Trento film festival cerca 100 volontari per la sessantottesima edizione. Giovani tra i 18 e i 35 anni avranno l’occasione di fare un’esperienza unica conoscendo il dietro le quinte di una grande manifestazione di cinema e culture di montagna in programma dal 25 aprile al 3 maggio. Per candidarsi le scadenze sono due: il 3 e il 27 marzo. Info su www.trentofestival.it
Let’s go Jazz
Tra i banchi delle scuole di Taranto, 6 lezioni performance per 2 mila ragazzi che potranno così scoprire il genere musicale e improvvisare con gli artisti. Il servizio è di Clara Capponi
Il Jazz non è solo musica, è anche un modo di stare al mondo. Nelle performance, oltre al potenziale di ciascun musicista viene valorizzata la capacità di ascoltare e fondersi con gli altri nell’improvvisazione. Da qui l’idea di promuovere nelle scuole il linguaggio musicale jazz proprio come strumento utile ad educare e incoraggiare gli studenti su valori come la libertà di espressione e la condivisione. In programma 5 lezioni concerto in altrettante scuole tra febbraio e marzo ed un ultimo concerto pubblico previsto il 27 marzo alla biblioteca “San Francesco De Geronimo” di Grottaglie. Il progetto, che coinvolgerà 2mila studenti è realizzato da un’articolata rete di organizzazioni di volontariato e di altri enti del terzo settore del territorio jonico, con la collaborazione del Centro Servizio per il Volontariato di Taranto.
Premio Angelo Ferro
Torna anche quest’anno il bando promosso da Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo e la Fondazione Emanuela Zancan, per l’innovazione nell’economia sociale. Premio da 10 mila euro all’ente di terzo settore vincitore che abbia dato un contributo significativo sul tema, introducendo servizi o processi innovativi. A ciascuno degli altri quattro finalisti sarà assegnato un premio di 2.500 euro. La scadenza per presentare le domande è il 16 marzo 2020.
Terzo Settore sotto la lente
La riforma letta dai suoi protagonisti. Pubblicato da Laterza il volume che ripercorre l’intero percorso legislativo e con il punto di vista di coloro che sono materialmente investiti dagli effetti della trasformazione, attraverso un’analisi di carattere storico, giuridico, sociologico ed economico. Il testo è curato dal Forum nazionale del Terzo Settore in collaborazione con CSVnet
Diario di un padre fortunato
E’ questo il titolo del blog di Francesco Cannadoro, uno degli oltre sette milioni di italiani che si occupano di un parente con disabilità. Francesco, 37 anni e papà di un bambino non autosufficiente, ha raccontato le sue difficoltà in un video lanciato dal sito web dedicato alla sua esperienza. Una testimonianza che ha raccolto migliaia di visuallizzazioni. “La mia fortuna? I sorrisi e i baci di mio figlio”. Ecco come si racconta. (sonoro)
Sanremo 2020, se la musica muore
La scenata di Morgan e l’abbandono del palco di Bugo sono soltanto la punta dell’iceberg di un Festival in cui si è parlato di tutto, tranne che di musica.
La settantesima edizione di Sanremo non sarà ricordata per le canzoni, anche se in gara ce ne sono di valide: l’intensa “Fai rumore” di Diodato, la stessa “Sincero” del duo prematuramente eliminato, la oscura “Eden” di Rancore, o la delicata “Ho amato tutto” di Tosca, avrebbero certamente meritato una maggiore attenzione. Quella che, la rassegna che si definisce “Festival della canzone italiana” dovrebbe riservare agli artisti che ne prendono parte.
Mai come in questa edizione però, è proprio la musica ad essere messa da parte; isolata, scollegata dal contesto, relegata a fastidioso contorno ad un enorme ed infinito varietà televisivo.
Non è una novità, certo: da sempre il Festival di Sanremo si nutre di contenuti che vanno ben oltre la competizione canora, di retroscena, polemiche e gossip. Quello che però appare chiaro in questa edizione 2020 è l’accettazione, lo sdoganamento e l’istituzionalizzazione di tutto quello che c’è intorno, che diventa l’unico e vero contenuto ritenuto importante.
