Oggi 3 marzo 2022, giorno 8 dell’attacco all’Ucraina.
Dopo oltre una settimana dall’attacco si contano 2000 civili morti e altri 500 morti tra i militari russi. A Mariupol è un vero e proprio assedio come a Karkiv, un’altra conseguenza della distruzione è quella dei profughi. Ormai siamo quasi al milione, una cifra pari a tutti i profughi siriani che hanno messo piede in Europa in questi anni.
Ed è scattata la macchina della solidarietà nel nostro Paese che vede in prima fila Ong, associazione e cooperazione. Sul sito del Forum nazionale terzo settore è stata aperta una pagina web dove si dà conto delle numerose iniziative di solidarietà della società civile italiana e delle organizzazioni aderenti. Ascoltiamo Luca Di Fraia che coordina la Consulta cooperazione internazionale del Forum.
Purtroppo in Italia non c’è solo la solidarietà ma anche un clima di censura contro tutto ciò che è russo fino ad arrivare anche a eliminare un corso su Fedor M. Dostoevskij curato da Paolo Nori alla Bicocca di Milano.
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Ucraina, 13 bimbi uccisi e arriva Msf. Italia: la proposta del Patto Non autosufficienza
Il suono delle bombe, alcune delle tante di una pioggia di fuoco sull’Ucraina e oggi dovrebbero ripartire i negoziati. La voce di Catherine Russell, direttore generale di Unicef, che spiega la situazione per bambini e famiglie. Almeno 13 bambini sono stati uccisi, secondo i dati verificati dall’Onu.
Intanto Medici Senza Frontiere (MSF) è in azione per avviare una risposta d’emergenza in Ucraina e inviare team in Polonia, Moldavia, Ungheria, Romania e Slovacchia per valutare e rispondere ai bisogni umanitari delle persone in fuga ai confini.
Dove va questo conflitto? Quali sono le trame economiche e geopolitiche che fanno salire il termometro dell’estensione della guerra e della corsa agli armamenti? Un’analisi arriva da Alessio Postiglione, autore del recente “Calcio e geopolitica. Come e perché i paesi e le potenze usano il calcio per i loro interessi geopolitici”, Edizioni mondo nuovo.
Poi si parla di non autosufficienza. Le circa 50 organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” che hanno elaborato un’articolata proposta finalizzata ad arricchire il Disegno di legge delega a cui sta lavorando il Governo. Ascoltiamo nel dettaglia il coordinatore scientifico del Patto Cristiano Gori.
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I bambini sotto le bombe in Ucraina. E la “variante” mafia in Italia
Questo è il suono di una tromba tra i palazzi in Ucraina, intona l’inno nazionale mentre si sentono le esplosioni delle bombe. Oggi è il I marzo 2022, giorno sesto della guerra. E cerchiamo di capirla attraverso gli occhi delle vittime.
Un primo aggiornamento riguarda i più indifesi, i bambini, e arriva dall’Unicef che in una nota spiega: “la situazione dei bambini coinvolti nel conflitto in Ucraina peggiora ogni minuto. ”. Amnesty International ha potuto confermare che la mattina del 25 febbraio un razzo contenente bombe a grappolo ha colpito un asilo nella città di Okhtyrka, nell’Ucraina nordorientale, uccidendo tre persone, tra cui un bambino, e ferendone un altro.
Libera e Lavialibera hanno presentato il dossier “La tempesta perfetta 2022. La variante Criminalità” nel quale sono stati elaborati dati e analisi delle Forze dell’Ordine, del Ministero dell’Interno e degli studi e rapporti sul riciclaggio della Banca d’Italia. Per fotografare l’andamento del contagio della variante “criminalità” e per analizzare il diffondersi dell’infezione mafiosa all’interno del Paese. Ascoltiamo il curatore del dossier, Peppe Ruggiero di Libera.
