E’ il titolo del film del regista e produttore Giovanni Bedeschi. Una finestra sulla difficile condizione dei senzatetto che oggi popolano le città italiane. La pellicola racconta la commovente storia di due clochard che trovano un neonato in un cassonetto. Un bambino “speciale”, che non tutti riescono a vedere.
Bulli e pupe
Domani alla casa del cinema di Roma un viaggio dentro l’Italia dal secondo dopoguerra fino all’alba degli anni ’60. Il servizio di Clara Capponi. (sonoro)
“Di solito si raccontano gli anni Cinquanta come gli anni della guerra fredda. Invece, lavorando su tanti archivi abbiamo visto come le immagini raccontassero anche un’altra storia” e che le speranze e le contraddizioni di quegli anni potevano essere raccontate anche con una luce diversa”. Steve Della Casa e Chiara Ronchini raccontano così la loro opera che aprirà domani alla casa del cinema di Roma Italia Doc la rassegna dei migliori documentari nazionali. La pellicola è un viaggio dentro l’Italia dal secondo dopoguerra fino all’alba degli anni 60, quando i ragazzi che avevano vissuto impotenti gli orrori del conflitto iniziavano a progettare un futuro nuovo, pieno di speranze ma anche denso di contraddizioni, che puntualmente esploderanno in seguito. Il tutto grazie a immagini rare, spezzoni di film e le voci degli intellettuali dell’epoca
Inclusione contro esclusione
Al Vittoriano di Roma fino al 31 gennaio le opere di 52 artisti con disabilità dei laboratori d’arte della comunità di Sant’Egidio. La mostra in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Polo Museale del Lazio.
Dove bisogna stare
È il titolo del film-documentario diretto da Daniele Gaglianone, con la partnership di Medici Senza Frontiere. La pellicola segue quattro donne italiane che hanno deciso di impegnarsi spontaneamente e gratuitamente nella cura e nell’accoglienza di persone migranti. Torino, Milano e Roma le prime tappe del tour.
Urla dal silenzio
Parte oggi a Parma un festival per dare voce ai richiedenti asilo. Organizzato da Gaiaitalia.com è nato per promuovere l’incontro e per parlare della devastazione della guerra, delle persecuzioni politiche, dei viaggi della speranza. E poi ci sono il futuro, l’inclusione e il dialogo.
I will
Aperte le iscrizioni al concorso promosso da Fondazione Arezzo Wave Italia per premiare il miglior spot sul volontariato. Il servizio di Clara Capponi. (sonoro)
E lo stesso Erriquez leader del gruppo Bandabardò a metterci faccia e voce per spiegare come funziona il concorso Iwill: Un video di 30 secondi realizzato da artisti under 35 residenti in Toscana. E’ questa la formula per i migliori spot che parlano di volontariato e solidarietà promosso dalla Fondazione Arezzo Wave Italia con il contributo della regione Toscana il Dipartimento della Gioventù e servizio civile nazionale e Cesvot. Per partecipare e segnalare la propria opera artisti digitali, gruppi e musicisti toscani hanno tempo fino al 15 marzo. In palio 3mila euro che verranno consegnati dallo stesso Erriquez in un evento pubblico in programma nel mese di maggio
Porti sbarrati, pagine aperte
È il nome del laboratorio di scrittura interculturale che partirà a febbraio all’Università di Bologna rivolto a studenti, esterni, rifugiati e richiedenti asilo. A coordinare sarà Wu Ming 2: “Con i tagli allo Sprar e alle scuole di italiano – sottolinea l’autore – è difficile formare classi eterogenee”.
Il maestro di Gaza
Sugli scaffali le storie del popolo palestinese raccontate da Ramy Balawy, insegnante e avvocato dei diritti per i minori, raccolte dall’autrice e cantante Alessandra Ravizza. Uno scritto denso di umanità che offre al lettore la possibilità di apprendere cosa voglia dire vivere in un paese occupato da anni. Edizioni Aut Aut. Ascoltiamo la curatrice. (sonoro)
One more chance
È il titolo del singolo d’esordio di Daniele Parati, brano il cui testo è formato dalle parole pronunciate dai detenuti del carcere di Arezzo per raccontare la propria storia. Disponibile su YouTube e Spotify anche il video della canzone.
La vera storia di Matera 2019
L’attrice di teatro civile Tiziana Di Masi racconta la vicenda di un gruppo di volontari che trasformarono la città dei Sassi in capitale europea della cultura. Il servizio di Clara Capponi. (sonoro)
Una sfida nata dal basso e fondata sul volontariato. Quasi nessuno sa che la candidatura della città lucana a capitale europea della cultura (avvenuta nel 2008), fu possibile grazie a due persone comuni che insieme ad altri amici, volontariamente e in modo gratuito decisero di intraprendere dieci anni fa il percorso che ha portato alla nascita dell’associazione culturale Matera 2019 e alla nomina avvenuta il 17 ottobre 2014. A pochi giorni dalla cerimonia di apertura è on line “La vera storia di Matera 2019” il video che racconta la vicenda, realizzato da Tiziana Di Masi, attrice di teatro civile che proprio a Matera ha esordito con #IOSIAMO lo spettacolo dedicato al volontariato e sostenuto da CSVnet.