Se in Italia il numero delle aziende è pressoché stabile, è il lavoro a diminuire del 2,5%. Lo rileva l’Istat che certifica anche come la contrazione dell’occupazione nei servizi è meno accentuata di quella registrata nell’industria e in leggera ripresa nella sanità e assistenza sociale (+3,3%) e nelle attività artistiche, sportive e di intrattenimento.
Economia a mano armata
Presentato a Roma il dossier sulle spese militari. Sentiamo Massimo Paolicelli, della Campagna Sbilanciamoci! “L’Italia perde nel 2011 quasi 30 miliardi di euro per le spese militari quindi molto di più di quanto solitamente viene considerato dal nostro Governo. Dai nostri conti emergono delle cifre sicuramente più alte di quelle date dal Governo perché vengono nascosti dei finanziamenti che vanno all’apparato della difesa in altri bilanci dello Stato, quindi un bilancio che sicuramente da questo punto di vista ha bisogno di molta trasparenza”.
L’occupazione non è donna
Anche le lavoratrici colte e preparate hanno stipendi più bassi degli uomini, fino al 37% in meno. I motivi cerca di spiegarli una ricerca realizzata su un campione di 30mila giovani seguiti poi nelle loro carriere. Bankitalia non ha dubbi: “La ripresa passa per la soluzione della questione femminile”.
Il lavoro che non c’è
Vola la disoccupazione in Italia. Ad aprile coloro che non hanno un impiego sono il 10,2%. Tradotto: in un mese hanno perso il posto circa 38mila persone. E così quello annunciato oggi dall’Istat è il tasso più alto dall’inizio del 2000.
Impresa sociale, ok della commissione
Commercio equo e solidale, servizi per l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate, e alloggio sociale: si ampliano i possibili campi in cui potrebbero operare le imprese sociali grazie ad un emendamento approvato in commissione Lavoro, all’interno di un disegno di legge che ora è al vaglio del governo.
“Fondazioni bancarie, una risorsa delle comunità”
Inizia il manifesto promosso da Vita, il magazine del non profit e già sottoscritto da oltre 50 firme del mondo della società civile, accademico, della cultura, dell’economia. L’appello è stato presentato questa mattina a Roma.
Bolletta, quanto ci costi
Qual è la voce che fa schizzare i costi dell’elettricità? Ce lo dice Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente “tutto questo aumento che è legato alla voce principale delle nostre bollette è quella per l’acquisto di fonti fossili, ovvero petrolio, gas e carbone dall’estero e la sua trasformazione in energia elettrica e la curva di questa crescita è assolutamente identica alla curva del costo del petrolio sulle borse internazionali, quindi si conferma quello che già sapevamo: siamo un paese che importa tutte le materie prime e che quindi ha visto aumentare le proprie bollette per questa ragione”.
Caro Monti, ti scrivo
La rete interassociativa che comprende trentacinque organizzazioni sociali scrive una Lettera aperta al premier. Ascoltiamo Paola Menetti, presidente Legacoop sociali, una delle strutture che fa parte del network “Cresce il welfare, cresce il sociale”. “Ci sembra che continui ahimè una situazione nella quale il sociale e le politiche sociali sono assolutamente marginali nell’attività del Governo e questo sta rendendo sempre più complesso il lavoro delle realtà che nel sociale operano a titolo diverso, ma soprattutto stare nella sempre più complessa situazione di tutti quei cittadini che di politiche sociali, in questa fase di crisi, hanno assolutamente bisogno”.
“Giù le mani dal 5×1000”
Un po’ di ossigeno
Guerini, presidente di Federsolidarietà-Confcooperative commenta positivamente la presentazione, da parte del governo, dei decreti sullo sblocco dei crediti delle imprese fornitrici della pubblica amministrazione. E dice: “Arrivano in una fase di drammaticità. È una questione di legalità e di civiltà per l’Italia”.