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Piazze no war, cyber attacchi e lo spettro del nucleare
Le parole di Gino Strada nel 2018. Apriamo così Ad Alta Velocità, ben ritrovati da Giuseppe Manzo. Oggi è il 28 febbraio 2022, quarto giorno della guerra in Ucraina. Oggi i negoziati in Bielorussia tra i due Paesi tra un’emergenza umanitaria che potrebbe vedere 7 milioni di profughi e lo spettro mortifero delle armi nucleari agitato da Russia e Nato. In tutto il weekend italiano però si sono alzate le voci nelle piazze no war.
Nucleare dicevamo ma anche i cyber attacchi. Anonymous, il collettivo di hacker che ha diffuso un video dove rivendica l’attacco hacker contro i siti delle istituzioni russe e promette a Putin nuove incursioni. Dall’altra parte ci sono le sanzioni e le conseguenze sul sistema economico mondiale. “I prezzi del gas e dell’elettricità sono destinati a restare “alti e volatili” almeno fino al 2023. È quanto sostiene uno studio della Commissione europea che uscirà a marzo, scrive Euractiv”.
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Guerra in Ucraina: il rumore delle bombe e il grido dei pacifisti
Sono passate 24 ore dai missili e dalle bombe, dal terrore per i civili e dai morti. Ci avete lasciato soli, grida il presidente ucraino all’Occidente, mentre i tank russi stanno per arrivare a Kiev. Oggi è il 25 febbraio 2022, questa è Ad Alta Velocità e ben ritrovati da Giuseppe Manzo. Questa puntata si avvale del contributo di Fabio Piccolino, responsabile della redazione internazionale del Giornale radio sociale.
Ieri le piazze italiane si sono riempite di bandiere della pace ed è la prova generale per la mobilitazione di domani. Questa è la prima risposta a chi si chiedeva dove fossero i pacifisti, dopo due anni di pandemia che hanno stremato il nostro Paese, uscito stordito dal silenzio dei lockdown e ora risvegliato dal rumore delle bombe.
In ogni guerra l’informazione gioca un ruolo fondamentale per distinguerla dalla propaganda che diventa essa stessa arma per ridurre tutto a opposte fazioni come in uno stadio a cielo aperto.
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La guerra in Ucraina: l’alba di Kiev ha il suono delle sirene
Quelle che avete sentito sono le sirene di Kiev, capitale dell’Ucraina. Oggi 24 febbraio 2022 è iniziato l’attacco della Russia in Ucraina. Un buongiorno di guerra su Ad Alta velocità
A Odessa e a Kharkiv sono state sentite esplosioni a partire da pochi minuti dopo la fine del messaggio televisivo di Putin alla nazione.
Il fuoco è partito dopo il discorso televisivo di Vladimir Putin: “un’ulteriore espansione della Nato e il suo uso del territorio dell’Ucraina sono inaccettabili”, ha detto Putin che ha tuttavia chiarito di non volere procedere all’occupazione militare dell’Ucraina. Putin ha sottolineato di voler demilitarizzare e denazificare il Paese.
Nel nostro focus oggi parliamo di sicurezza sul lavoro con il presidente nazionale Patronato Acli Paolo Ricotti.
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Violenza e dipendenza da internet: due allarmi per la generazione covid
Oggi 23 febbraio 2022 le prime pagine dei giornali aprono sull’incandescente crisi Ucraina. La decisione di Putin di riconoscere le due repubbliche auto dichiarate indipendenti ne Donbass.
Ora passiamo al focus di oggi.
La violenza urbana che si esprime nel tempo libero, soprattutto nel weekend nei luoghi di incontro e della movida. Da Milano a Napoli si sono verificate risse con Sei feriti, e quattro fermati nel capoluogo lombardo e un 14enne rimasto ferito alla testa per tentare di difendere la sua fidanzatina in quello campano. Nell’ultimo anno la cronaca conta decine di episodi dalle città ai comuni di provincia dove minorenni e giovani appena 20enni scatenano l’arancia meccanica fatta di pugni, coltelli e spranghe per futili motivi o addirittura per pretesti utili per l’obiettivo della serata: risse e pestaggi.
