiologica riduzione delle risorse umane”.
E Maranta aggiunge: “vogliamo sapere quali iniziative per sollecitare il Commissario J. Polimeni a smentire su un presunto depotenziamento dell’IRCCS e delle strutture complesse che a dire dello scrivente sono essenziali (al fine della efficienza clinica) strutture complesse come la radiologia interventistica, la cardiologia oncologica, la medicina di laboratorio e l’endoscopia oncologica, per le quali recentemente sono stati spesi investimenti nell’ordine di milioni di euro”. Inoltre dall’ospedale resta il rebus di macchinari nuovi non ancora utilizzati che portano a chiedere quali siano “gli atti amministrativi – se vi sono – siano stati adottati dal Commissario straordinario per il potenziamento della struttura e sviluppo clinico-scientifico”.
Fino a prova di smentita questi sono i numeri del più grande Istituto oncologico del Mezzogiorno e centro di riferimento nazionale per la rete oncologica nazionale e regionale. Qui nella Terra dei fuochi, dove ci si ammala e si muore di cancro.
In questa sua prima metà, il 2016 è stato un anno difficile, in bilico tra paure vecchie e nuove e desiderio di rinnovamento.
L’Europeo di calcio in Francia scandisce il passaggio tra la prima e la seconda parte dell’anno: mentre si giocano le partite le elezioni amministrative ridisegnano il quadro delle città italiane, la replica di quelle politiche in Spagna tenta di trovare una soluzione all’ingovernabilità, mentre il Regno Unito decide di uscire dall’Unione Europea. Paradossale nell’anno in cui a partecipare agli Europei ci sono contemporaneamente l’Inghilterra e i sorprendenti Galles e Irlanda del Nord.
Fino a qualche anno fa, gli appuntamenti calcistici estivi erano per gli appassionati di calcio una vera manna dal cielo: durante i Mondiali o gli Europei ci si poteva immergere nella competizione fino a guardare tre partite diverse al giorno, mentre oggi, nell’epoca dei social e della tv digitale, l’intera competizione si può seguire solo sulla tv a pagamento, perché il servizio pubblico garantisce la visione di una sola partita al giorno.
Peccato, perché gli Europei di quest’anno sono molto tattici ed equilibrati, e spesso danno vita a partite piuttosto noiose: gli incontri trasmessi dalla Rai sono quelli di maggior richiamo, ed inevitabilmente, molte cose sono rimaste fuori dalla visione in chiaro. Dirette più o meno soporifere di 1-0 striminziti, o gli 0-0 tra Germania e Polonia, Portogallo e Austria, Svizzera e Francia, Slovacchia e Inghilterra, fino all’ottavo di finale tra Croazia-Portogallo, dove nei tempi regolamentari si contano zero tiri in porta per entrambe le squadre.
Al contempo, ci siamo persi un sacco di cose belle: il vorticoso 2-2 tra Repubblica Ceca e Croazia (con protagonismo ultras annesso), lo spettacolare 3-3 tra Ungheria e Portogallo (con il gol di tacco di Cristiano Ronaldo), la bellissima rovesciata di Shaqiri in Svizzera – Polonia.
Non è andata in onda neanche la sfida tra Albania e Romania, in un paese dove ci sono un milione di romeni e cinquecentomila albanesi.
L’ironia diventa così un rifugio affidabile: per la generazione cresciuta con Mai dire gol, l’appuntamento naturale è quello allestito su Rai 4 dalla Gialappa’s Band. Proviamo a prenderla a ridere, che il 2016 non è stato per niente tenero finora.
Oppure, con una colonna sonora all’altezza della situazione. La prima metà dell’anno ci ha già tolto moltissimo, con le scomparse premature di troppi artisti, tra cui David Bowie e Prince.
Per fortuna però ha anche elargito dischi interessanti: io ve ne consiglio sei.
L’imprevedibile convivenza di generi e sperimentazioni nel nuovo album degli Animal Collective, “Painting with“. Il posto giusto dove trovare rifugio dalle banalità.
Il ritorno degli Afterhours che con “Folfiri o Folfox” rimescolano le carte per fare in modo che l’idea che abbiamo di loro sia sempre mutevole, e probabilmente migliore delle precedenti.
“Here be monster” dei Motorpsycho: tra gli artisti più prolifici e vari degli ultimi anni, mettono insieme un altro mattone da conservare per la sua compattezza.
L’esordio solista di Francesco Motta che con “La fine dei vent’anni” tira fuori un lavoro moderno e maturo, scritto con cuore e cervello.
