Tagli volontari. A soli sei anni dalla nascita, sparisce la Rappresentanza nazionale dei giovani in servizio civile. Cancellata dalla sua istituzione per effetto della spending review. Sono quattro i rappresentanti nazionali attualmente in carica. D’ora in poi resteranno solo quelli regionali.
Autosufficienza, quella sconosciuta. Un taglio dopo l’altro, mette in ginocchio tante famiglie con persone con disabilità. L’Anffas, in segno di protesta, consegnerà le chiavi delle proprie sedi al capo dello Stato Napolitano. Il presidente dell’associazione, Roberto Speziale “ è l’ultimo gesto che ci rimane da fare dopo anni e anni di appelli inascoltati. Ormai la condizione di vita delle persone con disabilità, dei loro genitori e familiari è diventata pressochè insostenibile. Così come insostenibile è diventato gestire un servizio e poter così portare avanti qualsiasi tipo di attività che riguarda la disabilità”.
La scuola che non c’è. “I tagli, la mancanza di risorse, le difficoltà legate alle nuove modalità di accreditamento possono ricadere sui bambini e i ragazzi con disabilità” La denuncia è di Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano. Ed è esattamente quello che sta succedendo in questi giorni, nel capoluogo lombardo, dove gli stanziamenti non sono stati adeguati per il sostegno educativo.
Si è conclusa oggi l’iniziativa dell’Auser che ha coinvolto diverse scuole medie d’Italia. Il servizio è di Fabio Piccolino: Costruiamo insieme nuove storie di comunità. Si è concluso oggi a Roma il progetto durato un anno promosso da Auser che ha coinvolto sette scuole medie italiane di sette diverse regioni. Integrazione, multiculturalità e intergenerazionalità. Queste le parole chiave dell’iniziativa attraverso le quali i ragazzi italiani e stranieri hanno esplorato il loro territorio, tra passato e futuro, imparato a lavorare insieme e scoperto un rinnovato concetto di comunità”.
Campanella amara. Anche in Lombardia la scuola è iniziata, ma i ragazzi con disabilità visiva e uditiva della Provincia di Milano non hanno ancora al loro fianco gli assistenti alla comunicazione, per problemi di “revisione di spesa”. Lo denunciano varie associazioni del settore, dichiarando che non si può considerare “uno spreco e un costo meramente burocratico l’assegnazione di una figura educativa prevista per legge”.
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