Non si spiega diversamente l’atteggiamento irrispettoso nei confronti degli artisti in gara e del pubblico da casa, costretti ad un estenuante maratona che inizia in prima serata e si conclude a notte più che fonda. Così come sono illogiche la carrellata infinita di ospiti, che si susseguono l’un l’altro senza soluzione di continuità, i duetti interminabili, la gara dei giovani svolta in fretta, come una fastidiosa incombenza, le reunion forzate di cantanti di cui non sentivamo la mancanza e le loro imbarazzanti esibizioni in playback: difficile guardare al futuro se sul palco ci sono Al Bano e Romina e i Ricchi e Poveri.
Poi c’è il conduttore, Amadeus, forse non ritenuto all’altezza del compito e per questo continuamente affiancato, sostenuto, quasi sostituito. Le polemiche del prima, del dopo e del durante.
Sanremo 70 non è un Festival musicale ma un contenitore enorme, riempito ben oltre la sua capienza, di tutto quello che è televisione, spettacolo, varietà del sabato sera, intrattenimento. E’ un carrozzone pesantissimo che prova a mettere dentro tutto perché vuole piacere a tutti, vuole accontentare, vuole rassicurare, vuole assecondare il pubblico.
E’ proprio questo il centro della questione: la musica non viene considerata sufficiente, non basta, non è così interessante. Alla musica non viene data importanza e così, nel Festival più autorevole del Paese, smette improvvisamente di averne. E la cosa preoccupante è che funziona: questa scelta è stata premiata dagli ascolti televisivi e questa sembra essere l’unica cosa che conta.
La musica muore, ma non importa a nessuno.
#ioequivalgo
È partita da Torino, ma proseguirà a Roma e Napoli, la campagna lanciata da Cittadinanzattiva sui corretti stili di vita e sull’uso consapevole dei farmaci. Luoghi prescelti: le scuole. Già formati i docenti, ma i veri protagonisti saranno gli studenti.
Finestre aperte
Sanremo2020 tra musica e parole va in scena il racconto di una società con meno amore e tanto smarrimento. Il servizio è di Clara Capponi
Superate le polemiche su Amadeus, gli artisti e le soubrette, finalmente è la musica a parlare in questa settantesima edizione del festival. Anzi i testi, che mai come quest’anno abbandonano le facili metafore dell’amore per raccontare un’epoca di smarrimento come nella canzone del rapper Anastasio, che in “Rosso di rabbia” parla di un terrorista, ma in realtà racconta della parte oscura dell’animo umano. Tra i brani più sociali quello di Levante che nel suo brano sanremese mette al centro il concetto di “diversità”, espressa in varie declinazioni.
Tra le nuove proposte il duo Gabriella Martinelli e Lula portano “Il gigante d’acciaio”, pezzo che nasce dalla voglia di raccontare la storia dell’ex Ilva e dei lavoratori. Non ha bisogno di molte spiegazioni il brano della promessa Tecla Insolia: si chiama “8 marzo” e celebra la forza delle donne. Per concludere il rapper Marco Sentieri, classe ’85, che porta sul palco dell’Ariston “Billy Blu” la storia vera di un ragazzo bullizzato a scuola, che si ritrova dopo svariati anni a dover salvare la vita al proprio bullo
Succede a Sanremo
Undicimila medici della società italiana di pediatria hanno lanciato la canzone “Ridammi il Rosa” contro la violenza sulle donne, in occasione della prima serata del festival 2020 che ha affrontato il tema con gli interventi di Rula Jebreal e Gessica Notaro. Il brano è disponibile sul sito www.sip.it
Reporter si diventa
Seconda edizione del concorso nazionale web reporter per Medici Senza Frontiere (Msf), rivolto a tutte le scuole secondarie di I e II grado. Basta pubblicare i propri articoli sul sito dedicato entro il 31 marzo, per una delle 5 categorie in concorso; sempre sul sito, studenti e docenti possono scaricare materiali utili per conoscere e raccontare le principali crisi umanitarie in corso oggi nel mondo.