I Radiohead e il loro affresco imponente, che ci ricorda da dove viene molta della musica degli ultimi anni. “A moon shaped pool” ha davvero tante cose da dire.
I Last Shadow Puppets, perché “Everything you’ve come to expect” è album pieno di canzoni che dureranno nel tempo, per cui il 2016 è soltanto un punto di partenza.
“Si perdono posti di lavoro”. “Sprechiamo le risorse in casa nostra”. “Non possiamo perdere le risorse energetiche”. In queste settimane i fautori dell’astensione hanno ripetuto in maniera ossessiva questi aspetti economici legati al referendum delle trivelle del 17 aprile. Si tratta di una banalizzazione dell’economia ridotta al novecentesco dualismo ambiente-lavoro. Non si considerano interi settori produttivi e imprenditoriali legati alla salvaguardia del territorio e allo sviluppo. Si è taciuto sui dati di un’economia depressa, soprattutto al Sud e in tutte quelle aree dove grandi opere di assett privati prelevano risorse e non lasciano alcuna eredità di sviluppo. E ancora c’è un problema di democrazia sulle decisioni che impongono opere pubbliche e private mentre la magistratura sta spiegando le modalità criminali che devastano intere zone attraverso lo smaltimento illegale di rifiuti tossici.
Quelle imprese che dicono Sì
“Siamo produttori di energia” – ha detto il presidente di Assorinnovabili Agostino Re Rebaudengo – “ci occupiamo di idroelettrico, fotovoltaico e biomasse. Abbiamo aderito al SI perché non approviamo l’automatica estensione illimitata delle concessioni per le aziende petrolifere”. Ha poi aggiunto: “La seconda ragione è che l’indicazione di voto è anche una scelta di sostenibilità per il nostro futuro. Riteniamo sia più giusto sviluppare sorgenti rinnovabili: per questo mi auguro che si raggiungerà il 50 per cento”.
“Ci auguriamo un mare di SI perchè la pesca è sul banco dei danneggiati”, ha dichiarato Raffaella de Rosa, Alleanza Coop Italiane Pesca. “Le trivelle sottraggono spazio ai pescatori, danneggiano i fondali, le onde d’urto allontanano gli stock e impediscono la riproduzione”. E parlando del settore ha precisato: “È un danno per le risorse ittiche e per la pesca che conta 100 mila occupati e 300 milioni fatturato all’anno. La pesca viene sottoposta a rigido controllo, mentre alle piattaforme petrolifere non è chiesta neanche la Vas, la valutazione ambientale strategica preventiva e questo non è accettabile”.
“Mare, coste e turismo sono il vero patrimonio dell’Italia”: a parlare è Tullio Galli, di Assoturismo. “Immaginate se ci fosse una fuoruscita di petrolio in mare. Solo in Emila Romagna ci sono 15mila imprese che operano nel turismo e 50mila addetti” e ha concluso incalzando “Fermare le trivelle è una battaglia civile da vincere a tutti i costi”.
Tra le forze produttive che hanno partecipato anche la CIA -Confederazione italiana agricoltori: “Abbiamo aderito al SI anche perché va nella direzione di quello che dice l’Unione Europea”, ha detto Alessandro Mastrocinque. “Da sempre noi siamo per le rinnovabili anche perché le tecniche di estrazione inquinano le nostre produzioni e arrivano sulle nostre tavole e i prodotti della terra coltivati dove c’erano le trivelle non li vuole più nessuno. Il nostro è un invito a votare SI e a cambiare politica energetica”.
“Tutti i paesi del mondo hanno affermato a Parigi la grande emergenza dettata dai cambiamenti climatici e l’importanza di tenere le temperature sotto il grado e mezzo” ha spiegatoAndrea Masullo di GreenAccord, un’associazione che si occupa della formazione di 150 giornalisti su tematiche ambientali, ricordando che “Entro il 2030 dobbiamo provvedere a una riduzione del 40 per cento delle emissioni. Il punto è che l’ Italia non ha un piano energetico: che ne sarà, ad esempio, dei lavoratori dell’Eni? La vera scelta è tra passato e futuro. L’Italia è al diciottesimo posto in Europa per modernità e innovazione delle reti elettriche, retaggio del passato basato su fonti fossili e ostacolo per le rinnovabili”.
Ora, comunque andrà il referendum del 17 aprile la posta in gioco resta tutta aperta e, quorum o non quorum, bisogna fare presto per cambiare le regole di questo gioco. Come dire: l’economia (e la democrazia) non si trivella.
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