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Doppio allarme


La comunità mondiale non può più girarsi dall’altra parte e non vedere quello che sta accadendo in Libia. Il servizio di Fabio Piccolino.

La pandemia di Covid 19 e la situazione di conflitto sono una minaccia significativa alla vita nel paese africano: per questo Unicef, Unhcr, World Food Programme, Organizzazione Mondiale della Sanità e altre sigle hanno rilasciato una dichiarazione congiunta per esortare la comunità internazionale a non chiudere gli occhi sulla situazione di instabilità che mette in pericolo i civili, inclusi migranti e rifugiati, supportando l’appello delle Nazioni Unite a un cessate il fuoco globale e ad una pausa umanitaria per salvare vite e permettere alle autorità libiche e ai loro partner di dedicare le loro energie a fermare la diffusione del Coronavirus.

Non tagliate la cooperazione


Il Ministero degli Affari Esteri non metta in sofferenza i programmi di aiuto umanitario e sviluppo per il contrasto al Covid-19. Lo affermano le Organizzazioni della società civile di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale rappresentate dall’Associazione Ong Italiane (AOI), CINI e Link2007, chiedendo supporto e fondi per portare avanti efficacemente e con serenità progetti e interventi.

Orrore a Kabul


È stato un attacco “sconvolgente contro donne incinte, madri e i loro bambini appena nati” quello sferrato al reparto maternità dell’ospedale Dasht-e-Barchi gestito da Medici senza frontiere. Lo afferma la ong in una nota, in cui riferisce anche che tra i “molti morti” vi sarebbe anche “almeno un collega dello staff locale afghano”. Inoltre, una donna avrebbe dato alla luce un bambino durante l’azione; madre e figlio sono rimasti illesi.

Il virus della guerra


Gli appelli Onu alla fine dei conflitti sono caduti nel vuoto. E ora la situazione potrebbe precipitare. Il servizio di Fabio Piccolino.

Lo scorso marzo il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aveva lanciato la richiesta per un cessate il fuoco globale e uno stop alla vendita di armi dirette a Paesi in conflitto, per contenere l’epidemia di Covid-19. Due mesi dopo però la situazione è rimasta la stessa: il nuovo rapporto di Oxfam “Il Coronavirus nelle aree di conflitto”, denuncia una situazione drammatica. Nel mondo circa 2 miliardi di persone, stremate da violenza, persecuzioni e carestie, devono fare i conti con sistemi sanitari fatiscenti e ospedali distrutti, mentre a milioni si trovano in campi profughi, dove contenere il contagio è ancora più difficile per la mancanza di servizi igienico sanitari adeguati e lo spazio vitale necessario a mantenere le norme di distanziamento sociale.

Il ritorno della piazza


Dopo una pausa di oltre due mesi a causa del Coronavirus, a Hong Kong sono riprese le proteste per chiedere maggiore autonomia dalla Cina. Dopo l’arresto di duecento persone che manifestavano all’interno di un centro commerciale, gli attivisti hanno accusato il governo di utilizzare le norme contro la diffusione dell’epidemia per reprimere il dissenso e violare i diritti umani.

Allarme Africa


Cifre spaventose per una possibile diffusione del coronavirus nel continente. Le strategie da adottare nel servizio di Fabio Piccolino.

Se le misure di controllo adottate non dovessero funzionare, in Africa potrebbero morire fino a 190 mila persone a causa del Covid-19, travolgendo il sistema sanitario di quasi tutti i paesi; è l’allarme che arriva dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che guarda con preoccupazione alla diffusione del virus nel continente. Per contrastare questo scenario, l’Oms si è detta pronta a rafforzare il suo ruolo nel coordinamento globale e regionale nella lotta alla malattia, con un piano basato su cinque obiettivi: la solidarietà globale, il controllo, trovando e isolando rapidamente tutti i casi, la prevenzione, cercando di sopprimere la trasmissione all’interno delle comunità, cure adeguate che riducano la mortalità e infine lo sviluppo di vaccini e terapie sicuri ed efficaci.

L’altra piaga


Il Corno d’Africa rischia di subire nello stesso momento l’epidemia da Covid-19, il ritorno degli sciami di locuste e i pericoli della stagione delle inondazioni: una crisi che secondo Save The Children metterebbe a rischio malnutrizione oltre cinque milioni di bambini in Somalia, Etiopia e Kenya. Secondo l’organizzazione “c’è bisogno di risorse, persone e sostegno a livello globale”.

Il virus e i suoi derivati


«Se non si agisce in fretta, le conseguenze del Covid-19 uccideranno più persone della pandemia». È l’allarme lanciato da Caritas Internationalis, che sottolinea i pericoli per le comunità vulnerabili che vivono nei Paesi più poveri: all’emergenza sanitaria si sommano malnutrizione, disastri naturali e migrazioni forzate.

Per tutti


Oxfam Italia lancia l’appello affinché i governi dei paesi europei rendano accessibili i vaccini, le terapie e i test diagnostici per combattere il Coronavirus. Ascoltiamo Sara Albiani, policy advisor dell’organizzazione. (sonoro)

Svolta green


Per uscire dalla crisi generata dal Coronavirus la città di Bruxelles pensa a un cambiamento radicale della mobilità, per passare dall’essere una delle città con le strade più congestionate d’Europa a una di quelle più bike-friendly. Il piano è di creare 40 chilometri di piste ciclabili per alleggerire il trasporto pubblico, aumentare la sostenibilità e mantenere il distanziamento sociale.