Dal fenomeno violenza a un allarme che è stato lanciato negli ultimi anni e riguarda le nuove generazioni: la dipendenza da internet che secondo l’Istituto superiore di sanità è oggetto di un’attenzione crescente da parte degli esperti.
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La sfida contro le mafie nel cuore dell’Italia
Oggi 22 febbraio 2022 le prime pagine dei giornali aprono sulla crisi ucraina che sembra precipitare di giorno in giorno con scambi di accuse, azioni unilaterali e la questione Donbass che diventa lo snodo per una possibile escalation militare. L’invio delle truppe nella regione orientale secondo Putin “per assicurare la pace” e i timori dell’Onu del rischio “di un grande conflitto planetario”.
Passiamo ora al nostro focus di oggi. Parliamo di mafie ma non parliamo di Sud, parliamo di infiltrazioni criminali dell’economia nel cuore dell’Italia. Firmato il protocollo di intesa per azioni di contrasto contro le mafie in Umbria tra Legacoop e Libera: ascoltiamo i rispetti presidenti e coordinatori regionali.
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Quella piazza degli studenti chiama a ripensare scuola e università
Le prime pagine dei giornali aprono sulla situazione in Ucraina proponendo scenari sempre più inquietanti. Per Repubblica siamo “sull’orlo della guerra” mentre il Corriere della sera dà notizia della disponibilità di un incontro tra Biden e Putin. Proveremo ad approfondire questa nuova crisi che arriva proprio mentre il mondo sta per uscire dai due anni di pandemia.
Nel focus di oggi le voci e le tensioni a Torino dove gli studenti sono tornati in piazza come in tutte le città dopo la morte di Giuseppe Lenoci e quella di Lorenzo Parelli. Scuola e lavoro, l’alternanza e gli stage a 16 anni: sta nascendo un nuovo movimento studentesco?
Ci interessa, in particolare, continuare ad approfondire come viene raccontato questo tema. Dal Viminale sono partite circolari che parlano di infiltrati dopo gli scontri di 3 settimane fa ma gli studenti hanno più volte ribadito che la presenza di sindacati e movimento dei disoccupati come il 7 novembre è coerente alla questione dell’alternanza scuola-lavoro. E i media? Sono dotati delle lenti giuste per capire questa generazione che in piazza sta portando ragioni e rabbia dopo due anni di pandemia? Lo chiediamo a Marco Binotto, professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi alla Sapienza di Roma.
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Referendum: dubbi e repliche dopo la bocciatura su eutanasia e cannabis
Oggi 18 febbraio 2022 le prime pagine dei giornali aprono sull’ira di Draghi come titola Repubblica rivolta ai partiti e al governo battuto in commissione sul Milleproroghe. E poi c’è la crisi Ucraina con le granate lanciate ieri nella linea del Donbass e i venti di guerra che non vogliono quietarsi.
Il nostro focus di oggi, però, è sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato i referendum su eutanasia e cannabis. Entrambi sono stati portati alla Corte con un grande consenso seguito da oltre 1 milione di firme su argomenti che ormai fanno breccia non solo nell’opinione pubblica ma anche nella vita quotidiana.
Una decisione motivata dallo stesso presidente Giuliano Amato in una conferenza stampa in cui l’ex presidente del Consiglio ha precisato la scelta dell’inammissibilità perché si sarebbe trattato di “un referendum sulle sostanze stupefacenti, non sulla cannabis sulla quale, con le parole, c’è stata una parziale analogia con il quesito dell’eutanasia”.
Ieri è arrivata la replica dei comitati referendari che non ci stanno a passare come incompetenti. Ascoltiamo Filomena Gallo dell’Associazione Luca Coscioni e Antonella Soldo di MeglioLegale.
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